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LA CRISI DELLE MATERIE PRIME MOSTRA IL FALLIMENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE LIBERISTA

LA CRISI DELLE MATERIE PRIME MOSTRA IL FALLIMENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE LIBERISTA

I venti di guerra dall' est Europa, rendono sempre più concreto l'avvento di una crisi alimentare e delle materie prime, anche a seguito della chiusur

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I venti di guerra dall’ est Europa, rendono sempre più concreto l’avvento di una crisi alimentare e delle materie prime, anche a seguito della chiusura dei porti ucraini e del blocco delle esportazioni. Questo è un problema grosso per paesi come, l’ Italia che non sono mai stati autosufficienti dal punto di vista alimentare e delle materie prime, la diificoltà non è soltanto legata all’ eventuale aumento dei prezzi ma anche per l’approvvigionamento delle stesse, con conseguenze drammatiche per l’ intera filiera.

L’ Unione Europea importa dalla Russia non solo gas naturale, pari al 40% del totale ma anche una cospiscua quantità di materie prime sia di prodotti agroalimentari che di materiale tecnologico. Basti pensare che secondo le stime del Dipartimento dell’ Agricoltura degli Stati Uniti, la Russia è il primo esportatore di grano mentre l’ Ucraina è il quarto. Ma a preoccupare è anche la situazione dei fertilizzanti, indispensabili sia per la quantità che per la qualità dei prodotti agricoli: perché a causa delle sanzioni imposte alla Russia, il Ministero del Commercio e dell’ industria russo ha raccomandato di interrompere le esportazioni di fertilizzanti.

La guerra intrapresa dall’ UE contro il Cremlino si sta ritorcendo contro gli stessi paesi “sanzionatori”, portando a un aumento dei prezzi delle materie prime e del gas, mentre nel frattempo la Russia guarda all’ Asia per eventuali scambi commerciali, compensando in questo modo le perdite economiche subite dai paesi occidentali.  Di recente ha sottoscritto un accordo con il Pakistan per l’esportazione di circa 2 milioni di tonnellate di grano. Ad aggravare ulteriormente la situazione nel nostro paese si aggiunge una decisione presa lo scorso 8 marzo dal Presidente Russo, cioé un divieto di import-export per i paesi ritenuti ostili.

Già la precedente crisi del Covid-19 e ora quella ucraina ha mostrato, come la globalizzazione diventi fragile in tempi di crisi, come si è mostrato in Italia con la delocalizzazione di intere attività produttive, ciò ha fatto emergere come questi delicati equilibri geopolitici se vengono messi in crisi possono portare a un crollo dell’ intero sistema economico.

La globalizzazione per come è stata conosciuta, ormai non esiste più, infatti ci troviamo di fronte al crollo di un sistema- e di un’ era anche se è stato dipinto per anni come il miglior modello possibile al “progresso” ma questo sistema ora non funziona più.

Fonte: Nuovo giornale Nazionale.it

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