Ricavi e produttività in leggera crescita e dipendenti (ma anche dirigenti) molto più felici. Sono questi i 3 dati che potrebbero spingere il Regno Un
Ricavi e produttività in leggera crescita e dipendenti (ma anche dirigenti) molto più felici. Sono questi i 3 dati che potrebbero spingere il Regno Unito ad adottare la settimana lavorativa di 4 giorni su larga scala dopo la pubblicazione dei strabilianti risultati del più grande esperimento sulla “settimana corta”, pubblicati nei Reports and Proceedings dell’università di Cambridge che mostrano risultati incoraggianti per le 61 aziende e i 2.900 lavoratori che da giugno a dicembre 2022 hanno sperimentato il nuovo modello
Settimana lavorativa di 4 giorni: i dettagli dell’esperimento
Ci sono però delle criticità: l’esperimento, hanno sottolineato molti osservatori, è stato effettuato in un periodo di bassa disoccupazione e di crescente tendenza dei lavoratori insoddisfatti a licenziarsi con l’ormai noto fenomeno delle great resignations. Da sottolineare inoltre che, se in alcuni settori la riduzione delle ore lavorate e il maggior ritmo di lavoro sono stati facilmente assorbiti, in altri non sembrano essere gestibili.
Settimana lavorativa di 4 giorni: gli altri esperimenti, c’è anche Intesa Sanpaolo
Recentemente, anche Spagna, Belgio, Australia e Stati Uniti stanno sperimentando la settimana lavorativa di 32 ore.
Fim Cisl: “Facciamolo anche in Italia”
“Sperimentiamo anche in Italia dopo il Regno Unito il lavoro su 4 giorni. Apriamo il confronto con le aziende su come rendere il lavoro produttivo, sostenibile e libero”. Lo chiede Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, secondo cui “è possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. La Fim Cisl già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di lavoro giusto ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura”, spiega il sindacalista, che evidenzia come questa questa misura potrebbe rendere il lavoro “maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone”, rendendo parallelamente “i posti di lavoro più attrattivi”.