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Un premio ai dirigenti pubblici che investono sui giovani

Un premio ai dirigenti pubblici che investono sui giovani

«Trattenere i giovani e in generale i dipendenti all’interno della Pa è anche compito dei singoli dirigenti. Ecco perché il loro operato verrà valutat

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«Trattenere i giovani e in generale i dipendenti all’interno della Pa è anche compito dei singoli dirigenti. Ecco perché il loro operato verrà valutato pure sotto questo aspetto», così il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Che aggiunge: «Lo prevede il nuovo contratto per la dirigenza pubblica, su cui siamo impegnati in queste settimane all’Aran, attraverso la retribuzione di risultato, che consentirà di raggiungere questo obiettivo». Insomma, è in arrivo un “bonus” per i dirigenti che non si lasceranno sfuggire i giovani talenti. L’emergenza del resto è sotto gli occhi di tutti. Il personale della Pa ha un’età media che supera la soglia dei 50 anni e gli under 30 sono merce rara. Circa un milione di statali, è stato stimato, andrà in pensione entro il 2033. Continua Naddeo: «Ogni dirigente ha una grande responsabilità nella gestione delle persone, che, quando funziona, si traduce in un buon andamento dell’amministrazione e in servizi efficienti».

Il negoziato

Il prossimo appuntamento del tavolo negoziale è previsto per il 22 maggio. Si punta a chiudere la trattativa in tempi brevi. Il contratto da rinnovare è ancora quello del triennio che va dal 2019 al 2021. Coinvolti 4 mila manager pubblici. All’orizzonte ci sono incrementi che potranno arrivare fino a 390 euro lordi mensili per i dirigenti dell’Enac. Per i dirigenti di prima fascia dei ministeri, delle agenzie fiscali e dell’Inps sono in arrivo aumenti di 340 euro lordi mensili. L’asticella scende a 195 euro, sempre lordi mensili, per i dirigenti di seconda fascia.

 

 

Per quanto riguarda la retribuzione di risultato, attraverso cui viene premiata la performance individuale, si sta cercando di individuare degli obiettivi da assegnare che siano sufficientemente sfidanti (come appunto quello di far lavorare con profitto i più giovani) e dei criteri per differenziare il più possibile a seconda del voto conseguito gli importi da erogare.

La mappa

Il titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, in una recente intervista al Messaggero, ha affermato che «il merito deve essere un valore irrinunciabile da cui partire per rendere attrattiva la Pa, soprattutto per i giovani». E ancora. «La misurazione dei risultati non può prescindere dalla definizione di strumenti e indici adeguati concepiti non in termini punitivi ma in termini puramente ricognitivi». Nelle Pa l’età media del personale stabile è risultata pari nel 2021 a 50,7 anni (49,9 anni per gli uomini, 51,4 per le donne). Nel 2001 era di 44,2 anni. Così è emerso dall’ultima indagine condotta da Forum Pa. L’età media di entrata è passata in vent’anni da 29,3 a 34,3 anni. Gli impiegati pubblici con meno di trent’anni sono il 4,8% e si riducono al 3,6% se si rivolge lo sguardo al solo personale stabile. Nei ministeri, negli enti locali e nella scuola abbiamo solo due giovani di meno di trent’anni assunti stabilmente ogni cento impiegati.

Fonte: pamagazine.it

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