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Spazio europeo dei dati sanitari, a cosa serve e quanto farà risparmiare all’Ue

Sarà operativo entro il 2025 e favorirà la transizione verso la sanità digitale. Ecco cosa potranno fare cittadini, ricercatori, imprese o istituzioni con lo Spazio europeo dei dati sanitari.

Spazio europeo dei dati sanitari, a cosa serve e quanto farà risparmiare all’Ue

La Commissione europea lavorava da tempo alla costruzione di uno Spazio europeo dei dati sanitari, che il 3 maggio ha infine preso forma e si prevede

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La Commissione europea lavorava da tempo alla costruzione di uno Spazio europeo dei dati sanitari, che il 3 maggio ha infine preso forma e si prevede inizi a funzionare entro il 2025.

Secondo la Commissione, questo nuovo strumento consentirà di compiere un salto qualitativo nella modalità di erogazione delle cure sanitarie in tutta Europa perché faciliterà lo scambio elettronico di informazioni tra i Paesi membri al fine di favorire la ricerca di medicinali, terapie e tecnologie.

A COSA SERVE

L’obiettivo dello Spazio europeo dei dati sanitari (Ehds), come spiega la Commissione Ue, è permettere alle persone di controllare e utilizzare in formato elettronico i propri dati sanitari nel proprio Paese e in altri Stati membri, promuovere un vero mercato unico dei servizi e dei prodotti digitali in campo sanitario, e costituire un quadro normativo coerente, affidabile ed efficiente per l’utilizzo dei dati sanitari nelle attività di ricerca, innovazione, elaborazione delle politiche e regolamentazione, pur nel pieno rispetto degli elevati standard di protezione dei dati dell’Ue.

COSA POTRANNO FARE I CITTADINI UE

Per i cittadini Ue sarà, dunque, facile condividere i propri dati con altri professionisti del settore sanitario anche trovandosi in un altro Paese dell’Unione, con un forte miglioramento delle cure sanitarie.

Le persone potranno aggiungere informazioni, correggere i dati errati, limitare l’accesso di terzi e ricevere informazioni sul modo in cui i loro dati sono utilizzati e sulle finalità.

UNA SPINTA PER LA RICERCA

L’Ehds, inoltre, mira a migliorare l’accesso a diversi tipi di dati sanitari (fascicoli sanitari elettronici, dati genomici, dati presi dai registri dei pazienti) e il loro scambio, non solo per sostenere l’erogazione dei servizi sanitari (il cosiddetto uso primario dei dati) ma anche a fini di ricerca e di elaborazione di politiche in ambito sanitario (il cosiddetto uso secondario dei dati).

Lo spazio crea, infatti, un quadro giuridico solido per l’utilizzo dei dati sanitari nelle attività di ricerca, innovazione, sanità pubblica, elaborazione delle politiche e regolamentazione.

Nel rispetto di condizioni rigorose i ricercatori, gli innovatori, le istituzioni pubbliche e il settore avranno accesso a grandi quantità di dati sanitari di alta qualità, di importanza cruciale per elaborare terapie salvavita, vaccini o dispositivi medici e per assicurare un migliore accesso alle cure sanitarie e sistemi sanitari più resilienti.

COME ACCEDERANNO AI DATI RICERCATORI, IMPRESE O ISTITUZIONI

Per poter accedere ai dati, ricercatori, imprese o istituzioni dovranno chiedere un’autorizzazione a un organismo responsabile dell’accesso ai dati sanitari; tali organismi saranno istituiti in tutti gli Stati membri.

L’accesso sarà concesso solo se i dati richiesti sono destinati a finalità specifiche, in ambienti chiusi e sicuri e senza rivelare l’identità dei singoli individui. Esiste inoltre un divieto rigoroso di utilizzare i dati per prendere decisioni che possano nuocere ai cittadini, ad esempio progettare prodotti o servizi dannosi o aumentare un premio di assicurazione.

L’UE VERSO LA SANITÀ DIGITALE

“Lo spazio europeo dei dati sanitari è un cambio di paradigma fondamentale per la trasformazione digitale delle cure sanitarie nell’Ue. Esso mette al centro di tutto i cittadini e darà loro il pieno controllo sui propri dati, affinché ottengano migliori cure sanitarie in tutta l’Ue – ha detto il Commissario per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides – Con l’accesso protetto da forti garanzie a tutela della sicurezza e della privacy, saranno dati un vero tesoro per gli impegni, gli innovatori decisori politici alla prossima terapia salvavita”.

LA QUESTIONE DELLA PRIVACY

L’intero sistema, garantisce la Commissione, sarà fondato su basi trasparenti che assicureranno la completa protezione dei dati dei cittadini e rafforzeranno la portabilità dei loro dati sanitari, come previsto dall’articolo 20 del regolamento generale sulla protezione dei dati.

Il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ha dichiarato: “Sono orgoglioso di annunciare il primo spazio dati comune dell’UE in un’area specifica. Lo spazio europeo dei dati sanitari rappresenterà un ‘nuovo inizio’ per la politica sanitaria digitale dell’UE, in quanto i dati sanitari funzionano per i cittadini e per la scienza. Oggi stiamo gettando le basi per un accesso sicuro e affidabile ai dati sanitari, pienamente in linea con i valori fondamentali su cui si fonda l’Ue”.

ALLEGGERIRE I COSTI PER I SISTEMI SANITARI

La condivisione di dati sanitari a livello europeo non è solo “la chiave per contrastare le minacce come il Covid”, ha sottolineato Kyriakides, ma anche per alleggerire i costi per i sistemi sanitari: “Si stima che dei 14 miliardi di euro spesi ogni anno per le immagini mediche circa il 10% serva a procedure eseguite inutilmente, spesso ripetute già altrove […] Condividendo i dati sanitari tra gli ospedali e i medici di tutti gli Stati membri, possiamo risparmiare un sacco di soldi che è meglio spendere per bisogni sanitari vitali”.

QUANTO COSTERANNO E COME FUNZIONERANNO LE INFRASTRUTTURE DEI DATI

Le infrastrutture di dati, riferisce Euractiv, saranno due e verranno finanziate con 1,2 miliardi e sovvenzioni agli Stati dal bilancio Ue, e con una parte dei 12 miliardi che gli stessi Stati Ue hanno riservato alla sanità nei piani nazionali di ripresa.

La prima infrastruttura consentirà ai cittadini un accesso gratuito, immediato e facile ai propri dati sanitari, con 810 milioni di euro dal budget dell’Unione.

La seconda è invece volta a migliorare l’assistenza sanitaria negli Stati e dare una spinta alla ricerca, oltre che garantire un migliore accesso all’assistenza sanitaria e sistemi sanitari più resilienti. Per questo obiettivo sono stati previsti più di 480 milioni di euro provenienti da diversi programmi Ue.

QUINDI QUANTO RISPARMIERÀ L’UE?

Infine, la Commissione europea, riferisce Euractiv, stima che lo spazio europeo dei dati sanitari possa far risparmiare all’Ue circa 11 miliardi di euro in dieci anni: 5,5 miliardi di euro saranno risparmiati da un migliore accesso e scambio di dati sanitari nell’assistenza sanitaria e altri 5,4 miliardi di euro saranno risparmiati da un migliore utilizzo dei dati sanitari per la ricerca l’innovazione e la definizione delle politiche.

Fonte: Startmag.it

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