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Libia, proteste minacciano di bloccare l’export di petrolio

Libia, proteste minacciano di bloccare l’export di petrolio

Le proteste dei lavoratori in due dei principali terminali petroliferi della Libia orientale rischiano di avere un impatto sulle esportazioni di petro

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Le proteste dei lavoratori in due dei principali terminali petroliferi della Libia orientale rischiano di avere un impatto sulle esportazioni di petrolio del Paese, secondo l’analisi di S&P Global Platts, fornitore di informazioni finanziarie su energia e materie prime. All’origine delle manifestazioni c’è la lotta di potere tra il ministro del petrolio libico Mohamed Oun e il presidente della National Oil Corporation Mustafa Sanalla.

I manifestanti al terminal di Es Sider (da 300.000 barili al giorno) – sostenuti dalle Guardie petrolifere – chiedono la rimozione del presidente della NOC Mustafa Sanalla. Al terminal di Marsa el-Hariga (da 250.000 barili al giorno), giovani laureati hanno bloccato il cancello principale del porto e chiedono posti di lavoro, secondo quanto risulta a S&P Global Platts.

Sanallah negli ultimi anni ci ha combattuto e non ci ha lasciato l’opportunità di lavorare nel settore petrolifero nella nostra città, anche se noi abbiamo difeso i giacimenti contro lo Stato islamico”, ha detto all’agenzia Nova Hossam Al Khidr, uno dei principali responsabili dei sit-in. “Sono stato ferito difendendo le strutture petrolifere contro l’ISIS in una guerra durata sei mesi, ma la NOC ci ha ignorato – ha aggiunto – Oggi protestiamo per realizzare le nostre richieste e per far spazio ai giovani.

Fonte: Teleborsa

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