HomePortualità e Marittimo

Folgiero: Fincantieri pronta alla svolta delle navi digitali e a zero emissioni

L’amministratore delegato di Fincantieri analizza le prospettive del colosso navalmeccanico

Folgiero: Fincantieri pronta alla svolta delle navi digitali e a zero emissioni

La robotizzazione in fabbrica, la transizione energetica nel Paese e la conversione produttiva del colosso navalmeccanico verso navi sempre più green.

Italian Navy’s Fourth PPA Launched By Fincantieri
Fincantieri: impostata a Castellamare di Stabia “Atlante”, la seconda nave unità LSS per la Marina Militare
Fincantieri vara Norwegian Viva

La robotizzazione in fabbrica, la transizione energetica nel Paese e la conversione produttiva del colosso navalmeccanico verso navi sempre più green. L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, analizza con Il Piccolo le prospettive del colosso navalmeccanico: «Fincantieri vuole essere all’avanguardia, valorizzando il lavoro italiano attraverso investimenti mirati per modernizzare e digitalizzare i cantieri».

Pierroberto Folgiero, nel piano industriale il gruppo si concentra su tre core business: navi da crociera, militare e navi offshore. Come vi proponete di conquistare la leadership nelle navi green?

«Fincantieri è il più grande costruttore di navi ad alta complessità e valore aggiunto del mondo e – grazie alle sue radici nell’industria, alle sue economie di scala e di scopo – contribuirà in maniera determinate alla creazione del nuovo paradigma della nave come asset digitale e verde. Le nostre navi sono già oggi alimentate a Lng, con un abbattimento del 55% delle emissioni che alterano il clima rispetto alla nave tipo. La traiettoria verso il “target zero” passerà per il metanolo, per cui abbiamo già ottenuto i primi ordini con Vard, l’ammoniaca e l’idrogeno. La soglia del 60% è quindi prossima. L’ammoniaca sarà presto in sperimentazione nelle navi per l’offshore e l’idrogeno è già oggi una fonte ausiliaria nelle operazioni in porto delle navi da crociera».

Quanto pensate di investire in questo progetto e quando avremo le navi a emissioni zero?

«Il target 2050 per le navi a zero emissioni sarà accelerato al 2035 se l’ecosistema sarà in grado di produrre idrogeno a prezzi competitivi e disponibile in banchina. Noi siamo pronti ma il sistema dell’energia deve abilitare la transizione finale».

Come cambieranno le navi del futuro? Meno gigantismo?

«La nostra forza è di essere leader in tutti i segmenti del cruise. Per gli armatori la sfida è di segmentare il mercato per portare in crociera i clienti che ancora non hanno sperimentato questo prodotto, che oggi offre molto di più in termini di destinazioni e value for money della vacanza a terra, dove sono noti i costi di alberghi, trasporti e intrattenimento. Il digitale e il verde aumenteranno l’attrattività della nave sia per le compagnie che per i clienti finali».

Le imbarcazioni per la costruzione dei parchi eolici e delle altre infrastrutture marine sono un settore in forte espansione. Nel piano industriale si guarda molto alle potenzialità della controllata Vard. Con quali obiettivi per il gruppo?

«La capacità mondiale installata crescerà da 59 GW a 269 entro il 2030 e quasi 150 nuove unità di supporto ai parchi eolici saranno ordinate nei prossimi quattro anni a livello globale. Vard è posizionata come leader per cogliere queste opportunità, sviluppando ad esempio la flotta di domani di Ocean Infinity. Quattordici unità robotizzate, a propulsione ibrida elettrica, predisposte per l’ammoniaca e le celle a combustibile, in grado di operare a controllo remoto. Vard guiderà l’evoluzione del settore e crescerà molto all’interno del nostro gruppo, che ha sostenuto l’azienda durante la trasformazione del prodotto oil&gas».

L’Italia investe a sufficienza nella transizione energetica? Cosa deve fare il Paese per essere più competitivo?

«Secondo il Global Wind Energy Council l’Italia è seconda nella top 30 mondiale dei mercati più interessanti per l’eolico galleggiante. Il nostro Paese non resterà indietro. Fincantieri è pronta: siamo l’unica realtà nazionale, e tra le poche a livello globale, in grado di realizzare industrialmente le grandi basi galleggianti necessarie nelle modalità e nelle quantità richieste dal mercato».

In un mercato complesso dominato dai rischi geopolitici come vede le prospettive del settore Difesa? Con quali potenzialità per Fincantieri?

«La spesa degli armamenti sta aumentando in maniera evidente a livello globale e le chiavi del nostro successo saranno la capacità di regionalizzare la produzione e il rafforzamento dell’integrazione del sistema di combattimento. Rilanceremo Orizzonte Sistemi Navali (la società mista con Leonardo, ndr) nel mercato domestico e aumenteremo la competitività all’estero, con meno rischi e più margini, promuovendo il prodotto navale militare italiano, uno dei migliori al mondo, come certificato dal fatto di essere stati scelti come partner dalla US Navy».

Lei ha annunciato una più diversa organizzazione del lavoro nei cantieri per aumentare l’efficienza operativa. Cosa pensa dell’avvento della robotizzazione nei processi industriali?

«È una straordinaria occasione e Fincantieri vuole essere all’avanguardia, valorizzando il lavoro italiano attraverso investimenti mirati per modernizzare e digitalizzare i cantieri. Abbiamo attivato numerosi progetti, tra cui la partnership con Comau per realizzare un robot per la saldatura, ma anche unità a guida autonoma che opereranno nelle aree di rischio ed esoscheletri per tutelare la sicurezza degli operatori».

Come il gruppo intende valorizzare il suo ruolo economico propulsivo in questa regione e a Trieste?

«Insieme alla regione Friuli Venezia Giulia e al Comune di Monfalcone abbiamo da poco organizzato a Trieste il recruiting day per cercare 500 nuovi profili per noi e per l’indotto. Il carico di lavoro è di 34 miliardi: avremo bisogno di molte energie per eseguirlo in maniera impeccabile secondo la prassi di Fincantieri, vale a dire nel rispetto dei tempi e del budget, senza compromessi sulla sicurezza e senza rinunciare a essere la locomotiva delle Pmi in questo settore nel territorio».

Fonte: ilpiccolo.geolocal.it

Commenti