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Russian Gate 2014 – 2022

Russian Gate 2014 – 2022

Nulla giustifica l'azione armata, esiste sempre un'alternativa quasi a tutto... e quí? Certamente esistono oltre ai patti, alleanze e trattati, anche

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Nulla giustifica l’azione armata, esiste sempre un’alternativa quasi a tutto… e quí? Certamente esistono oltre ai patti, alleanze e trattati, anche il diritto internazionale e le sovranità.
… questo uno tra i tanti punti di vista e resoconti, abbastanza lineare, a mio vedere, che può essere approfondito con tutti i cenni storici a disposizione.

Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c’era Biden agli esteri e la Clinton alla difesa).
Tolsero il Presidente ucraino (Causa ufficiale: Procrastinazione sul ripristino degli emendamenti 2004 alla Costituzione dell’Ucraina; Perdono completo dei manifestanti arrestati, invece dell’amnistia) filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo-americano (esito della Rivoluzione ucraina del 2014: Cacciata del Presidente Viktor Janukovyč; Restaurazione della Costituzione come era tra il 2004 e il 2010; Rilascio della prigioniera Julija Tymošenko; Abolizione della “legge sulle lingue regionali”, con conseguente nuova legge decretante l’ucraino unica lingua di Stato a tutti i livelli amministrativi (a cui è stato posto il veto da Turčynov); Dimissioni del governo; 50 indagati, tra cui alti funzionari che avevano il compito di organizzare l’uccisione di manifestanti; Scioglimento dell’unità speciale di polizia Berkut; Proteste di massa nell’Ucraina Orientale contro il governo di Kiev; Distruzione Nazionale dei monumenti sovietici; Inizio della Crisi della Crimea e della crisi russo-ucraina).
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l’Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad est e in Crimea sono russi (precisamente, gli ucraini costituiscono la maggioranza della popolazione (73%). Tra le minoranze vi sono russi (22%) – presenti soprattutto verso il confine orientale e in Crimea –, bielorussi (0,9%), ebrei (0,9%), romeno-moldavi (0,9%), bulgari (0,5%), polacchi (0,4%), ungheresi (0,3%) e tatari di Crimea (che subirono deportazioni durante la seconda guerra mondiale).
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (Area proclamata indipendente l’11 marzo 2014 tramite referendum popolare, annessa alla Russia il 18 marzo 2014 tramite trattato d’adesione; de facto, la repubblica autoproclamatasi indipendente, diventata una repubblica della Russia, mentre Sebastopoli una città federale). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo).
I dati OSCE parlano, di emigrazione dall’Ucraina (https://www.osce.org/it/magazine/259861) e morti fra civili e militari nel Donbass in 7 anni.
Nel 2014 c’è stata la strage di Odessa (massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan, morti 48 e feriti 174), ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l’Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C’è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale (Protocollo di Minsk: accordo per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull’Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (DNR), e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR). È stato firmato dopo estesi colloqui a Minsk, la capitale della Bielorussia, sotto l’egida della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Succeduto a diversi tentativi precedenti di cessare i combattimenti nella regione di Donbass (Ucraina orientale), prevedeva un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Tuttavia, nonostante abbia portato ad un’iniziale diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato).
Si arriva così all’elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi o comunque gestisce gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l’ingresso nella Nato dell’Ucraina (Siamo ad aprile 2014 quando la Burisma Holdings, la maggiore compagnia energetica dell’Ucraina – attiva sia su gas che petrolio- , assume per una consulenza proprio Hunter Biden. Avere nel proprio board un nome di “peso” avrebbe sicuramente portato giovamento al prestigio dell’azienda. Va detto che l’Ucraina, e le sue aziende, sono spesso ricordate per la scarsa trasparenza ma soprattutto l’alta corruttibilità. Hunter Biden viene assunto con uno stipendio di 50mila dollari al mese. Tutto trasparente, se non fosse che durante quei mesi Joe Biden ha proseguito la politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di quelle zone del Donbass ora divenute Repubbliche riconosciute dalla Russia. La zona di Donespt è ritenuta ricca di giacimenti di gas non ancora esplorati finite nel mirino della Burisma Holdings. Una politica internazionale intrecciata a quella economica che ha fatto storcere il naso anche ai media americani in quegli anni. “Fonte:Tgcom24”). Inaccettabile per la Federazione Russa, perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbass per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l’Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Inoltre, gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 15 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili (Il 23 aprile 2020, l’ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina ha ammesso che nel paese esistono laboratori biologici e che sono sotto il controllo del Pentagono. La dichiarazione dei diplomatici è arrivata dopo una lettera aperta dei deputati riguardante il pericolo che questi centri di ricerca costituiscono per il popolo ucraino. Tuttavia, gli Americani negano le minacce e affermano che [in questi centri] il lavoro scientifico viene svolto a scopi esclusivamente pacifici. E tutti i discorsi sui potenziali pericoli vengono liquidati come “disinformazione russa.”).
A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
Risultato?!?
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.

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