Gli appassionati di Spazio attendono con trepidazione il 14 novembre, la nuova data prevista per il lancio del razzo Space Launch System che trasporta la navicella Orion, fondamentale per dare inizio alla nuova avventura lunare della NASA Artemis I. Forse agli appassionati di politica estera interesserà di più sapere che l’Agenzia spaziale europea (Esa) è fortemente coinvolta nel progetto e che l’Italia gioca un ruolo fondamentale nella partnership con la Nasa, visto che il terzo modulo di servizio è stato realizzato negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space. Ciò che può sembrare un semplice aneddoto è invece una realtà ben consolidata del panorama industriale italiano, che si afferma come un’eccellenza nel settore spaziale. Non è un caso che il nostro Paese sia il terzo maggiore finanziatore dell’Esa a livello europeo e il settimo a livello mondiale per spesa nel comparto. Ma lo Spazio è un settore in cui difficilmente si può eccellere agendo da soli, e, anzi, incentiva enormemente iniziative di cooperazione che costituiscono dei moltiplicatori di risorse con ricadute in settori strategici sia della vita civile che del settore della difesa.
Questo aspetto è emerso durante un’iniziativa organizzata da Fondazione Compagnia di San Paolo, European Council on Foregn Relations, Formiche e Centro Studi Americani, finalizzato a delineare le principali tendenze in politica estera del neo-nominato governo Meloni e in tale contesto è stata auspicata una visione dell’Unione europea che guardi alle sue origini e ritorni al pensiero dei suoi padri fondatori. Il progetto europeo, infatti, nasce con la messa in comune delle risorse chiave del settore industriale, acciaio e carbone, una delle fonti energetiche principali negli anni Cinquanta, ma anche con l’idea di creare un esercito comune, che di fatto non si è mai realizzato. Tra le proposte emerse, vi è quella di ripensare ad un’Europa che si adoperi per una autonomia strategica in tre settori chiave: energia, difesa e digitale. La difesa e il digitale, in particolar modo, sono fortemente legati alla crescita della space economy, perché il segmento spaziale è fondamentale sia nel settore delle telecomunicazioni, che in quello dell’intelligence e della navigazione, grazie alla tecnologia Gps, ma anche perché lo sviluppo delle tecnologie spaziali ha ricadute fortemente positive nel settore digitale, specialmente per l’intelligenza artificiale e per la progettazione di nuove componenti per dispositivi a uso civile o militare, sempre più efficienti e prestanti.