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Ecco cosa servirà un viaggio verso Giove che durerà otto anni

La missione della sonda Juice non è uno scherzo: esplorando lo spazio, potremmo trovare risposte ai nostri problemi sulla Terra.

Ecco cosa servirà un viaggio verso Giove che durerà otto anni

Fonte: Startmag.it (Caricato da Monica Origgi) La missione Juice – Jupiter Icy Moons Explorer – è partita il 14 aprile, con il ritardo di un giorno

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La missione Juice – Jupiter Icy Moons Explorer – è partita il 14 aprile, con il ritardo di un giorno a causa delle condizioni metereologiche impossibili sui cieli della Guyana francese, dove è avvenuto il lancio. La sua destinazione è il periplo di Giove, il quinto pianeta del sistema solare. Il più grande. E molto lontano dalla Terra. Occorreranno otto anni per raggiungerlo e altri tre per compiere tutte le operazioni per cui è stato progettato. Non è uno scherzo. Anzi, è scienza. Il suo obiettivo è spingersi fino alle tre lune ghiacciate: Ganimede, Europa e Callisto, i satelliti medicei scrutati da Galileo Galilei che con la sua metodologia di indagine ha cambiato il percorso della scienza: dall’osservazione alla sperimentazione.

Seguitiamo il racconto, dopo aver ascoltato tra i massimi esperti del programma: Barbara Negri responsabile di volo umano e sperimentazione scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana, Federico Tosi, ricercatore di Inaf e docente a Roma Tre e Alessandro Atzei del direttorato scienza e robotica dell’Agenzia Spaziale Europea, in una conversazione moderata da Giorgio Pacifici, caposervizio scienze di Rai Tg2.

TUTTO SULLA SONDA JUICE

Juice nasce nel lontano 2007 come una grande performance europea, destinato a sbrogliare alcuni quesiti fondamentali dell’origine della vita, emersi da lunghi studi di osservazione proprio sulle lune di Giove; gli oceani di acqua allo stato liquido posati su fondali di silicati – è stato scientificamente rilevato – possono essere un dato di partenza per individuare date primordiali del sistema solare, con risposte, una volta decodificate, che sarebbero l’opportunità per riportare la voce del Vecchio Continente all’analoga dignità dei grandi centri di ricerca americani che dalle prime esplorazioni lunari rappresentano il sinonimo della conoscenza umana. Sono considerazioni importanti, che devono far superare ogni velleità di quell’arcaico nazionalismo che ancora vegeta preoccupante su ogni regione dei suoli europei. In questo processo l’ESA sta giocando sin dalla sua fondazione – avvenuta nel 1975 – un ruolo significativo accomunando programmi, condividendo know-how industriali e mettendo a fattor comune la capacità intellettiva di scienziati, tecnici, operatori continentali.

Juice è una sonda dal peso di circa sei tonnellate: una carrozza alta quattro metri e larga due, sollevata come una goffa libellula da un Ariane V – con una massa di 770 tonnellate – il penultimo esemplare di Arianespace. Attraverso una serie di passaggi orbitali per sfruttare la gravità di Luna, Venere e poi Giove, la zattera spaziale adatterà percorso e velocità all’attrazione gravitazionale dei pianeti, volando a 11 km/sec per andarsi a posizionare prima in prossimità del maggiore dei satelliti naturali e dimensionalmente ancor più grande del pianeta Mercurio, con la caratteristica di un nucleo di ferro fuso che sostiene movimenti convettivi in grado di generare un campo magnetico proprio. Un astro dunque con molte similitudini interessanti per la Terra e per questo pieno di potenziali risposte.

L’IMPORTANZA DI GIOVE PER LA TERRA

Cosa significano queste indagini? Quanto può interessare materialmente un pianeta distante – mediamente – 890 milioni di chilometri dalla Terra? Ha senso investire denaro e risorse in azioni che appaiono così distanti, non solo in termini di misura ma anche di interesse?

Spesso da cultori della materia e da comunicatori ci imbattiamo in queste argomentazioni e pur a rischio di apparire banali ci siamo rivolti proprio a chi spende la propria vita nell’ideare e realizzare queste indagini per ascoltare la loro opinione.

La scienza è un percorso tutto in salita, costoso e carico di impegno e sacrificio personale, destinato a far però spiccare salti in avanti all’umanità. È un magma composto di curiosità e introspezione, disciplinato da una sequenza interminabile e insostituibile di passaggi compiuti da ricercatori, da scienziati e da tecnici ma necessariamente indirizzato da un’orchestrazione politica, senza la quale si resta fuori dal mondo o lo si guida. Con l’autorevolezza della conoscenza ma anche con il ricavo dei brevetti conseguenti le invenzioni registrate. Devono saperlo i comuni utenti dei suoi derivati, ovvero la space economy ma ne deve essere consapevole chi governa. Qual è il dovere di qualunque esecutivo se rispetta severamente l’impegno preso con chi gli ha dato fiducia? Indubbiamente, dopo un’oculata scelta di politica industriale, necessaria prima di decidere le sorti di ogni attività produttiva di una nazione, si pone l’opportunità di collocare persone preparate, oneste e adeguate alla guida e lungo l’intera catena di comando degli enti che rappresentano i bracci operativi di un governo.

Altrimenti, qualsiasi progetto, sia pur il miglior esempio di un’eredità venuta dalle passate amministrazioni, rischia di soccombere sotto i colpi di indifferenza e incapacità.

E nel caso di Juice, un grande programma in cui hanno lavorato almeno 2.000 tra scienziati e ingegneri, l’Italia che ha visto la paternità di quattro dei dieci strumenti che vi operano -e anche qualcosa in più- non può permettersi di veder arenare il suo progresso e la sua volontà di essere prima tra i primi in una corsa difficile, non sempre ricca di successi, ma sicuramente aperta come solo il futuro può rappresentare.

Scriviamo questo, nella consapevolezza che dopo aver ascoltato tre dei principali protagonisti di Juice, nessuno potrà mai mettere in discussione l’altissimo lavoro svolto fino ad ora. Ma siamo in una fase di cambiamento di tante poltrone apicali: che il governo abbia la coscienza di dare la migliore continuità a questo lavoro, come a tanti altri in essere, posizionando una conduzione efficace apicale a quei settori che vedranno il cambiamento. Altrimenti sarà naufragio e abbiamo già perso troppi appuntamenti: aeronautica, chimica, elettronica. Non perdiamo anche lo spazio!

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