Secondo gli analisti, la formazione di Npl dovrebbe essere stata contenuta, anche grazie all'estensione della moratoria in Italia fino a fine anno e a
Secondo gli analisti, la formazione di Npl dovrebbe essere stata contenuta, anche grazie all’estensione della moratoria in Italia fino a fine anno e all’ultima guidance relativa al costo del rischio inferiore a 50 punti base (quello sottostante a 40 punti base), che potrebbe essere ulteriormente migliorata secondo Banca Akros che si attende svalutazioni di prestiti per 482 milioni nel trimestre, il 35% in meno anno su anno. A livello operativo, i ricavi totali sono visti in calo del 2% sul 2020 a 4,264 miliardi di euro per minori utili dal trading (350 milioni di euro contro 455 milioni nel terzo trimestre del 2020), mentre la forte performance attesa delle commissioni nette (+10,5% anno su anno a 1,624 miliardi) “andrebbe a compensare la scarsa evoluzione dei margini “(net interest income, -4,3% sul 2020 a 2,2 miliardi di euro).
I costi operativi sono previsti in aumento dell’1,6% anno su anno a 2,448 miliardi, portando a un margine operativo lordo atteso (Mol) di 1,816 miliardi, in calo del 6,6% sul 2020, con un rapporto costi-ricavi in aumento di 2 punti percentuali al 57,4%. Partendo da un coefficiente di solidità patrimoniale del 16,1% phased-in e del 15,5% fully-loaded alla fine del secondo trimestre, Banca Akros si attende un impatto di circa 30 punti base questo trimestre a causa dei “venti contrari normativi”.
Sul fronte Mps, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha spiegato a Class Cnbc che “la trattativa in atto tra lo Stato e Unicredit sul Monte dei Paschi di Siena dovrebbe essere a buon punto. Tutte le considerazioni che sono state fatte, in queste ultime settimane, non tengono conto del fatto che alla fine a decidere sarà la Banca centrale europea che, se la trattativa arriverà a una conclusione positiva, darà il benestare”. Se, invece, la trattativa dovesse saltare, ha aggiunto Sileoni, “comunque interverrebbe la Bce. Insomma, tutti fanno i conti senza l’oste e l’oste è proprio la Bce”.
Il segretario ritiene che, sia per quanto riguarda gli aspetti societari sia per quelli legati all’occupazione, “convenga a tutti trovare un accordo nel più breve tempo possibile”. Sileoni ribadisce che “per le lavoratrici e i lavoratori di Mps era arrivato il momento di porre fine ai sacrifici che hanno fatto negli ultimi anni e ho ribadito che al primo licenziamento avremmo bloccato il settore”. Ma questa eventualità, per la Fabi, “è da escludere perché noi abbiamo il nostro ammortizzatore sociale, il fondo esuberi, col quale abbiamo sempre gestito crisi bancarie e ristrutturazioni solo con pensionamenti e prepensionamenti su base volontaria”, ha concluso Sileoni.
Fonte: Milanofinanza.it