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Algoritmo antievasione: come funziona la nuova arma del fisco

Il ministro Franco ha firmato il decreto che consentirà di incrociare i dati dell’anagrafe tributaria dopo averli resi anonimi – Sempre garantito anche l’intervento umano

Algoritmo antievasione: come funziona la nuova arma del fisco

Il Tesoro lancia l’algoritmo antievasione. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha firmato il decreto che permetterà di incrociare i dati dell’a

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Il Tesoro lancia l’algoritmo antievasione. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha firmato il decreto che permetterà di incrociare i dati dell’anagrafe tributaria dopo averli resi anonimi. In base al provvedimento, per l’analisi del rischio evasione saranno usati i dati riportati nelle dichiarazioni fiscali, quelli relativi al patrimonio immobiliare e mobiliare, le informazioni contabili e finanziarie e quelle su versamenti e compensazioni.

L’algoritmo antievasione dovrebbe essere l’arma principale per consentire all’Italia di fare un passo avanti nella compliance, come previsto da uno degli impegni assunti con l’Europa nell’ambito del PNRR.

Algoritmo antievasione e tutela della privacy

Premessa dell’intera operazione è la tutela della privacy: nell’analizzare i dati sarà infatti impedita l’identificazione immediata dei singoli soggetti.

In ogni caso, non tutto il lavoro sarà svolto dall’algoritmo antievasione: il decreto, infatti, prevede che sarà “sempre garantito l’intervento umano” degli operatori dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

I tempi di conservazione dei dati anonimi

In base al parere fornito dal Garante della Privacy dopo il primo schema di decreto e la successiva interlocuzione con il Tesoro, sono stati stabiliti i tempi di conservazione dei dati resi anonimi, che non potranno superare il secondo anno successivo a quello in cui “matura la decadenza della potestà impositiva”. In nessun caso, poi, la conservazione potrà estendersi oltre la chiusura di eventuali contenziosi.

La possibilità di accesso ai dati da parte dei contribuenti

Per quanto riguarda invece la possibilità di accesso ai dati da parte dei contribuenti, le ipotesi sono tre:

  1. potrebbe essere garantita dalla data di ricezione della lettera di compliance;
  2. dalla data di consegna del processo verbale di constatazione o della notifica dell’atto istruttorio o dell’atto impositivo nel caso di contribuenti sottoposti a controllo vero e proprio;
  3. o ancora dal primo giorno successivo a quello in cui matura la decadenza del potere di accertamento per i contribuenti che non hanno ricevuto né un avvertimento del fisco né un atto di controllo.

Ai contribuenti sarà sempre garantita la possibilità di chiedere la rettifica di dati personali inesatti.

L’interoperabilità delle banche dati

Il decreto, che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, pone le basi anche per l’attuazione della parte della delega fiscale che riguarda l’Interoperabilità delle banche dati. In questo modo, infatti, si passerà dai dati anonimi alle liste selezionate dei contribuenti considerati a rischio evasione o elusione fiscale, che saranno quindi invitati al ravvedimento operoso con la compliance oppure controllati nei casi più gravi.

Fonte: Firstonline.it

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