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Le religioni del mondo in guerra: forum a Roma Tre

Dal 1° al 4 marzo dodici sessioni di dibattito, poi la tavola rotonda finale. Filosofi, sociologi, psicologi e antropologi a confronto sul cambiamento in corso

Le religioni del mondo in guerra: forum a Roma Tre

Fonte: Romasette.it Si è aperto ieri, 1° marzo, a Roma il “Forum internazionale sulle religioni del mondo“: quattro giornate di studio e di confron

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Fonte: Romasette.it

Si è aperto ieri, 1° marzo, a Roma il “Forum internazionale sulle religioni del mondo“: quattro giornate di studio e di confronto aconfessionale, fino al 4 marzo, all’Università degli Studi Roma Tre (dipartimento di Scienze della formazione, via del Castro Pretorio 20), sponsorizzate dalla Conferenza episcopale italiana e promosse da Icsor (International Center for the Sociology of Religion), da Is (Instituto de Sociologia) e da Fct (Fundação para a Ciência e a Tecnologia) dell’Università di Porto e dalla Fondazione Bruno Kessler (Center for Religious Studies).

L’iniziativa, spiegano gli organizzatori, «si collega idealmente con il Simposio internazionale sulla non credenza, promosso nel 1969 dal Segretariato Vaticano per i non credenti, al quale parteciparono i più noti studiosi del fenomeno religioso a livello interdisciplinare: dalla filosofia alla sociologia, dalla teologia all’antropologia, dalla storia alla psicologia. A distanza di oltre cinquant’anni – aggiungono -, eventi fondamentali hanno cambiato la storia dell’umanità, per cui è giunto il momento di fare il punto della situazione, in modo rigoroso, aperto, non pregiudiziale, scientificamente attendibile, anche in vista di una conoscenza diffusa, della diffusione dei risultati e delle possibili conseguenze operative in ambito religioso, ma anche sociale, politico, etico ed economico».

Dodici le sessioni di studio in programma, che saranno seguite da una tavola rotonda finale, al termine della quale verrà discusso ed eventualmente approvato il documento finale. «Il confronto non sarà influenzato da posizioni confessionali o meno da utilizzare nel dibattito – sono ancora le parole degli organizzatori -. L’obiettivo dell’iniziativa è stabilire lo stato dell’arte nel campo delle religioni oggi e preparare un documento finale di riferimento, che possa rappresentare una base comune per gli studiosi di scienze sociali applicate al fenomeno religioso. Questo documento non avrà un carattere normativo, ma sarà solo una linea guida per la ricerca. In pratica, si tratta di stabilire punti di possibile convergenza tra diverse opzioni e diverse discipline». L’obiettivo, insomma, è quello di «una migliore e più approfondita conoscenza dello stato dell’arte riguardante le religioni più diffuse nel mondo, dall’ebraismo al cristianesimo, dall’islam allo scintoismo, dal confucianesimo al taoismo, dall’induismo al buddismo e al sikhismo, senza neppure trascurare le nuove e complesse forme di spiritualità nate e sviluppatesi negli ultimi decenni, grazie anche all’incremento delle reti sociali telematiche, che hanno dato luogo ad originali esperienze di credenza. Ma anche la non religione, quella dei cosiddetti “nones”, cioè atei, agnostici, indifferenti, sarà oggetto di attenzione».

Spesso – è la riflessione alla base dell’iniziativa – « la religione ha avuto a che fare con la guerra. Anzi, in qualche caso si è trattato di vere e proprie guerre di religione. Pure le vicende belliche attuali fra Russia e Ucraina hanno uno sfondo religioso». Ma le religioni mondiali «non sono più le stesse del passato più o meno recente. Sembrano essere cambiate al loro interno, ma sembrano anche partecipare ai processi in atto a livello mondiale – rilevano i promotori dell’iniziativa -. Sia dal punto di vista quantitativo (frequenza ai riti, partecipazione alle attività, contributi alle spese istituzionali) che qualitativo (intensità del credo, impegno nella militanza, adesione ai principi fondamentali), si sono verificati cambiamenti significativi, che non possono essere adeguatamente compresi con gli strumenti tradizionali del sapere scientifico, ma che richiedono nuovi approcci, anche qualitativi, per un’analisi più approfondita, tanto più affidabile quanto più basata su una metodologia sufficientemente articolata: quantitativa e qualitativa al tempo stesso, ma anche innovativa in termini di triangolazione tra più metodi».

Attesi al Forum una cinquantina di studiosi provenienti dai vari continenti, tra i quali José Casanova, specialista in tema di Chiese cristiane, Sergio Della Pergola, sociologo considerato il massimo esperto di ebraismo e della sua diaspora a livello mondiale; Fenggang Yang, particolarmente versato nello studio delle religioni cinesi; Anna Sun, appena reduce da indagini in Cina e specializzata sul confucianesimo. E ancora, Franco Garelli, instancabile indagatore della religiosità in Italia, specialmente in campo giovanile; Grace Davie, divenuta nota per la sua formula “believing without belonging”, relativa alla credenza senza appartenenza; Massimo Introvigne, attento conoscitore anche delle minoranze religiose in Italia e nel mondo; Arvind Sharma, per l’induismo; Giuseppe Giordan, il nostro maggiore studioso di fenomenologie spirituali; Enzo Pace, autorevole esponente della scuola patavina di sociologia delle religioni; Farhad Khosrokhavar, tra i migliori scienziati sociali che studiano l’islam nelle sue due versioni, sunnita e sciita; Mark R. Mullins, neozelandese, con lunghi soggiorni in Giappone, dedicati allo studio dello scintoismo; Massimo Leone, direttore del Centre for Religious Studies presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento e dedito a perlustrare i contenuti della cosiddetta religione digitale; Lois Lee, riconosciuta come la più aggiornata autrice di approfondimenti sull’ateismo ed altre manifestazioni affini; Vincent Goossaert, da più decenni stimato analista del taoismo. I lavori saranno  quindi raccolti in un volume che sarà pubblicato da Routledge.

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