Sono passati due anni e mezzo dall’entrata in vigore della PSD2 anche in Italia, che già si parla di PSD3. La seconda d
La seconda direttiva sui servizi di pagamento, approvata con l’obiettivo di rendere il mercato europeo dei pagamenti più integrato ed efficiente, migliorare la parità di condizioni per i fornitori dei servizi di pagamento, rendere i pagamenti più sicuri e proteggere i consumatori dalle frodi, ha portato innovazioni chiave nell’ecosistema tecnologico e finanziario. Tuttavia oggi ci si chiede se sia necessario attendere la PSD3 per realizzare pienamente quanto promesso dalla PSD2 sul fronte Open API e Open Banking.
Cos’è la PSD3 e perché serve
“La PSD2 ha alterato il mercato rendendolo potente e creativo, ma tutte le soluzioni messe a disposizione hanno tante limitazioni a livello di interoperabilità e standardizzazione. Si auspica una soluzione paneuropea”, continua Massimo Battistella, responsabile Commissione Pagamenti EACT.
“A giugno ci sarà una consultazione pubblica in Commissione europea in cui si discuterà la revisione della PSD2, con focus su open banking e strong authentication. Si fa largo l’idea di un e-identity wallet utilizzato sia nel campo dei pagamenti sia in tutto quello che è politica contro il riciclaggio, legato alla revisione della PSD2”, afferma Monica Monaco, founder di Trusteu Affairs, nel corso dell’incontro sulla PSD2 a Payments 2022.
Queste azioni di indirizzo strategico possono essere il presupposto per aprire la strada alla PSD3, che potrebbe eliminare la frammentazione includendo una specifica più precisa e concreta degli standard API, dei servizi di directory e dell’infrastruttura.
Nell’attesa della PSD3 che cosa hanno iniziato a proporre con l’iniziativa digital finance package europeo già comunicata più di un anno fa a settembre 2020?
Digital finance package: cos’è
Il 24 settembre 2020 il regolamentatore europeo ha annunciato un corpus di norme per la finanza digitale che comprende strategie di finanza digitale e pagamenti al dettaglio e proposte legislative su criptovalute e resilienza digitale. La priorità è quella di ridurre la frammentazione del mercato unico digitale, garantire che il quadro normativo europeo favorisca l’innovazione digitale nell’interesse dei consumatori e dell’efficienza dei mercati e ridurre i rischi associati alla trasformazione digitale.
“Le misure odierne saranno fondamentali per sostenere la ripresa economica dell’UE in quanto sbloccheranno nuovi modi di convogliare i finanziamenti alle imprese europee, svolgendo al contempo un ruolo chiave nella realizzazione del Green Deal europeo e della nuova strategia industriale per l’Europa”, spiega la nota stampa della Commissione europea, che “mira a promuovere l’innovazione responsabile nel settore finanziario dell’UE, in particolare per le start-up digitali altamente innovative, attenuando al contempo i potenziali rischi legati alla protezione degli investitori, al riciclaggio di denaro e alla criminalità informatica”.
Verso la PSD3
All’interno del Digital Finance Package c’è la definizione di una strategia per i pagamenti retail. Si va verso la direzione della PSD3. Le sue priorità sono 4:
- Favorire la nascita di soluzioni di pagamento sempre più digitali e istantanee con portata paneuropea
- Facilitare lo sviluppo di mercati dei pagamenti al dettaglio innovativi e competitivi
- Rendere i sistemi di pagamento al dettaglio efficienti e interoperabili
- Efficientare i pagamenti internazionali (comprese le rimesse).
Come? Con le identità digitali a supporto dell’on-boarding digitale, con la creazione di una piattaforma di digital finance europea, Green Deal, il Cloud Computing, lo sviluppo di software per il mondo finanziario, l’Intelligenza Artificiale e l’Open Finance.
Dall’Open Banking all’Open Finance