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UNA RIFORMA CALATA SULLA TESTA DELLO SPORT

UNA RIFORMA CALATA SULLA TESTA DELLO SPORT

Per gentile concessione del NuovoGiornalenazionale.it A cura di Andrea Mantegazza Il 1 Luglio è entrata in vigore la nuova Riforma dello Sport .

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Per gentile concessione del NuovoGiornalenazionale.it

A cura di Andrea Mantegazza

Il 1 Luglio è entrata in vigore la nuova Riforma dello Sport .

Innanzitutto non si capisce perché venga chiamata “ nuova “ perché questo termine dovrebbe indicare che prima ce ne sia stata stata un’ altra di cui però non abbiamo memoria , ma nella sostanza è talmente poco chiaro l’effetto che potrà creare  che la “ Riforma “ ha già subito un primo slittamento ( dal 1 Gennaio al 1 Luglio 2023 ) ed un ulteriore tempo di adattamento ( al 31 Dicembre 2023 ) .

Il comparto sportivo è uno di quei settori da “ miracolo italiano “ , nel senso che pur non avendo mai avuto nessun tipo di programmazione da parte di un  Governo (di qualunque colore politico ) né tantomeno di una qualsiasi progettualità , è riuscito dal  dopoguerra in poi a svilupparsi , in più direzioni , con le sue sole forze .

Oggi lo sport  rappresenta almeno il 4% del PIL con più di 400 mila addetti  e i dati del Comitato Olimpico Italiano stimano in almeno 1 milione e mezzo gli operatori sportivi,  con oltre 60 mila società sportive affiliate : un giro d’affari di centinaia di miliardi ogni anno .

Un mondo che negli anni ha saputo trovare al suo interno molte soluzioni per riuscire non solo a sopravvivere ma anche a fornire un servizio sempre più qualitativo agli appassionati , in continua crescita : circa il 70% degli italiani praticano sport con più o meno regolarità , più di 5 milioni i ragazzi sotto i 17 anni impegnati , oltre 40 le Federazioni Sportive Nazionali , con altre 19 discipline associate e ben 15 Enti di Promozione Sportiva .

Il “Governo dei Migliori” guidato da Mario Draghi ha voluto entrare a gamba tesa in questo contesto regolamentando, in modo nuovo i rapporti di lavoro tra chi presta la propria opera e le Associazioni relative , che oggi sono e diventano “ il datore di lavoro “ a tutti gli effetti : sono interessati alla riforma atleti , allenatori , istruttori , direttori tecnici , direttori sportivi , preparatori atletici con esclusione delle figure con mansioni di carattere amministrativo / gestionale . Tradotto , le collaborazioni potranno avere solo due soluzioni : volontariato sportivo ( non retribuito in nessuna forma ) o lavoro sportivo . Il lavoro sportivo ( non si parla più di dilettantistico , tutti professionisti! ) potrà assumere forma subordinata ( dipendenti  ) , co.co.co ( obbligo di fare meno di 18 ore settimanali ) , titolari di partita IVA . Vengono introdotti per gli operatori gli obblighi di iscrizioni all’INPS o all’ENPALS , all’INAIL ( e intanto lo Stato fa cassa ….)  nonché per TUTTE  le Associazioni il cambio degli Statuti ( con atto notarile ..) che dovranno prevedere espressamente che le attività sportive vengono svolte in via principale o prevalente.

Per gli operatori il timore di vedersi aumentare le imposte da pagare , per le Società un aumento dei costi esponenziale con relativo aumento della burocrazia per essere in regola con tutti gli adempimenti : il rischio che tutto ciò possa riflettersi in un aumento dei costi per gli appassionati è , non solo reale , ma probabile .

Il legislatore sta provando a difendersi anche sostenendo che nella nuova Riforma vi sono maggiori tutele per i lavoratori ma in tutto ciò vi è il particolare che i diretti interessati queste ipotetiche tutele non le hanno richieste né hanno mai alzato la mano per richiederle .

Ritorneremo allo sport per pochi ? Già negli ultimi anni per riparare all’aumento dei meri costi di gestione le quote per fare sport sono cresciute mediamente di un 15/20% e nonostante ciò molti gestori han dovuto chiudere o ridurre drasticamente i servizi offerti all’interno dei Club . Di fronte a nuovi aumenti molte famiglie probabilmente dovranno dire ai loro figli che lo sport non si può più fare. E’ questa la società che vogliamo ? Aggiungiamo i possibili posti di lavoro che salteranno per l’impossibilità materiale delle Associazioni , soprattutto medio e piccole , di far fronte a tutto ciò .

Chi conosce la materia non può non sapere che gli ultimi cinque anni per i gestori di impianti sono stati a dir poco difficili tra la crisi economica , lo stop per il Covid ( con i famosi prestiti a fondo perduto …da restituire ) e le bollette impazzite  della crisi energetica causata della guerra russo / ucraina. A detta di molti , e per molti motivi , la “ nuova “ Riforma avrebbe potuto , dovuto , aspettare tempi migliori e magari venir concertata con le parti interessate .

Non è certamente così’ che si migliora l’offerta sportiva di un paese moderno che ha strutture quasi ovunque obsolete . Non è così che si crea occupazione in periodi tra l’altro complessi  né è così che si programma il futuro dei nostri giovani e dei “ meno giovani “ .

In tutto questo dove sta LO SPORT ? Bello sentir parlare nelle campagne elettorali della sua funzione sociale , della sua utilità nella prevenzione sanitaria così come di essere uno dei maggiori fattori educativi delle nuove generazioni .

Lo sport è molto , molto di più . Non si possono quantificare , nè pesare nè monetizzare con percentuali di PIL le emozioni che questa attività regala ad ognuno di noi , come praticante , come spettatore o come tifoso . Il mondo dello sport va salvato e salvaguardato . I nostri avi ci hanno indicato la strada ( mens sana in corpore sano  ) già secoli e secoli or sono , ora non ci resta che aspettare il 2024 e sperare che, anche questa volta, il settore intero sappia trovare le soluzioni e gli equilibri per rimanere un punto di riferimento della società .

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