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Italia: Benvenuti nel paese di Chinacittà

Italia: Benvenuti nel paese di Chinacittà

C’è un motivo per il quale, sempre di più, gli italiani sembrano essere destinati a diventare come i cinesi: cittadini a punti, dotati di lasciapassar

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C’è un motivo per il quale, sempre di più, gli italiani sembrano essere destinati a diventare come i cinesi: cittadini a punti, dotati di lasciapassare per vivere ed esercitare i più elementari diritti democratici e di libertà?

Il motivo c’è.

Nel suo profetico editoriale su Limes (10/2021) Lucio Caracciolo scrive: “Epicentro del duello sino-americano resterà nei prossimi decenni l’Indo-Pacifico. Perché qui si determinerà se la corsa cinese all’oceano-mondo sarà vincente, o se sconfitta la Repubblica Popolare erutterà coriandoli di Cine, preghiera quotidiana degli strateghi a stelle e strisce. Ma il premio finale sarà l’Europa”.

Eccoci giunti al centro della questione.

In Europa, Angela Merkel, educata nella Rdt del comunismo della Stasi, forse mai pentitasi della sua educazione giovanile, ha tentato di costruire il IV Reich utilizzando l’economia come arma letale. Arma raggiunta delocalizzando in Cina oltre 5 mila aziende e know how, mettendo in campo un’esportazione da record, sfruttando il lavoro forzato di una dittatura che ricorda, insieme, il nazismo di Hitler e il comunismo di Stalin, comprimendo i salari europei e riducendo il welfare ad uno straccio, con il colpevole assenso delle socialdemocrazie, ormai senza un minimo di filo della schiena.

L’Unione Europea è stata la copertura di questo assalto tedesco agli Stati europei, non fatto con i panzer, ma con l’Euro.

In questa dinamica, come è stato durante la seconda guerra cosiddetta mondiale, quando l’Italia di Mussolini ha fatto da macchietta servile alla Grande Germania di Hitler, pensando di sedersi al tavolo dei vincitori, gli attori sono diversi, ma la logica è la stessa.

L’Italia dei servi (i nuovi servi) ha servito la marcia del IV Reich, che ha fatto, a sua volta, da cavallo di Troia alla dittatura cinese, la quale vuole conquistare mari e oceani.

L’Italia, per la sua collocazione naturale, è di importanza strategica e non è parso vero alla Merkel e alla Cina di avere in Italia dei servi a poco prezzo, proni agli interessi economici teutonici e a quelli geopolitici del Dragone.

Per portare l’Italia a fare da ponte verso l’Europa servivano logiche conniventi, come quella dell’Ulivo e del Movimento Cinque Stelle, uomini ben introdotti, che potevano indirizzare le scelte politiche e un popolo ridotto come quello cinese: lobotomizzato, asservito, controllato, privato progressivamente della libertà.

La pandemia ha offerto il destro per instaurare uno Stato orwelliano, in stile cinese, affidato in gran parte alle azioni del ministero della Salute, non a caso diretto dal segretario di un partito filo cinese e con un Governo affidato ad un emissario del Vaticano, che con la Cina ha instaurato un patto esecrando, non a caso tenuto segreto.

In buona sostanza siamo stati venduti alla Cina dal Vaticano e dalla Merkel, per il tramite dei servi dei servi.

L’Italia è importante strategicamente per molti motivi. Il porto di Trieste è il porto della Mitteleuropa e non a caso è gestito da una società che gestisce anche il porto di Amburgo, principale approdo cinese in Europa, grazie alla Merkel.

L’Italia ha una regione extraterritoriale, molto speciale, che è la base fondamentale della Nato e degli Usa, con interessi inglesi radicati fin dai tempi dei Florio e di Garibaldi. La Sicilia, questa la regione extraterritoriale, è stata conquista dagli Usa durante la seconda guerra mondiale senza colpo ferire grazie alla mafia, la stessa (mutatis mutandis) che favorì lo sbarco di Garibaldi ed è la roccaforte del sistema di controllo americano del Mediterraneo (basi militari, aeroporti, porti, sistema di rilevamento del Nord Africa e via discorrendo).

Non dimentichiamo il porto di Taranto, dove varie manovre sono state messe in atto, coinvolgendo anche l’Ilva, per offrire una base ai cinesi.

L’Italia, dunque, era in vendita e solo l’arrivo di Mario Draghi ha evitato che Giuseppe Conte e i suoi alleati aprissero in piazza la bancarella al miglior offerente (Merkel e Cina).

Rimane il fatto che Mario Draghi opera con un Parlamento ancora pieno di ulivisti e di pentastellati, ossia di amici della Cina, i quali utilizzano a piene mani la pandemia per continuare la strategia della lobotomizzazione del popolo e per sperimentare lo Stato orwelliano.

L’Italia, pertanto, è diventata e continua ad essere un Chinacittà, dove si vorrebbe, si vuole, si continua a volere, allestire il set del film dell’italiano cinese, del popolo dello Stivale ridotto a cittadino a punti, perché con un popolo sedotto e bidonato si può attuare il piano sino-tedesco di fare dell’Europa il boccone prelibato del Dragone.

Zio Sam è in difficoltà, ma, nonostante Joe Biden, ha capito che lo scontro con la Cina è inevitabile.

Se l’Italia vuole essere un Paese occidentale, libero, democratico, legato all’Occidente e alleato degli Usa, europeo, ma non nel senso della misurazione delle cozze, deve smontare il set di Chinacittà.

Lo saprà fare Draghi? Si veglieranno gli italiani dalla continua sbornia mediatica? La destra saprà trovare il mondo di smascherare una sinistra asservita ai Trenta tiranni: gli gnomi della finanza ai quali piace il modello cinese?

Chi vivrà vedrà. Il quadro è chiaro. Gli attori sono sul set. Le riprese sono iniziate da tempo. Forse è ora di dare un taglio.

Fonte: Nuovo Giornale Nazionale

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