Quest’oggi è uscito sul Nuovo Giornale Nazionale a firma di Paolo Falconio un articolo ben argomentato dal titolo “Le sottili linee rosse della politi
Quest’oggi è uscito sul Nuovo Giornale Nazionale a firma di Paolo Falconio un articolo ben argomentato dal titolo “Le sottili linee rosse della politica e della geopolitica”.
Sempre oggi, dalle pagine del Corriere della Sera, è stata pubblicata una lettera firmata da alcuni politici di lungo corso dal titolo “Perché l’ipotesi premeriato non funziona”.
Si adattano perfettamente le parole di Pasolini che Falconio, avvedutamente e provocatoriamente riporta nell’inquadrare “loStatodellecose”: “ Io sono il nato morto, vi guardo con orrore e di notte vago per queste antiche vestigia in cerca dei miei compagni che ormai non sono più” .
Ciò mi presta il “la” per una riflessione.
Premesso che se la Costituzione necessita di un ammodernamento questo abbisogna di un approccio che non è solo giuridico-costituzionale ma è primariamente legato ad una profonda analisi socio-culturale di ciò che siamo, tenendo presente, tra Storia e Memoria, anche un qual certo Dna che ci portiamo dentro. Sicchè la questione non può essere liquidata come un gioco delle parti nel nome di un esercizio dei rapporti di forza, perché riguarda tutti. Se l’esito delle urne del 2022 è inequivocabile è pure inequivocabile che l’enorme astensionismo che lo accompagnò non può essere ignorato dagli uni e dagli altri. Le riforme che ci si appresta a proporre inciderebbero modificando completamente la Costituzione che fu un grande sforzo di conciliazione ed equilibrio.
E’ quindi un imperativo categorico della Repubblica e dei Cittadini che saranno chiamati al Referendum approvare la riforma solo se in sé non rechi il germe non sopito di una possibile deriva autoritaria.
La rassegna delle cose che proprio non vanno e che incidono sul fatto Nazionale, Europeo e Mondiale, denota che impera il caos e nel caos viene la tentazione di affidarsi alla persona che lì per lì sembra forte ma non è detto che lo sia davvero. La tentazione poggia sullo smarrimento e del resto siamo nel mezzo di una tempesta perfetta. Ciò non induca alla rassegnazione!
In questa chiave è foriero di speranza pure il “rombo dei trattori” che si sono mossi trasversalmente in Europa, ciascuno con un problema e una rivendicazione ma sintonici nel sentirsi traditi e abbandonati. La protesta attiene “all’ordine della terra” e non va sottovalutato perché è quella da cui traiamo sussistenza. La terra, la sua coltivazione, è diventata terreno di scontro ideologico dove speculazione e finanza tendono a avviluppare e inghiottire ogni cosa anche a discapito dell’essenzialità dell’esistere degli uni e degli altri e che attiene alla necessità e alla qualità della vita dei più messa a repentaglio dai pochi.
E’ un segno da non sottovalutare che la protesta susciti la solidarietà di chi contadino non è, di chi di agricoltura e allevamento poco capisce, ma coglie, in quella protesta, un seme da innaffiare e far germogliare tra necessità di cambiamento e nel contempo di conservazione.
Quello che spaventa e quindi deve indurre all’impegno dei cittadini, anche nella prossima chiamata alle urne d’Europa, è la Necessità, per cui ognuno di noi, di affrontare con maggior consapevolezza i segni del nostro tempo. Gli attori che operano a livello mondiale e che dovrebbero agire da statisti sembrano talora più personaggi da operetta, manichini addestrati e imprestati a una recita talora grottesca quando non macabra che accompagna, purtroppo, i nostri giorni. Eppure la politica sarebbe un’arte raffinata mentre oggi appare uno Show di fatto distrattivo.
I nostri giorni, se mal spesi, sono tempo consumato. L’occasione, se perduta, quanto è andata, è andata! Però la Storia dell’Uomo è governata dal “Continuum” spesso beffardo. Ed è così che se ci troviamo proiettati verso un futuro in cui sempre più spazio avrà l’Intelligenza Artificiale e l’apertura di un mondo di grandi possibilità e di talune inquietudini che questo cambio di paradigma comporterà, vero è che sono rimasti irrisolti alcuni e fondamentali nodi del passato. La chiave di svolta per quello che riguarda noi alle prese con il più subdolo e irrefrenabile sconquasso mondiale è ripartire da un consolidamento dei fondamentali nazionali economici e di popolo ma pure di quelli europei in cui centrale torni, per quel che ci riguarda, la Mediterraneità nella costruzione di una Europa Federale.