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Venezia capitale della sostenibilità, voto sulla Fondazione in Consiglio. L’affondo

I dubbi del capogruppo di Terra e Acqua. «Chi pagherà? Serve onestà intellettuale. Rischia di aggiungersi alle istituzioni che già si occupano di Venezia, come l'Autorità prevista dal decreto agosto 2020. Che stiamo aspettando»

Venezia capitale della sostenibilità, voto sulla Fondazione in Consiglio. L’affondo

L'esordio internazionale era stato durante l'Expo di Dubai a ottobre scorso, mentre alla fine del 2021 la Regione ha approvato lo schema di statuto e

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L’esordio internazionale era stato durante l’Expo di Dubai a ottobre scorso, mentre alla fine del 2021 la Regione ha approvato lo schema di statuto e ha autorizzato l’avvio della procedura per la nomina e la designazione dei rappresentanti regionali all’interno della fondazione “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”. Tra i soci fondatori, oltre alla Regione del Veneto, il Governo, il Comune di Venezia, le istituzioni culturali accademiche, le imprese e le associazioni imprenditoriali, e tra le proposte, l’organizzazione di una “Biennale della Sostenibilità” che riunisca ogni due anni istituzioni, accademici, esponenti del mondo dell’arte e delle scienze e imprese per discutere dei cambiamenti climatici e, più in generale, della sostenibilità. Domani, giovedì 17 febbraio, il Consiglio comunale approva lo statuto della Fondazione. Ed emergono le prime riflessioni.

Per il consigliere, interrogarsi sull’utilità di una Fondazione che si aggiunge alle istituzioni che già si occupano di Venezia, come l’istituenda Autorità prevista dal “decreto agosto”, «è un esercizio di onestà intellettuale», poiché il voto di domani non si accompagna a un piano di azione per risolvere le criiticità che ha individuato, spiega. «Non compaiono né un cronoprogramma, né un piano economico e finanziario. La Fondazione per la sostenibilità rischia di essere insostenibile sul piano economico, e al Consiglio comunale viene chiesto di candidare Venezia a “capitale mondiale” sì, dell’ipocrisia». Questa fondazione, sostiene Gasparinetti, «è sicuramente utile per le aziende che ne sfrutteranno il brand, per attirare grandi eventi mondiali, o per promuovere i loro prodotti (idrogeno in primis) ma la sua utilità per la città e per chi ci vive è tutta da dimostrare».

Tra le imprese compaiono Eni, Enel, Snam. «Difficile credere siano soci disinteressati – commenta il consigliere -. Questa fondazione è sicuramente e soprattutto utile per soddisfare le vanità di alcuni, viste le poltrone che distribuisce». L’organo prevede il presidente, due vicepresidenti del Consiglio di indirizzo, il Consiglio stesso con 15 componenti, il presidente del Comitato di gestione, il Comitato di gestione con 5 componenti retribuiti, il Comitato tecnico scientifico con 10 componenti retribuiti, il Collegio sindacale composto da 3 sindaci effettivi e 2 supplenti, retribuiti, e il revisore legale dei conti.

«In totale 37 cariche. Chi pagherà per questo carrozzone che oltre ai compensi (allo stato attuale ignoti) si farà carico anche di molte spese di viaggio e di rappresentanza?», affonda il consigliere. Il Comune di Venezia contribuisce con un versamento iniziale di 50.000 euro, mentre i costi futuri della struttura al momento sono ignoti. «Stupisce il ritardo – conclude Gasparinetti – con cui il Consiglio comunale di Venezia viene investito di una questione che la Regione ha liquidato con deliberazione di giunta il 12 marzo 2021. Stupisce che alle molte enunciazioni non abbia fatto seguito alcuna progettualità volta a intercettare i fondi europei del Pnrr, nessun riscontro in progetti cantierabili o finanziabili, e il dubbio che sorge è quello di un grande bluff, in un Paese che a quasi due anni dalla sua creazione non ha ancora nominato i vertici della Autorità per la Laguna (decreto agosto del 2020)».

Fonte: Venezia Today.it

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