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La visione di Emma Bonino degli Stati Uniti d’ Europa, è il sentiero: ma è stata stravolta a suo tempo tempo da Mario Bergamo nel suo libro.

La visione di Emma Bonino degli Stati Uniti d’ Europa, è il sentiero: ma è stata stravolta a suo tempo tempo da Mario Bergamo nel suo libro.

Fonte: Linkedin A cura di Paola Bergamo Quella degli Stati Uniti d’Europa auspicata da Emma Bonino è il “sentiero” ma è stato interrotto a suo t

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Fonte: Linkedin

A cura di Paola Bergamo

Quella degli Stati Uniti d’Europa auspicata da Emma Bonino è il “sentiero” ma è stato interrotto a suo tempo, come ho cercato di spiegare nel libro “I sentieri Interrotti dell’Europa, sulla via tracciata da Mario Bergamo”.
La costruzione della Ue, evoluzione della Ceca, ha garantito certa qual prosperità e pace ma fu più che altro la visione di un grande mercato, “sponsorizzato”, mentre ben poco si è investito sulla costruzione di un sentimento di comune appartenenza per le genti che costituiscono il popolo d’Europa.
Quello d’Europa, si può dire che è un popolo che c’è (!) ma è rimasto ignaro di se (!), imbrigliato entro i limiti delle visioni nazionalistiche di cui è rimasta ostaggio la Ue!
Con alcuni amici di Parigi, cercammo di attivarci per promuovere un rinnovato spirito europeista richiamandoci al sentimento dei Padri Fondatori.
Sono tante le sfide che abbiamo dovuto affrontare. Le più recenti, pandemia e guerre, dimostrano che da soli gli “starelli” poco possono specie innanzi al “ritorno” degli “Imperi”.
La speranza è che oltre le necessità elettorali, ci sia davvero la visione “rivoluzionaria” della costruzione degli Stati Uniti d’Europa.
Ma sarà una rivoluzione, uso il termine di Bonino, suggestivo, in verità attuabile solo per via riformista, essendoci di mezzo proprio gli Stati Nazionali. Questa, è l’Europa voluta a Lisbona dove ha prevalso il volere delle Nazioni (donde il voto all’unanimità).
Questo è il tempo del paradosso. La recrudescenza dei Nazionalismi che portano chiusura in se’ stessi, mentre è più che evidente che poco possono le Nazioni innanzi alla forza (e furia) degli “Imperi”.
Ma non basta solo una “Unione degli Investimenti” ( come dice Bonino) serve la consapevolezza di sentirsi Comunità di Destino!
Dice ancora Bonino, con ragione, “ sfide comuni richiedono investimenti comuni” – ma sottolineo che non bastano gli investimenti per sentirsi un “unicum”.
E se serve essere “rivoluzionari” perché fino ad oggi non lo si è stati?
Bonino dice che non serve ricorrere il passato. Per me, non si può non fare i conti con il passato!
Allora per fare quello scatto che serve, occorre operare molto culturalmente ( non solo economicamente, finanziariamente). I sondaggi sono piuttosto infausti e preoccupanti circa la propensione dell’affluenza al voto.
L’integrazione tra Europei necessitava in primis di una educazione a sentirsi Europei (!)
Le destre avanzano perché sono mancati tasselli nel mosaico e tradite molte speranze : le costruzioni della tecno-finanza hanno acuito le differenze, aumentato le ingiustizie sociali.
La via verso gli Stati Uniti d’Europa è l’unica via percorribile se opererà nel nome della giustizia sociale tra stati, tra le genti d’Europa. Per questo, anche se non amo citarmi rimando al mio “Una Europa Mediterranea” uscito su NGN

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