Fonte: Le Formiche.net
“Un tempo il Sudan era il gioiello della corona degli investimenti petroliferi cinesi all’estero. Ma dopo che la secessione del Sud Sudan nel 2011 ha lasciato al Sudan una piccola parte delle risorse petrolifere, il commercio, gli investimenti e l’impegno finanziario della Cina con il Sudan sono diminuiti drasticamente”, ha spiegato Luke Patey, ricercatore senior presso l’Istituto danese per gli affari internazionali, secondo cui la Cina rimane il principale partner commerciale del Sudan “ma si tratta di una quantità minima rispetto alle relazioni più ampie della Cina”. È questo potrebbe guidare la reazione alla crisi.
Narrazioni e interessi
Il contesto
Caos, illegalità e paura attanagliano gran parte del Sudan. È passata una settimana da quando le tensioni tra i due generali più importanti di Karthum sono esplose in vere e proprie battaglie che si sono estese a tutto il Paese – circa 46 milioni di persone, il terzo più grande per estensione – trasformando la capitale in una città fantasma da cui stanno evacuando gli stranieri e fuggendo un’ondata di rifugiati. Tregue temporanee, tra cui una durante la festività dell’Eid, non sono riuscite ad arginare il conflitto, che alla radice ha una contesa per il potere tra il generale Abdel Fattah al-Burhan, comandante delle Forze armate sudanesi e capo di Stato de facto, e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, a capo delle influenti Forze paramilitari di supporto rapido.
Quanto conta il Sudan per Pechino?
David Shinn, specialista delle relazioni Cina-Africa presso la Elliott School of International Affairs della George Washington University, sostiene che il Sudan è meno importante per la Cina oggi rispetto a 10-15 anni fa. “Una volta la Cina riceveva circa il 6% del petrolio importato dall’allora Sudan unificato. Oggi ne riceve meno dell’1% dal Sudan meridionale e dal Sudan”. Pechino ha scelto altre vie di approvvigionamento, e al di là della mossa formale di chiedere la fine dei combattimenti – sull’onda dell’essere presente all’interno di certi dossier internazionali – è rimasta sostanzialmente ferma. È il minore peso nelle connessioni con il Paese a muovere la Cina al ribasso? Pechino ha disinteresse nel mostrarsi un attore internazionale responsabile?
La Cina è innanzitutto ansiosa di proteggere i propri interessi commerciali e imprenditoriali, e soprattutto i cittadini cinesi che vivono in Sudan. Secondo Shinn, non c’è stato alcun serio sforzo da parte della Cina negli ultimi anni per mediare o risolvere i conflitti nel Corno d’Africa. “L’inviato speciale della Cina per il Corno d’Africa ha ospitato una conferenza di pace ad Addis Abeba nel giugno del 2022, ma non sembra che questa iniziativa abbia portato a nulla”. E ancora: “Nella misura in cui la Cina decidesse di impegnarsi più attivamente per portare la pace nel Corno d’Africa, la situazione in Sudan complicherebbe ovviamente i suoi sforzi”.