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Pnrr: inflazione e recupero di autonomia strategica

Inflazione, energia, supply chain. La guerra in Ucraina può dar vita a una pericolosa onda d’urto sull’economia italiana. Ecco come evitarlo, con il Pnrr. L’analisi di Rosario Cerra, fondatore e presidente del Centro Economia Digitale e Francesco Crespi, direttore Ricerche del Centro economia digitale e Università Roma Tre

Pnrr: inflazione e recupero di autonomia strategica

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I venti di guerra che soffiano ad est dell’Europa, la crisi energetica e l’ascesa dei prezzi di petrolio e gas, dipingono un quadro preoccupante in un anno cruciale per l’avanzamento del Pnrr, in cui la “messa a terra” degli indirizzi di policy diventa il tema principale.

Uno scenario nuovo e inaspettato, che rischia di minare il potenziale del Pnrr e dove ogni ritardo o errore potremmo pagarlo a caro prezzo. Gli ultimi accadimenti si inseriscono in un contesto in cui la dinamica dell’inflazione già iniziava a destare forti preoccupazioni. Una dinamica influenzata da una componente congiunturale legata prevalentemente agli eccezionali rialzi dei prezzi nel comparto energia, ma anche da una componente strutturale connessa alle strozzature lungo le catene globali della produzione. Ed è proprio la componente strutturale che può rappresentare il pericolo maggiore per la crescita nei prossimi anni.
Di qui l’esigenza urgente di utilizzare i fondi del Pnrr per riprendere il controllo delle catene di produzione, in particolare di quelle strategiche per ridurre le dipendenze strutturali sia in termini tecnologici sia produttivi. Il dibattito su sovranità tecnologica ed economica lanciato nel 2020 dal Centro Economia Digitale e strutturato con la pubblicazione di un Position Paper sul tema nel 2021 è quanto mai attuale. Concetti, questi, non astratti e fini a sé stessi ma con fortissime implicazioni economiche, per tutti, cittadini e imprese, a partire dalle dinamiche dell’inflazione e della crescita.

Solo in presenza di infrastrutture, condizioni istituzionali e capacità di innovazione e produttive adeguate, la Sovranità Tecnologica diventa funzionale al raggiungimento della Sovranità Economica, ovvero l’abilità di produrre beni e servizi attraverso attività indipendenti o attraverso uno scambio mutuale con altre economie, evitando dipendenze unilaterali.

A sua volta, la sovranità economica è funzionale al raggiungimento del più ampio obiettivo di Autonomia Strategica: la capacità di un Paese (o di una federazione di stati) di svolgere un ruolo autonomo e strategico nel contesto geopolitico, diventando parte attiva nelle questioni di rilevanza globale.

Mai come in questo momento possiamo comprendere bene come questo serva a mantenere un’indipendenza nelle scelte strategiche pur mantenendo al contempo l’interdipendenza con altri paesi ritenuti affidabili.

In questa situazione è molto pericoloso procedere senza tenere conto di ciò che sta accadendo e quindi serve mettere di più l’accento sul ruolo trasformativo del Pnrr, piuttosto che sulla sua capacità di sostenere nel breve periodo il livello di attività economica.

L’obiettivo deve essere la trasformazione della struttura produttiva del Paese, partendo dall’industria, dall’upgrade delle filiere produttive e dagli investimenti in nuove tecnologie, capaci di attivare lo sviluppo di servizi avanzati, settore in cui il paese può puntare sulla presenza di grandi aziende operanti sul mercato.

L’implementazione del Pnrr dovrà fare particolare attenzione a realizzare questo obiettivo, integrando esplicitamente i temi della sovranità tecnologica e produttiva. Si tratta in particolare di promuovere azioni di sistema in grado di sostenere le dinamiche di mercato a favore della strategia della sovranità. Se sarà opportuno, non bisognerà quindi esitare a ricalibrare gli investimenti previsti nel Piano.

Primo, per evitare interventi che possano spingere ulteriormente la dinamica dei prezzi. Secondo, per focalizzare gli sforzi sulle azioni in grado di generare più significativi impatti di lungo periodo sulla crescita del Paese e sulla propria autonomia strategica. È evidente che lo scenario sta cambiando rapidamente ed emerge ancor più l’urgenza di intervenire su quei nodi strutturali che hanno che hanno generato dipendenze strategiche e impedito l’espansione dell’economia italiana negli ultimi decenni.

Fonte: Formiche.net

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