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La strage di Via d’ Amelio

La strage di Via d’ Amelio

16:58 del 19 luglio 1992 a Palermo, in via D'Amelio, perde la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino. Una macchina, una Fiat 126, imbottita di tri

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16:58 del 19 luglio 1992 a Palermo, in via D’Amelio, perde la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino. Una macchina, una Fiat 126, imbottita di tritolo venne fatta saltare a soli 2 mesi dall’assassinio a Capaci del giudice Falcone. L’auto fu fatta saltare in aria con un comando a distanza. I corpi del giudice e dei 5 agenti della scorta furono dilaniati dalla esplosione.
I due magistrati, Falcone e Borsellino si sentivano “due morti che camminano”. Persero entrambi la vita a soli 57 giorni l’uno dall’altro.
È una ferita grande che da 31 anni grava sulla memoria della Nazione uno sfregio in spregio dello Stato .
I giudici del tribunale di Caltanissetta lo hanno definito “il più grande depistaggio della storia d’Italia”.
In risposta alla strage, che avvenne a soli 57 giorni di distanza da quella di Capaci, la notte del 19 luglio l’allora Ministro della giustizia Claudio Martelli firmò d’urgenza l’applicazione del regime di carcere duro (art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario).

Fonte: Linkedin

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