HomeItalian Enterprises

Olio vegetale come carburante: il nuovo progetto di Hera per trasformare uno scarto in risorsa

Da olio vegetale esausto a biocarburante per i mezzi operativi del Gruppo Hera. È il nuovo progetto della multiutility emiliana volto a trasformare un potenziale rifiuto in risorsa

Olio vegetale come carburante: il nuovo progetto di Hera per trasformare uno scarto in risorsa

Dalla padella al distributore: usare l’olio vegetale come carburante. È il nuovo progetto del Gruppo Hera, per far pesare meno sull’ambiente la prepar

Ocean grabbing: ecco le cause e le conseguenze del saccheggio dei mari
Idrogeno, dalla produzione al consumo: tre scenari possibili per l’ Italia
Cos’è l’amido modificato sempre più usato dall’industria alimentare

Dalla padella al distributore: usare l’olio vegetale come carburante. È il nuovo progetto del Gruppo Hera, per far pesare meno sull’ambiente la preparazione di fritture, cotolette e patatine. A testimoniarlo è uno dei più giovani vincitori di Masterchef, Valerio Braschi, che ha affiancato la multiutility bolognese per far conoscere il progetto e i suoi benefici sull’ambiente.

La nuova iniziativa del Gruppo Hera Si chiama Hove ed è rivolta a tutte le imprese che producono oli vegetali esausti (cosiddetti O.V.E.) come risultato delle proprie lavorazioni, in particolare ristoranti, tavole calde, alberghi, industrie alimentari. La multiutility italiana si occuperà della raccolta degli oli, valorizzandoli integralmente e conferendoli alla bio-raffineria Eni di Porto Marghera dove verranno trasformati in biocarburante immesso nel gasolio Eni Diesel+. Questo sarà poi impiegato anche in alcuni dei mezzi operativi dell’azienda.

Per partecipare è possibile contattare l’azienda attraverso il form dedicato sul sito del Gruppo Hera.

Olio vegetale come carburante: il ruolo dei cittadini

Il progetto HOVE rappresenta un vero e proprio esempio di economia circolare e di coinvolgimento attivo per realizzare progetti di valore nell’ambito della sostenibilità e della tutela del nostro pianeta.

Tracciamento e qualità sono al centro dell’iniziativa grazie alla certificazione da parte di un ente terzo, che garantisce la sostenibilità dell’intera filiera di trasformazione degli oli esausti della multiutility,  secondo lo schema nazionale dei biocarburanti e lo schema europeo ISCC (International Sustainability & Carbon Certification), in quanto il processo in tutte le sue fasi – dalla raccolta territoriale al pretrattamento fino alla produzione di biodiesel – genera emissioni di anidride carbonica dell’83% inferiori rispetto alla produzione di gasolio di origine fossile.

Anche i cittadini possono contribuire attivamente a un corretto smaltimento dell’olio esausto prodotto nelle loro case, che rappresenta il 62% di quello complessivo. Un gesto importante per l’ambiente ma semplice nel quotidiano: basta raccoglierlo e conferirlo nelle colonnine stradali o alle stazioni ecologiche.

Tutte le informazioni per un corretto smaltimento sono disponibili anche tramite l’app gratuita per smartphone e tablet il Rifiutologo.

Fonte: Firstonline.it

Commenti