Fonte: Firstonline.info Gli italiani hanno confermato anche quest’anno la loro eccezionale propensione al risparmio, anche in un periodo in cui la
Fonte: Firstonline.info
Gli italiani hanno confermato anche quest’anno la loro eccezionale propensione al risparmio, anche in un periodo in cui la gran parte di essi si trova a sperimentare per la prima volta il fenomeno dell’inflazione. Il rialzo dei rendimenti sul mercato obbligazionario ha fatto gola ai risparmiatori italiani, che si sono in parte allontanati dal risparmio gestito, mantenendo comunque i nervi saldi anche quando i mercati hanno mostrato forti ribassi. In tutto ciò il mattone continua ad essere considerato il migliore investimento.
De Felice: le banche centrali hanno avuto la meglio sull’inflazione
“Le banche centrali hanno vinto la loro battaglia nella lotta all’inflazione, hanno influenzato la componente domestica dell’inflazione, hanno evitato second round effect sulla diffusione dell’inflazione e il contenimento della domanda ha calmierato i prezzi delle materie prime energetiche” ha detto Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa San paolo nell’introdurre il rapporto. “Nel medio periodo riteniamo che ci saranno spinte dal lato demografico, dalla deglobalizzazione, dalla transizione energetica e dalla riduzione della capacità produttiva cinese che agiranno in senso moderatamente inflazionistico. Ma non ci sono più i rischi deflattivi che emergevano ultimamente”.
“Le famiglie italiane non hanno venduto precipitosamente le loro attività mobiliari e non si sono fatte prendere dal panico. Questo è un elemento positivo in termini di maturità finanziaria delle famiglie, pur in un quadro di bassa alfabetizzazione finanziaria”
Oltre la metà degli italiani riesce a risparmiare per il 13% del reddito
Nel rapporto emerge che ben il 95 per cento delle famiglie italiane dichiara di essere finanziariamente indipendente e di avere una situazione reddituale stabile nonostante le incertezze legate allo scenario e all’impatto dell’inflazione. Così le famiglie che riescono a risparmiare rappresentano una quota che si mantiene sui valori massimi del pre-pandemia, pari al 54,7 per cento in aumento dal 53,5 per cento nel 2022. In particolare nel 2023 gli intervistati hanno dichiarato di aver risparmiato in media il 12,6 per cento del proprio reddito, anche in questo caso in aumento (dall’11,5 per cento nel 2022).
Investitori prudenti scelgono le obbligazioni
Quegli italiani che hanno deciso di investire lo hanno fatto all’insegna della sicurezza e della liquidità dell’investimento. L’Indagine rileva che sono state le obbligazioni, tornate ad offrire rendimenti interessanti, ad assorbire una parte dei deflussi dal risparmio gestito (-15%) osservati nel 2023: tra coloro che investono in obbligazioni (circa un quarto del campione) la percentuale di ricchezza finanziaria in esse investita è salita al 28 per cento, dal 23 per cento del 2022.
La Borsa rimane per i piccoli risparmiatori italiani un “terreno da dissodare”, ma nel 2023 si è visto un cambiamento: si è percepita una protezione dall’inflazione anche l’investimento azionario e, anche se per il momento gli acquisti netti non si sono ancora mossi, non è escluso che possa accadere in futuro. La Borsa rimane tuttavia una scelta “minoritaria”, attorno al 5%. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (che interessa il 23 per cento degli intervistati) e i fondi etici ESG (13 per cento).
Mattone ancora considerato un bene rifugio
In condizioni di alta inflazione, il mattone continua a essere considerato l’investimento migliore: la ricchezza immobiliare degli italiani è rilevante e l’indagine la stima a ridosso dei 4.000 miliardi di euro solo per la prima casa, oltre il doppio del Pil. Il mercato immobiliare è sempre ambito dagli italiani ma meno accessibile per i giovani. I mutui appaiono però ancora sostenibili: solo per l’8,2 per cento degli intervistati è alla soglia critica di un terzo delle entrate nette annuali della famiglia.
Invece non c’è nel Dna degli italiani un’abitudine ad indebitarsi per i consumi correnti: nel 2023 solo il 9,8 per cento del campione ha dichiarato di aver in corso un prestito rateale, mentre appena il 3,3% sta rimborsando più di una rata.