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Cosa ha stabilito l’Oms sul rapporto tra aspartame e cancro

Il dolcificante è stato inserito tra le sostanze possibilmente cancerogene. Il pericolo insorge quando si supera la dose giornaliera equivalente a 40 milligrammi per ogni chilo di massa corporea

Cosa ha stabilito l’Oms sul rapporto tra aspartame e cancro

Fonte: Wired.it L’aspartame, il dolcificante artificiale più diffuso al mondo, è stato inserito ufficialmente nell’elenco delle sostanze possibilme

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Fonte: Wired.it

L’aspartame, il dolcificante artificiale più diffuso al mondo, è stato inserito ufficialmente nell’elenco delle sostanze possibilmente cancerogene dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il livello di rischio posto per la salute è però molto basso, a meno di eccessi, e dipende dalla quantità assunta giornalmente, che deve essere inferiore ai 40 milligrammi per ogni chilo di massa corporea per non comportare pericoli.

Cosa vuol dire “possibilmente cancerogeno”

Con “possibilmente cancerogene” si indicano le sostanze elencate nel gruppo 2B della tabella di classificazione di rischio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Airc), il braccio specializzato in questo settore dell’Oms. Nel gruppo 2B rientrano circa 300 sostanze che pongono un livello di pericolosità limitato e, spesso, strettamente legato alla quantità assunta.

Si tratta del livello più basso di pericolosità ed è preceduto dal gruppo 2A e, infine, dal gruppo 1. Nel gruppo 2A rientrano le sostanze definite come “probabilmente cancerogene”, mentre nel gruppo 1 quelle indicate come “certamente cancerogene”, cioè dove si ha una certezza scientifica consolidata del collegamento tra un loro consumo e l’aumento delle possibilità dell’insorgenza di un tumore. Al Gruppo 1 appartengono tutte le bevande alcoliche, anche birra o vino, o il tabacco.

Lo studio

La decisione dell’Oms è dipesa dall’analisi di due rapporti. Uno prodotto dall’Airc, che ha raccolto e analizzato i risultati di migliaia di studi scientifici sull’aspartame realizzati nel corso di decenni, e uno prodotto dal Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari dellOrganizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dell’Oms, indicato con la sigla Jecfa, che ha invece analizzato il potenziale cancerogeno collegato alle quantità assunte.

I risultati dello studio del Jecfa hanno confermato quanto già rilevato in precedenza, indicando come un consumo occasionale e moderato di aspartame non costituisca particolari problemi per la salute. La dose massima giornaliera raccomandata è di 40 milligrammi di aspartame per ogni chilo di massa corporea. Questo significa che per superarla, una persona adulta di 70 chili dovrebbe bere circa 15 lattine di una bevanda gassata senza zucchero in una giornata.

Questione di consumi

Il potenziale cancerogeno è quindi più elevato per gli accaniti consumatori di bevande gassate senza zucchero, come accade in particolare negli Stati Uniti o in paesi come il Messico, dove in alcune aree le grandi multinazionali del settore hanno preso il totale controllo delle falde acquifere, rendendo più economico comprare le bevande gassate rispetto all’acqua, come riportano il Guardian e il New York Times.

In più, il pericolo riguarda molto i minori e gli adolescenti, dove a peso corporeo inferiore corrisponde una quantità minore di bevanda gassata senza zucchero per eccedere la quantità giornaliera massima di aspartame, corrispondente a circa 4 o 5 lattine al giorno. Il consiglio, che vale un po’ per tutto, è di non abusare o eccedere con questi prodotti e, al contrario, bere tanta acqua.

La reazione

In risposta alle valutazioni dell’Oms, il segretario dell’Associazione internazionale dolcificanti (Isa), Frances Hunt-Wood, ha detto:“Il Jecfa ha riaffermato ancora una volta la sicurezza dell’aspartame dopo aver condotto una revisione approfondita, completa e scientificamente rigorosa. L’aspartame, come tutti i dolcificanti con poche/senza calorie, se utilizzato nell’ambito di una dieta equilibrata, offre ai consumatori la possibilità di scegliere di ridurre l’assunzione di zucchero, un obiettivo critico per la salute pubblica.”

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