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Leonardo sottotono, Oto Melara rinviata a settembre. Esulta Fincantieri

Oto Melara, la controllata di Leonardo che produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali, è al centro di molti interessi internazionali. La tedesca Rheinmetall ha appena presentato un'offerta per il 49%, ma Fincantieri non molla. E ora rischia un aumento di capitale

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Oto Melara è un asset piuttosto conteso. La controllata di Leonardo, che produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali acquistati dal

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Oto Melara è un asset piuttosto conteso. La controllata di Leonardo, che produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali acquistati dalle marine di tutto il mondo, era già entrata nei radar di diversi gruppi italiani ed esteri prima che la Russia invadesse l’Ucraina il 24 febbraio scorso, ma ora gli interessi si stanno concretizzando.

Da un lato la tedesca Rheinmetall avrebbe inviato al gruppo italiano della Difesa guidato da Alessandro Profumo un’offerta non vincolante per una partecipazione del 49% di Oto Melara valutata tra 190 e 210 milioni di euro (equivalente a circa 390-430 milioni per il 100% a livello di equity value) con la possibilità in futuro di comprare un ulteriore 2% o una quota superiore per diventare azionista di maggioranza.

Dall’altro lato, secondo il sito americano Defence News, che cita fonti governative italiane, una decisione sulla vendita di Oto Melara non verrà presa prima di settembre per lasciare il tempo a Fincantieri e al suo nuovo ceo, Pierroberto Folgiero, di valutare un’offerta per l’asset. Infatti la società dei cannoni era entrata negli interessi di Fincantieri da tempo, quando a dirigerla era ancora l’ad Giuseppe Bono.

La fonte governativa ha comunque confermato a Defense News l’offerta non vincolante di Rheinmetall per il 49% di Oto Melara non escludendo che possa essere accettata dato che il controllo della società rimarrebbe in mani italiane.

Bisogna ricordare che esiste un terzo offerente per Oto Melara, è Knds, l‘alleanza tra la tedesca Krauss-Maffei Wegmann e la francese Nexter che era entrata in contrattazione con Leonardo su questo dossier lo scorso anno. Leonardo ha posto in vendita tutta o parte della controllata, considerandola una partecipazione non-core, preferendo concentrarsi su elettronica, elicotteri, aerei e tecnologia informatica.

Questa indecisione per ora sul destino di Oto Melara non fa bene a Leonardo, che viaggia sotto la parità oggi a 10,41 euro per 6 miliardi di capitalizzazione, mentre Fincantieri sale dell’1,4% a 0,58 euro e 984 euro di valore di mercato.   Secondo gli analisti di Equita, “la visibilità su tempistiche ed esito resta limitata, dato il ruolo centrale della politica in queste trattative”. Su Fincantieri, la Sim milanese continua a pensare che “possa essere effettivamente interessata a Oto Melara... e che un’eventuale offerta possa essere portata avanti con un aumento di capitale sostenuto da Cdp, principale azionista di Fincantieri con il 71,3% delle azioni”.

Per Banca Akros Oto Melara vale fra 500 e 600 milioni 

Gli analisti di Banca Akros hanno calcolato che Oto Melara, su cui non vi sono dati recenti, essendo consolidata in  Leonardo, ha registrato ricavi per 356 milioni di euro nel 2015 con un ebit di 38 milioni e un ebit margin del 10,7%. La società aveva riportato nel 2014 ricavi per 390 milioni con un ebit di 46 milioni e un ebit margin dell’11,8%. Le concorrenti Bae Systems (inglese) e Rheinmetall (tedesca) scambiano in media a circa 1,3 volte i loro ricavi attesi al 2022 a 11,7 volte il loro ebit. Se Oto Melara dovesse collocarsi a 400/450 milioni di ricavi con un ebit attorno a 45/55 milioni, varrebbe fra 530 e 630 milioni di euro, l’ipotesi di Banca Akros.

Fonte: Milano Finanza

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