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Russia – Ucraina i riflessi sulla nostra economia

Russia – Ucraina i riflessi sulla nostra economia

La Russia rappresenta per il nostro Paese il 14esimo mercato per l’export, nonostante flussi commerciali in calo negli ultimi tempi. Lo scorso anno l'

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La Russia rappresenta per il nostro Paese il 14esimo mercato per l’export, nonostante flussi commerciali in calo negli ultimi tempi. Lo scorso anno l’export verso la Russia, che rappresenta l’1,5% delle vendite all’estero dell’Italia  si è assestato intorno ai 7,7 miliardi di euro in calo del 30% circa rispetto al 2013. Invece per l’Ucraina, nel 2021 l’export è cresciuto del 25%,circa superando di poco i 2 mld.. La guerra in corso  potrebbe  penalizzare intere filiere produttive. Quali saranno gli impatti economici della guerra e delle sanzioni alla Russia sull’economia italiana?Anzitutto le sanzioni più pesanti sono soprattutto quelle istituzionali cioè quelle riferibili la Banca centrale russa e il fondo sovrano. Il  congelamento degli asset della Banca centrale russa colpisce duramente la capacità di resistenza della Russia agli shock esterni. Per cui possiamo dire che il contesto macroeconomico russo è sicuramente deteriorato e la Russia sconterà una recessione prevista tra un -5% ed un -7%
La recessione in Russia si rifletterà sicuramente  sull’Italia. Con  la Russia in recessione  tutta la sua domanda di importazione  si riduce, quindi il ns export ne risente. Il rublo si è deprezzato parecchio , quindi a parità di prezzi le merci importate si pagano molto di più. Mettiamoci poi tutte le sanzioni. Questa situazione colpirà l’export italiano in maniera moderata. E’ chiaro che a livello micro per le aziende esposte verso la Russia ci sarà un impatto importante, mentre a livello più aggregato, sull’intero export italiano questo impatto negativo è gestibile. Non bisogna poi sottovalutare il settore del turismo. Abbiamo dei flussi turistici di cittadini russi in aumento in quantità, in qualità e anche come capacità di spesa. La loro assenza non è un aspetto da sottovalutare, soprattutto in un anno in cui la pandemia non è finita. Un altro aspetto non di poco conto è la notevole presenza di imprese italiane in Russia. Ci sono centinaia di società italiane che detengono partecipazioni in Russia e che vedranno delle interruzioni nelle esportazioni attraverso i fatturati delle loro controllate. C’è poi la questione dell’energia : lo shock della guerra ha fatto schizzare i prezzi ancora più alle stelle. Anche nell’ipotesi più pessimistica, l’impatto comporterà per l’Italia un rallentamento della crescita quest’anno e non in una inversione di tendenza della ripresa in atto. Ad ogni modo le previsioni vanno continuamente adeguate, in negativo se il conflitto proseguirà, ma anche in positivo nel caso in cui pervenissero nuovi aiuti fiscali. Vi sono poi alcuni distretti che erano piuttosto indietro come internazionalizzazione. Intorno ai primi anni del 2000 il mercato russo è diventato appetibile e una parte della popolazione ha cominciato a maturare una capacità di spesa e lo ha iniziato a fare verso i nostri beni. La Russia è così divenuta uno sbocco importante Quello che era stato un discreto passo  nel cogliere le occasioni della domanda estera, doveva essere sfruttato maggiormente nel corso degli anni e portare una maggiore variazione dei mercati. Per esempio, nella meccanica strumentale le esportazioni sono all’80% e sono diversificate su  mercati differenti; avranno impatti dalla Russia ma riusciranno a bilanciarli  parzialmente attraverso le vendite su altri mercati.
a cura dott. Francesco Megna – Referente Commerciale Banca

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