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Usa: benedicono il riarmo del Giappone

Usa: benedicono il riarmo del Giappone

Con l’adozione della sua nuova strategia di difesa e sicurezza nazionale il Giappone ha compiuto “un passo coraggioso e storico per rafforzare e difen

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Con l’adozione della sua nuova strategia di difesa e sicurezza nazionale il Giappone ha compiuto “un passo coraggioso e storico per rafforzare e difendere l’Indo-Pacifico libero e aperto”. Lo ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, in un comunicato. “L’obiettivo del Giappone di aumentare significativamente gli investimenti nella difesa rafforzerà e modernizzerà anche l’alleanza Usa-Giappone”, si legge nella nota, secondo cui l’iniziativa del primo ministro giapponese, Fumio Kishida, rafforza il suo impegno per la pace internazionale. Washington ha ribadito la sua gratitudine alla leadership giapponese, ricordando anche il sostegno di Tokyo all’Ucraina contro l’invasione della Russia.

Il governo del Giappone ha approvato ieri una revisione delle strategie nazionali di difesa e sicurezza, che accompagneranno nei prossimi anni il raddoppio del bilancio nazionale della Difesa al due per cento del prodotto interno lordo entro il 2027 e un processo di riarmo senza precedenti dal secondo dopoguerra. La revisione delle politiche difensive del Paese giunge in un contesto di significativo peggioramento dell’ambiente di sicurezza regionale: come anticipato nei giorni scorsi, la nuova versione della Strategia di sicurezza nazionale definisce in particolare la Cina una “sfida strategica” senza precedenti, esprimendo così una posizione più dura nei confronti della prima potenza asiatica, in linea con gli Stati Uniti e la Nato. I nuovi indirizzi politici comporteranno anche una ridefinizione della struttura di comando delle forze armate, e l’acquisizione di sistemi bellici per la proiezione della forza a lungo raggio – inclusi missili balistici e da crociera – ritenuti sino ad ora vietati dalla Costituzione pacifista del Paese.

Nel nuovo contesto normativo il bilancio della Difesa nazionale per il periodo 2023-2027 aumenterà sino a circa 43 mila miliardi di yen (318 miliardi di dollari), un incremento superiore al 50 per cento rispetto all’attuale piano di spesa quinquennale. L’aumento di circa 27.400 miliardi di yen rispetto a quanto originariamente pianificato riflette le minacce crescenti poste da Cina e Corea del Nord. Nei giorni scorsi il premier giapponese ha nuovamente discusso la questione con il ministro delle Finanze, Shunichi Suzuki, e con quello della Difesa, Yasukazu Hamada. La sfida immediata resta il reperimento di risorse di finanziamento addizionali, dal momento che la salute fiscale del Giappone è già oggi la peggiore tra le maggiori economie industrializzate, con un debito pubblico più che doppio rispetto al prodotto interno lordo. Non mancano inoltre in Giappone quanti affermano che un così macroscopico aumento del bilancio della Difesa rischia di innescare reazioni ostili da parte dei principali avversari regionali, comportando un peggioramento del quadro di sicurezza regionale, anziché stabilizzarla.

La Cina ha inoltrato una formale protesta al Giappone dopo l’approvazione della nuova versione della sua strategia di sicurezza nazionale, sostenendo che accusa “falsamente” Pechino di impegnarsi nella “coercizione economica” e in attività militari che destano “grande preoccupazione” nella comunità internazionale. Lo ha fatto sapere l’ambasciata cinese a Tokyo, secondo cui il documento strategico viola lo spirito delle quattro intese raggiunte dalle parti e alimenta le tensioni regionali. “La Cina ha sempre aderito alla strada dello sviluppo pacifico, ha perseguito una politica nazionale di natura difensiva e non ha mai istigato né partecipato a una corsa agli armamenti”, ha affermato la sede diplomatica, che ha inoltre difeso l’approccio adottato dal Partito comunista nei confronti di Taiwan e delle isole Senkaku, rivendicate come parte del territorio nazionale. L’ambasciata ha invitato il Giappone a non giustificare il proprio riarmo con la “teoria della minaccia cinese” e ad abbracciare il consenso politico che classifica i due Paesi come “partner e non come reciproche minacce”.

Fonte: Agenzianova.com

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