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Brexit: che posizione prenderà ora il Regno Unito in Europa? Ecco i modelli Svizzera e Norvegia

Brexit: che posizione prenderà ora il Regno Unito in Europa? Ecco i modelli Svizzera e Norvegia

Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea si apre uno scenario complesso di incertezze sui futuri rapporti tra le parti. Come abbiamo già s

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Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea si apre uno scenario complesso di incertezze sui futuri rapporti tra le parti. Come abbiamo già spiegato, il processo che porterà il Regno Unito ufficialmente fuori dall’UE durerà oltre due anni. Adesso il governo di Londra deve notificare al Consiglio europeo la decisione di uscire dall’UE appellandosi all’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Da quel momento partiranno i negoziati per trovare un accordo su tutti i legami tra UE e Regno Unito fino a quel momento disciplinati dai trattati europei. È una situazione inedita, mai percorsa prima da un Paese membro dell’UE, ma non mancano Paesi europei che non fanno parte dell’Unione europea, che hanno sottoscritto accordi bilaterali con l’UE per la circolazione delle merci, delle persone o altro. I due modelli a cui il Regno Unito può guardare sono la Norvergia e la Svizzera: il primo fa parte del SEE, lo Spazio economico europeo, mentre la Svizzera fa parte soltanto dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) ed ha firmato con l’UE degli accordi bilaterali di libero scambio.

Norvegia – UE

La Norvegia rientra tra i Paesi dello Spazio economico europeo, nato nel 1994 dopo un accordo tra i Paesi dell’AELS (l’Associazione europea di libero scambio) e l’UE. Lo scopo dell’accordo era quello di permettere ai Paesi AELS di restare fuori dall’UE, ma di partecipare al mercato unico europeo. L’intesa in pratica allarga ai Paesi dell’AELS (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) alcune prerogative dei Paesi comunitari: in particolare disciplina la libera circolazione dei beni, delle persone, dei servizi, dei capitali.

L’accordo esclude, però, altri capitoli importanti: l’unione economica e monetaria, la tassazione diretta e indiretta dei Paesi UE, le norme su agricoltura, pesca, unione doganale, giustizia e affari interni.

Secondo gli euroscettici norvegesi l’adesione del Paese all’UE avrebbe comportato conseguenze negative per settori fondamentali per l’economia come la pesca e l’agricoltura. Per questo e altri motivi la Norvegia non ha mai chiesto l’adesione all’UE. Negli anni sono stati indetti due referendum entrambi bocciati: il primo risale al 1972 quando il 53% dei norvegesi votò contro l’adesione all’UE e il secondo nel 1994 quando il 52% dei norvegesi ribadì la decisione precedente.

Svizzera – UE

La Svizzera ha una posizione ancora più “distaccata” della Norvegia dall’Unione europea.

La Svizzera è entrata a far parte dell’Associazione europea di libero scambio dal 1960 (anno di fondazione dall’AELS) insieme agli altri Stati europei che non volevano e che ancora non potevano entrare. Al contrario della Norvegia, però, la Svizzera con un referedum decise di non prendere parte al SEE. I rapporti commerciali tra l’UE e la Svizzera, infatti, sono disciplinati da accordo bilaterali successivi.

Il primo pacchetto di accordi, che risale al 2002, dà l’accesso alla Svizzera ad alcuni ambiti del mercato unico europeo, in particolare: la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali.

Nel 2004, poi, è arrivata la firma del secondo pacchetto di accordi bilaterali che permette l’accesso ad altre politiche settoriali europee: giustizia, polizia, fiscalità, ambiente, cultura e istruzione. Tra questi (datato 1999) c’è anche l’accordo per la libera circolazione delle persone che di fatto ha portato la Svizzera all’interno dell’Area Schengen. L’ultima intesa sottoscritta da UE e Svizzera è quella relativa allo scambio automatico delle informazioni sui conti bancari che entrerà in vigore dal 2018 in poi.

Insomma le ricette non mancano. Essere fuori dall’UE dà la facoltà ai Paesi europei di negoziare ogni singolo aspetto della vita comunitaria e decidere quando prenderne parte o meno. La posizione del Regno Unito, però, è più delicata di quelle di Svizzera e Norvegia, perché in vista del divorzio i negoziatori comunitari avranno il dente avvelenato con i rappresentanti inglesi per i quali sarà difficile riuscire a strappare accordi favorevoli. Ma le strade percorribili sono molte, basta decidere in quale direzione andare.

 

fonte International Business Times

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