Eliminare lo Spid e sostituirlo con la Carta d’identità elettronica (Cie)? Questo è il dilemma del Governo Meloni. Il sistema pubblico di identità dig
Eliminare lo Spid e sostituirlo con la Carta d’identità elettronica (Cie)? Questo è il dilemma del Governo Meloni. Il sistema pubblico di identità digitale, la chiave di accesso ai servizi online della Pubblica amministrazione, potrebbe avere i mesi contati. Alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, è stato chiaro: “Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e a promuovere la carta d’identità elettronica”. L’obiettivo? Creare un’unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato.
L’abolizione dello Spid rischierebbe di interrompere il percorso verso una piena digitalizzazione dei servizi al cittadino che si è innescato, e che è accelerato durante la pandemia Covid. Ma è anche uno degli obiettivi del Pnrr (a novembre scorso sono stati raggiunti i livelli fissati per il 2024). E allora perché fare un passo indietro? Rischiando di innescare un nuovo dibattito con la Commissione Ue? L’intenzione è quella è di assicurare un’erogazione dell’identità digitale non più affidata ai gestori privati, ma solo ad aziende pubbliche. Ma come cancellare lo Spid e sostituirlo con la Cie?
Differenze tra Spid e Cie: quale conviene?
Spid e Cie sono entrambe identità digitali utilizzabili per l’accesso a servizi digitali sia pubblici e privati. Ma i due sistemi non sono sovrapponibili. I servizi dello Spid sono forniti da nove gestori detti “identity provider” (Aruba, Intesa, InfoCert, Lepida, Namirial, Poste italiane, Sielte, SpidItalia, TeamSystem e Tim) e garantisce una soglia di sicurezza di primo e secondo livello, mentre la Cie, emessa dal ministero dell’Interno e prodotto dal Poligrafico e Zecca dello Stato, viene rilasciata in presenza e ha tre livelli di sicurezza: necessita di Pin e Puk, nonché di un lettore apposito da collegare ai dispositivi (lettore di smart card). Tuttavia, il terzo livello è quello richiesto dagli standard di sicurezza fissati dall’Europa per l’identità digitale europea che dovrebbe vedere la luce dal 2025. Una specie di app su cui ognuno di noi potrà caricare i suoi documenti.