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Fondo d’ Investimento Italiano: ecco come Bper e Bpm rimpiazzano Confindustria

Novità nell’azionariato e nel cda del Fondo d’Investimento italiano (gruppo Cdp). Fatti e retroscena sull’uscita di Confindustria e l’ingresso come soci di Banco Bpm, Bper, fondazione Enpam e fondazione Enpaia.

Fondo d’ Investimento Italiano: ecco come Bper e Bpm rimpiazzano Confindustria

Il Fondo d’Investimento italiano allarga il suo board di azionisti. La società guidata dall’amministratore delegato Antonio Pace e controllata da CDP

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Il Fondo d’Investimento italiano allarga il suo board di azionisti. La società guidata dall’amministratore delegato Antonio Pace e controllata da CDP Equity (gruppo Cassa Depositi e Prestiti), ha deciso di ampliare la base azionaria aprendo il capitale a nuovi soci.

Cos’è Fondo Italiano d’Investimento SGR (FII SGR)

Il FII SGR viene fondato circa 12 anni fa, il 18 marzo del 2010, su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) al fine sostenere la crescita delle imprese italiane e favorire lo sviluppo del sistema produttivo nazionale. Nel 2017 il Fondo espande la sua operatività diretta di private equity attraverso il lancio di “Fondo Italiano Tecnologia e Crescita – FITEC” e “Fondo Italiano Consolidamento e Crescita – FICC”.

I nuovi azionisti del Fondo

A entrare nel capitale della SGR sono gli istituti di credito Banco BPM e BPER Banca, oltre a Fondazione Enpam, l’Ente previdenziale e assistenziale di riferimento di 460mila medici e odontoiatri, e Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura che associa circa 9mila aziende e circa 40mila iscritti. I nuovi azionisti avranno rispettivamente: Fondazione Enpam e Fondazione Enpaia il 5% ciascuna e Banco BPM e BPER Banca il 3,25% ciascuna. Intesa Sanpaolo e UniCredit confermano le rispettive partecipazioni del 12,5% già detenute in precedenza, così come ABI mantiene una quota del 3,5%.

I soci storici

Restano al loro posto i soci storici del fondo: Intesa SanpaoloUniCredit e ABI e CDPE. Cede la sua quota del 3,5% Confindustria, mentre la riduce dal 68% al 55% CDPE, che mantiene comunque la quota di maggioranza. Il coinvolgimento di attori istituzionali vuole iniettare nuove risorse per consentire la creazione e lo sviluppo di nuovi fondi di investimento.

L’uscita di Confindustria

Perché la confederazione degli industriali presieduta da Carlo Bonomi è uscita dal Fondo? Non è stata una sorpresa, viste le recenti dichiarazioni confindustriali che destarono non poca sorpresa in ambito istituzionale viste le argomentazioni del vicepresidente Emanuele Orsini. Dice a Start Magazine una fonte al corrente del dossier: “Confindustria non aveva un ruolo attivo mentre i nuovi soci, specie le banche, hanno invece interesse a far crescere le attività del Fondo. Inoltre la confederazione degli industriali non avevano risorse né finanziarie né di capitale umano da mettere a disposizione, Era dunque un socio davvero poco utile per lo sviluppo della società”.

Il riassetto del management

Il rinnovo dell’assetto proprietario ha degli effetti anche sul management: il Consiglio di Amministrazione sarà ampliato a 13 membri rispetto agli attuali 11. Restano al loro posto l’amministratore delegato e Direttore Generale Antonio Pace e il Chief Investment Officern Gianpaolo Di Dio. Sarà costituito un Advisory Board a livello di SGR con funzioni consultive relative principalmente alla definizione delle politiche di investimento e asset allocation dei fondi, a beneficio dell’attività del CdA. L’Advisory Board sarà composto da 8 membri, ciascuno designato da un socio.

La crescita del Fondo negli anni

Attualmente FII SGR gestisce 13 fondi di investimento mobiliari chiusi riservati ad investitori qualificati, con asset under management pari a 2,5 miliardi di euro e opera sia attraverso investimenti diretti, sia investimenti indiretti (fondi di fondi). Il FII ha chiuso il 2021 avendo in portafoglio oltre 330 aziende, per un fatturato complessivo superiore a 38 miliardi di euro e un totale di più di 188mila dipendenti.

Le partecipazioni del Fondo

Il FII attraverso il Fondo Italiano Consolidamento e Crescita ha in portafoglio importanti aziende dell’aeronautica (Mecaeri aviation group), del fashion (Gruppo Florece), dell’ICT (Maticmind) e dell’elettronica e metallurgica (Casting & Machining Solutions e Marval). Il Fondo partecipa anche a molti altri Fondi di Private Equity (Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica SGR S.p.A., KYMA, Itago, Clessidra, Ardien, Siparex, Star Capital, Ambienta), di Private Debt (Ver Capital, Riello Investimenti, Futurimpresa, Equita) e Fondi di Venture Capital (United Venture, Vertis SGR, Oltre Venture, Primomiglio SGR, Innogest, 360 Partners).

Le collaborazioni internazionali

Il Piano Industriale di FII SGR prevede il sostegno all’internazionalizzazione di imprese italiane di qualità con elevate potenzialità e attive in settori d’eccellenza dell’economia. A tal fine il Fondo vanta collaborazioni di altissimo livello con ELITE e il Fondo Europeo per gli Investimenti.  Elite è il private market del Gruppo London Stock Exchange che connette le imprese a diverse fonti di capitale per accelerarne la crescita, mentre il Fondo Europeo per gli Investimenti è un’istituzione dell’UE specializzata nel dare sostegno, garanzie e microfinanziamenti, alle PMI, alle microimprese e alle imprese sociali. Il FEI fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti ed è in parte di proprietà della Commissione europea.

Fonte: Startmagazine.it

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