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La futura criptovaluta che ti scansiona l’ occhio

La futura criptovaluta che ti scansiona l’ occhio

Nell'odierna era digitale, ogni nostra esperienza, ogni nostro contenuto, ogni parola, ogni suono, ogni immagine è un frammento di dati, un insieme di

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Nell’odierna era digitale, ogni nostra esperienza, ogni nostro contenuto, ogni parola, ogni suono, ogni immagine è un frammento di dati, un insieme di zeri e uno che vaga nel vasto oceano del web.

E poi arriva Worldcoin, non solo come un altro gradino nella scalata della tecnologia, ma come un vero e proprio salto quantico nell’evoluzione della nostra identità digitale.

Ma cosa è Worldcoin?

Worldcoin è come una nuova stella nel cielo delle monete digitali ma, a differenza dei suoi predecessori, porta con sé una visione rivoluzionaria che va oltre la semplice idea di una moneta digitale. Mentre Bitcoin è la criptovaluta che tutti conoscono, quella che ha iniziato tutto, Worldcoin sta cercando di fare qualcosa di diverso. Immagina Bitcoin come una moneta puramente virtuale che si muove con transazioni nel cyberspazio associando un valore economico a una “chiave privata”, che è una sorta di codice segreto. In parole povere, chi possiede questo codice possiede il denaro.

Worldcoin, invece, vuole collegare questa moneta virtuale direttamente alle persone reali.

Il cuore di questa novità non è quindi solo la moneta, ma anche l’idea che ogni persona che la usa ha una sorta di “carta d’identità digitale”. Questa carta d’identità è creata scansionando l’occhio di una persona, precisamente l’iride, quella parte colorata attorno alla pupilla. Ogni iride è unica, come le impronte digitali. Quindi, quando qualcuno usa Worldcoin, sappiamo che è una persona vera e non un computer che finge di esserlo.

L’iride.

Quella parte del nostro occhio che cattura l’essenza stessa di chi siamo, ora diventa la chiave di un mondo digitale in cui la moneta e l’identità si fondono. Un’innovazione che, a prima vista, potrebbe sembrare il culmine della tecnologia al servizio dell’umanità. Ma, come ogni medaglia, ha due facce.

Da un punto di vista filosofico, il concetto stesso di utilizzare una parte così intima e unica di noi stessi per accedere al mondo digitale solleva questioni profonde. Che cosa significa, infatti, mettere letteralmente l’essenza della nostra umanità in vendita? In un mondo in cui la privacy è già una merce rara, Worldcoin potrebbe rappresentare l’ultimo colpo alla nostra libertà individuale. L’essere umano, nella sua totalità, viene ridotto a un mero codice digitale, una successione di zeri e uno scambiabile e chissà, forse in un certo senso, alienabile.

Questo sistema di “carta d’identità” ha fatto molto parlare di sé. È sicuro? Metterà definitivamente a rischio la nostra privacy? Sarà in mano a un Grande Fratello che manipolerà le nostre vite?

L’obiettivo di Worldcoin, almeno nel dichiarato iniziale, è nobile: viene auspicato che la moneta sia distribuita in modo giusto tra tutte le persone, assicurandosi che dietro ogni transazione ci sia una persona reale.

E se si guarda la diffusione degli utenti registrati si scopre che la nuova criptomoneta ha guadagnato popolarità soprattutto in paesi emergenti come alcune nazioni dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, con milioni di persone la cui iride è già stata scansionata.

Se però ci domandiamo quali siano le ragioni di un tale successo in questi contesti geografici, la risposta è molto meno nobile ed etica, e molto più banale e markettara. Le persone sono state incentivate a farsi digitalizzare l’iride con un’offerta di avere 25 token gratuiti al momento della scansione.

Un token WLD ha avuto quotazioni massime sopra i 3 dollari (al momento della scrittura di questo articolo ne vale circa la metà) e per popolazioni di paesi in via di sviluppo il valore economico di questo bonus è sicuramente molto interessante.

Possiamo quindi concludere che molte persone, per necessità, si sono messe in coda e hanno svenduto la loro identità digitale senza probabilmente considerare con attenzione le conseguenze di questa scelta?

Nei paesi occidentali non c’è stata questa corsa alla scansione: la spiegazione è riconducibile e limiti regolamentari e legali molto più stringenti, ma ha certamente un peso anche il minore appeal del bonus di 25 worldcoin.

E quale che sia il futuro di questa nuova criptocurrency, giova rimarcare che mentre Bitcoin è come una moneta digitale che puoi usare online, senza nessun legame con chi sei veramente, Worldcoin ha creato un vero ponte tra mondo reale e virtuale. Hanno persino creato una app per smartphone e dei dispositivi speciali, chiamati “Orb”, in mano a dei reclutatori posizionati in luoghi dove si recano le persone per far scansionare il loro occhio e ottenere queste 25 monete in regalo.

Eppure, la promessa di Worldcoin è per certi versi seducente. È la promessa di un mondo in cui ogni individuo è riconosciuto e validato, dove l’essenza stessa della nostra umanità diventa la chiave di accesso a una nuova era di interazione digitale, dove non ci sarà transazione che non sia indissolubilmente collegata a un umano digitalizzato.

Certamente questo sarebbe un mondo in cui diventerà sempre più difficile, per non dire impossibile, riciclare denaro frutto di attività illecite.

L’idea di creare un ecosistema equo, dove la ricchezza è distribuita in modo equilibrato tra gli individui e dove nessuno potrà più evadere le tasse, è un’utopia che molti hanno sognato. Ma a che prezzo?

Psicologicamente, la prospettiva di essere osservati, di essere riconosciuti non solo per ciò che facciamo, ma per ciò che siamo, porta con sé un peso enorme. In un’epoca in cui la nostra identità digitale è spesso una versione edulcorata e filtrata di noi stessi, è una proiezione mascherata non di come siamo, ma di come vogliamo apparire a livello sociale, l’introduzione di un sistema come Worldcoin potrebbe minare la nostra stessa percezione di autonomia e libertà.

Potremmo ritrovarci in una realtà in cui ogni azione, ogni scambio, ogni interazione è sotto l’occhio vigile dell’Orb di Worldcoin.

E il coinvolgimento di figure come Sam Altman aggiunge ulteriori sfumature a questo dibattito. Il vecchio Sam, per chi non lo sapesse, è il CEO di Openai, l’organizzazione di ricerca che ha promosso lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa rilasciando il sistema ChatGPT.

Sarà Sam, o qualcuno come lui, il proprietario delle nostre identità? Non possiamo allora ignorare i potenziali conflitti di interesse e le complesse dinamiche di potere che giocano dietro le quinte.

Non possiamo non temere una nuova dimensione tecno-umana dove i burattinai del metaverso e degli algoritmi di intelligenza artificiale muoveranno le persone con iride scansionata come fossero marionette per metà umane e per metà digitali.

Worldcoin in conclusione rappresenta un crocevia per l’umanità. Potrebbe portarci verso un futuro in cui ogni individuo è valorizzato e riconosciuto, o potrebbe rappresentare l’ennesimo passo verso un mondo in cui la nostra libertà e la nostra identità sono sempre più compromesse. Come sempre, la tecnologia è uno strumento, e dipende da noi decidere come usarlo.

Fonte: Money.it

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