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DOLLARO PIÙ FORTE IN VISTA DELLA RIPRESA ECONOMICA STATUNITENSE

DOLLARO PIÙ FORTE IN VISTA DELLA RIPRESA ECONOMICA STATUNITENSE

La nuova settimana si apre all’insegna di un dollaro un poco più forte, grazie ad un flusso di dati macroeconomici finalmente robusto e superiore

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La nuova settimana si apre all’insegna di un dollaro un poco più forte, grazie ad un flusso di dati macroeconomici finalmente robusto e superiore alle aspettative, degno di un’economia prossima al pieno impiego delle risorse produttive quale quella americana. Le notizie di lunedì, in particolare, hanno posto in luce la saldezza del comparto industriale, confermandone il ruolo di protagonista assoluto e ritrovato nel quadro della ripresa statunitense del 2017.

L’indagine ISM relativa al mese di giugno, condotta sui direttori di acquisto delle imprese, ha generato infatti la rilevazione massima degli ultimi tre anni; l’indice generale, importantissimo termometro del clima di fiducia delle imprese e ottimo anticipatore dell’evoluzione della manifattura, è cresciuto a 57.8, in netto rialzo dalla lettura di 54.9 del mese precedente, su valori abbondantemente superiori al consenso (55.2). Valori sopra 50 indicano espansione dell’attività economica.

L’indagine di giugno, tra l’altro, ha offerto indicazioni di particolare vigore anche nel dettaglio delle componenti, posto che gli indici relativi a produzione e nuovi ordini si sono attestati addirittura sopra la soglia dei 60 punti, mentre la componente occupazionale è balzata da 53.5 a 57.2, suggerendo un’accelerazione nel trend delle assunzioni. La statistica di lunedì ha avuto importanza fondamentale per risollevare le sorti del dollaro, poichè ha imposto una netta discontinuità alla successione di dati lungamente inferiori al consenso, che aveva appannato l’immagine di resilienza dell’economia americana.

soffocando i timori – certamente eccessivi – di inversione ciclica, l’indagine ha ridato appetibilità alla divisa statunitense, che ha quindi bucato quota 1.14 contro euro, approdando in area 1.1360, sui massimi dal 28 giugno scorso. Nulla cambia per lo scenario di fondo, dove le incognite del quadro politico americano continuano a pesare sulle sorti del dollaro, ma certamente il trend di breve ha subito una scossa.

Complessivamente, però, ieri l’euro è rimasto forte, come dimostra la tenuta del tasso di cambio contro la sterlina (ancora 0.88 a fare da equilibrio) e yen. Mentre il dollaro segnava i massimi di sei settimane sullo yen, l’euro rinnovava il picco da febbraio 2016 in area 128.80. Ancora in crescita i prezzi del petrolio, che hanno esteso il forte trend crescente in atto dalla seconda metà di giugno, sino 46.8$/barile, ai massimi di un mese.

 

 

 

 

 

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