PayPal si apre al mondo cripto. È una vera e propria rivoluzione quella che ha deciso di apportare l’app di trasferimento di denaro più conosciuta al
PayPal si apre al mondo cripto. È una vera e propria rivoluzione quella che ha deciso di apportare l’app di trasferimento di denaro più conosciuta al mondo, che abbraccia il cambiamento in atto nell’economia, probabilmente velocizzandolo ancor di più. I 400 milioni di utenti registrati dalla piattaforma, pertanto, potranno diventare pieni titolari del loro portafoglio digitale, spostare le criptomonete da altri depositi su PayPal e utilizzarle come meglio ritengono per le loro spese.
In verità, PayPal è da quasi due anni che si è affacciata al mondo crypto, ma fino ad oggi si era limitata alla sola compravendita delle monete digitali – in particolare Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Bitocin cash. Ora, invece, ha ampliato l’offerta dei suoi servizi, permettendo di trasferirle da un portafoglio a un altro, e punta ad aumentarli ancor di più, ha dichiarato ad Axios Jose Fernandez da Ponte. “Riteniamo di svolgere un ruolo importante nel portare un maggiore accesso e utilità allo spazio della valuta digitale” e che queste valute “svolgeranno un ruolo cruciale nel futuro del commercio”.
Vista la sua diffusione, non si tratta solamente di una questione legata al mercato, ma anche di educazione finanziaria. E, soprattutto, una decisione ben studiata. Da qualche mese PayPal cova l’intenzione di lanciare la sua stablecoin, e quindi legata a una valuta tradizionale, in questo caso il dollaro. Il suo nome doveva essere PayPal Coin, secondo indiscrezioni che erano rimbalzate dopo la presenza del logo nell’Apple store. Questa ulteriore novità potrebbe rientrare quindi in una strategia aziendale più ampia, che si pone l’obiettivo di far tornare il valore delle proprie azioni a quello di un anno fa, quando erano fisse a 300 dollari mentre ora sono scese a 90 dollari.
Tutto passa dal test chiave in America, un banco di prova per vedere se l’idea viene recepita dagli utenti. Poi, si potrà pensare di esportare il servizio anche altrove. Anche in Europa, ovviamente, dove però PayPal dovrà soddisfare non solo il palato degli utenti, ma anche quello dei regolamenti comunitari.
Fonte: Formiche.net