Che il 2021 fosse un anno da record per il risparmio gestito italiano era ormai certo, ma a confermarlo ulteriormente sono arrivati oggi i risultati d
Che il 2021 fosse un anno da record per il risparmio gestito italiano era ormai certo, ma a confermarlo ulteriormente sono arrivati oggi i risultati di Assoreti, associazione di categoria delle reti di consulenza attive sul territorio nazionale, relativi ai nove mesi conclusi a settembre. Su un totale di raccolta netta pari a 40,9 miliardi di euro (rispetto ai 30,9 del corrispondente periodo del 2020), 30,5 sono ascrivibili alla voce dell’asset management, più che raddoppiata su base annua (+115,8%). In contrazione, invece, l’amministrato, passato da 16,8 a 10,4 miliardi.
Il portafoglio complessivo delle reti ha raggiunto così un nuovo record storico: 757 miliardi. Un valore che non solo rappresenta un incremento del 20,1% anno su anno, ma che avvicina le masse totali all’obiettivo dei 1.000 miliardi entro il 2025 annunciato durante l’ultima edizione del Salone del Risparmio di Milano. La componente gestita, arrivata a 534 miliardi, è aumentata del 20,7% rispetto al corrispondente periodo del 2020.
Scorporando le singole voci dell’asset management, tra gennaio e settembre gli Organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) hanno mostrato afflussi per 12,1 miliardi, quasi triplicati rispetto ai 4,6 dello scorso anno. A spiccare è soprattutto la voce dei fondi aperti esteri, superiori agli 11 miliardi, mentre i fondi italiani hanno registrato deflussi per 805 milioni. Positivo, e pressoché raddoppiato su base annua, anche l’apporto delle gestioni patrimoniali individuali, la cui raccolta è risultata pari a 5,2 miliardi (dai 2,7 del 2020). Ulteriori 13,2 miliardi sono arrivati dai prodotti assicurativi e previdenziali: anche in questo caso un valore più che doppio rispetto ai 6,8 dei nove mesi dello scorso anno.