La nascita delle comunità energetiche rinnovabili trova sulla propria strada un accordo tra Enea e Confcooperative. L’organizzazione delle imprese soc
La nascita delle comunità energetiche rinnovabili trova sulla propria strada un accordo tra Enea e Confcooperative. L’organizzazione delle imprese sociali e l’Ente di ricerca hanno firmato un protocollo per spingere sulle istituzioni ed agevolare la nascita delle nuove aggregazioni energetiche. L’Italia è in ritardo su queste forme solidaristiche previste nel progetto europeo della decarbonizzazione. L’intesa arriva pochi giorni prima della fine della consultazione pubblica avviata dal Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. La scadenza, infatti, è fissata al 12 dicembre prossimo, data entro la quale associazioni, enti, cittadini, possono inviare al Ministero le proposte di merito.
Per l’Enea l’accordo è strategico. Confcooperative è una organizzazione capillare che ha nella propria ragione sociale la cooperazione tra soggetti. “Noi miriamo a perfezionare e valorizzare strumenti e servizi di autoconsumo diffuso e smart energy community in modo da mitigare la povertà energetica e accelerare la transizione energetica ed ecologica attraverso una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e la partecipazione attiva dei cittadini al mercato dell’energia”, commenta il Presidente dell’Enea Gilberto Dialuce. Dal governo si attendono, però, i decreti attuativi per dare piena concretezza ad un modello sociale avanzato basato sullo scambio di energia a livello locale. In questo modo si abbassa la dipendenza- e quindi la domanda- di energia dal sistema elettrico nazionale. I prossimi provvedimenti dovrebbero avere una valenza quinquennale con l’installazione totale di 5 Gigawatt. Dove le comunità sono state create si è passati dalla produzione elettrica delle centrali, a tanti piccoli produttori diffusi nei Comuni.
Fonte: Firstonline.it