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Cloud per bilanciare la spesa IT: il 44% delle imprese italiane rivede i budget

Il vendor lock-in, la mancanza di trasparenza e strumenti di gestione poco flessibili hanno fatto lievitare i costi del 29% in un anno. Le aziende lavorano alla ripartizione tra Capex e Opex a causa del contesto economico. L’indagine di Couchbase

Cloud per bilanciare la spesa IT: il 44% delle imprese italiane rivede i budget

Il cloud è essenziale per bilanciare la spesa IT. Emerge da un’indagine di Couchbase, secondo cui il 54% delle aziende a livello globale e il 40% di q

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Il cloud è essenziale per bilanciare la spesa IT. Emerge da un’indagine di Couchbase, secondo cui il 54% delle aziende a livello globale e il 40% di quelle italiane ritengono il cloud essenziale per bilanciare la spesa IT. In particolare il 44% delle imprese italiane sta rivedendo la ripartizione del budget tra Capex e Opex a seguito del contesto economico attuale. La maggior parte delle organizzazioni italiane ritiene infatti che un ulteriore spostamento verso il cloud sia inevitabile, con il 40% alla ricerca attiva di metodi per ridurre e/o controllare la spesa cloud.

Le voci che “zavorrano” i costi del cloud

L’indagine globale, che ha visto il coinvolgimento di 600 responsabili decisionali IT senior, ha rilevato che fattori come il vendor lock-in, la mancanza di trasparenza nella spesa e nei costi del cloud e strumenti di gestione poco flessibili hanno incrementato i costi del cloud del 29% nel 2022. Ha inoltre evidenziato una spesa media di 28,91 milioni di dollari per i servizi cloud, con un aumento di circa 6,5 milioni di dollari, confermando che tecnologie flessibili, con prezzi trasparenti e un buon rapporto costo/qualità, siano le più adatte ad aprire alle aziende il percorso verso il cloud garantendo l’efficienza di business.

“Il cloud è una componente essenziale dello stack tecnologico moderno che offre alle imprese la scalabilità, affidabilità e agilità di cui hanno bisogno – spiega Rahul Pradhan, VP of product and strategy di Couchbase –. Oggi più che mai, i service provider devono fornire soluzioni altamente sicure e scalabili, insieme a opzioni di implementazione flessibili che offrano il giusto rapporto prezzo/prestazioni. Questo approccio garantisce ai clienti agilità e controllo sulle loro scelte cloud, aiutandoli a ottenere il massimo dalle loro risorse e permettendo loro di concentrarsi sulla gestione e accelerazione del proprio business”.

Le risorse investite in public cloud

Alcune organizzazioni stanno affrontando problemi con l’architettura on-premise, incluse la formazione dei dipendenti e la gestione dei costi di infrastruttura, per questo il 53% delle aziende a livello globale e il 56% di quelle italiane sta spostando la spesa da Capex a Opex. Non solo, le aziende desiderano destinare il 31% della loro spesa IT totale al cloud pubblico entro il 2026 e il 31% ha già avviato il percorso per raggiungere questo obiettivo.

Cosa chiedono le aziende ai provider

Gli intervistati dimostrano diversi livelli di fiducia nei servizi forniti dai cloud provider e, a livello globale, sono “fiduciose o per lo più fiduciose” che offrano il livello necessario di sicurezza (66%), scalabilità (41%), efficienza dei costi (36%). Quest’ultimo dato probabilmente non è dovuto solo ai livelli dei servizi cloud, ma anche alla crescita di esigenze e aspettative delle aziende che cercano di sfruttare al meglio ogni risorsa a loro disposizione.

Il cloud fa evolvere il ruolo dell’IT

Gli intervistati vedono l’IT assumere un ruolo più consulenziale, supportando gli altri dipartimenti nel prendere le giuste decisioni in ambito informatico, riducendo al minimo i rischi. I dati principali evidenziano che l’85% a livello globale e il 92% italiano ha iniziato a modificare il ruolo dell’IT in questa direzione o prevede di farlo nei prossimi 12 mesi.

Ancora, l’88% a livello globale e il 94% italiano ha cominciato a utilizzare, o prevede di farlo, tecnologie low code e no code per aiutare le altre divisioni a sviluppare applicazioni con un coinvolgimento minimo dell’IT.

Inoltre l’88% a livello globale e l’86% italiano sta adottando un approccio simile con il serverless computing, in modo che altri dipartimenti possano acquistare direttamente i propri servizi cloud.

Per finire, il 90% a livello globale e l’82% italiano sta fornendo o fornirà formazione ad altri dipartimenti per utilizzare i servizi cloud in modo più efficace.

“Questo non significa – si legge nel report – che l’IT abbandonerà le proprie responsabilità, sono infatti solo il 14% le organizzazioni globali e il 18% di quelle italiane che stanno utilizzando il cloud per promuovere l’innovazione e nuovi servizi senza il coinvolgimento dell’IT. Tuttavia, significa che le competenze necessarie ai team IT si evolveranno, con conoscenze tecniche pure affiancate da skill interpersonali, manageriali e formative a favore del business.

Come ottenere un Roi “significativo”

“Il cloud è al centro dell’evoluzione dell’IT verso un ruolo più consulenziale, che sta diventando ancora più importante con la crescita significativa di applicazioni guidate dall’intelligenza artificiale – spiega ancora Pradhan -. Ad esempio, i team IT e di sviluppo possono liberarsi della gestione dei database grazie a servizi cloud completamente gestiti, ma a loro volta dovranno educare e supportare gli altri reparti su come utilizzare le tecnologie cloud in modo efficace, responsabile e sicuro, dallo sviluppo di applicazioni semplici alla scelta dei servizi cloud in modo da non causare un aumento di costi o rischi”.

Di conseguenza l’utilizzo del cloud, e quindi le spese, “continueranno a crescere per stare al passo con l’innovazione. Spetta alle aziende investire in modo consapevole negli strumenti che abilitino operazioni più efficienti – tool moderni, economici e flessibili, che consentiranno di ottenere un Roi significativo sulle tecnologie cloud”.

Fonte: Corierecomunicazioni.it

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