Ridurre il nostro impatto sul pianeta dipenderà anche da come useremo il digitale. Da una ricerca Iab Italia (associazione internazionale nel campo de
Ridurre il nostro impatto sul pianeta dipenderà anche da come useremo il digitale. Da una ricerca Iab Italia (associazione internazionale nel campo della pubblicità digitale) emerge che il funzionamento dei prodotti e dei servizi digitali produce ogni anno 1,6 miliardi di tonnellate di gas serra. Se si divide questo dato per la popolazione mondiale risulta che ognuno di noi produce oltre 400 kg di anidride carbonica l’anno.
Finora molti erano convinti che tutto ciò che era virtuale non pesasse in termini di inquinamento, che la nostra impronta ecologica dipendesse solo da quanto consumavamo, acquistavamo, in termini “materiali”: sbagliato. Anche il digitale inquina.
MISURARE
Capire quali sono i “rifiuti digitali” prodotti e quali i processi che creano un’impronta carbonica digitale. Si identificano poi le procedure digitali così da procedere a una vera e propria “pulizia digitale”: limitare i messaggi inutili, archiviare e conservare solo le informazioni fondamentali (a differenza degli altri rifiuti – plastica, indifferenziato – i digitali sono facilmente smaltibili).
AGIRE
Iab ha redatto un vademecum dei comportamenti da adottare per ridurre il proprio digital carbon footprint: dalla pulizia dei file sul proprio PC, alla cancellazione di GIF o foto condivise in chat silenziate, o anche l’eliminazione di newsletter mai aperte.
DIFFONDERE IL MESSAGGIO
Dal manifesto scaricabile ai loghi da inserire sul sito e campagne social, l’idea è che – a differenza di altri settori – sul digitale si può intervenire subito: info sul sito, https://zeroemission.digital/.
Fonte: Huffpost