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Gli Usa, le big pharma e il dramma dell’abuso di oppiacei

l CDC ha registrato nel 2021 il più alto numero di decessi per overdose da antidolorifici

Gli Usa, le big pharma e il dramma dell’abuso di oppiacei

Negli Stati Uniti le storie di tossicodipendenza sono comuni e non sono quelle che immaginiamo di conoscere. Ci sono persone che non hanno neanche mai

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Negli Stati Uniti le storie di tossicodipendenza sono comuni e non sono quelle che immaginiamo di conoscere. Ci sono persone che non hanno neanche mai fumato una sigaretta, ma che nel corso di cure antitumorali si sono ritrovate ad assumere antidolorifici oppiacei e non sono più riuscite a farne a meno. Per un verso sono guarite dal cancro, dall’altro sono diventate tossicodipendenti per l’assunzione di antidolorifici. Curare un mal di denti o un mal di schiena con il Fentanyl, regolarmente prescritto dal medico, ha significato per molti dare un corso diverso alla propria vita.

Nel 2021 si è registrato il più alto numero di decessi per overdose, ma va ricordato che il tasso di morte per dose eccessiva di oppiacei ha superato nel tempo quello di morte causata da HIV, incidenti stradali ed armi. Negli anni ’90, Philadelphia con Tom Hanks, fu tra i primi film a trattare il tema dell’AIDS, ma da allora sulle vittime tossicodipendenti, specie da oppiacei, non si è generata alcuna empatia, essendo considerata in parte una forma di debolezza di soggetti fragili, insomma storie di fallimenti individuali. Il cliché della lettura sbrigativa al problema complesso da affrontare.

L’agenzia federale CDC, Centers for Disease Control and Prevention, destinata al controllo sulla sanità pubblica, ha segnalato nel 2021 un trend in aumento che ha portato 107.622 persone a morire per droghe o abusi di farmaci. Secondo i dati diffusi, un americano su 14 è dipendente da sostanze, il cui uso ha subito un incremento durante la pandemia, per via delle difficoltà vissute.

Un milligrammo di Fentanyl è 50 volte più potente di un milligrammo di eroina e cento volte più della stessa quantità di morfina. L’OxyContin, in circolazione dal 1996, legittimato pure dalla Food and drug administration (Fda), è un antidolorifico derivato dall’oppio e ovviamente se usato con regolarità genera dipendenza, contrariamente a quanto dichiarato dal marketing molto spinto della casa farmaceutica che ne avvalorava l’efficacia e la scarsità di effetti collaterali come la dipendenza, e che premeva in modo massiccio sui medici statunitensi affinché fosse prescritto.

Un’inchiesta della BBC aveva scoperchiato l’intuibile sistema di prescrizioni di oppioidi da parte di sanitari inesperti sulla terapia del dolore e le sue controindicazioni, tenuto conto anche di una sanità americana essenzialmente privata e che ha portato molti a curarsi in modo prolungato con un antidolorifico, anziché sottoporsi ad accertamenti diagnostici e terapie dispendiose. Si pensi ai dolori cronici dei lavoratori dell’industria pesante e delle miniere di carbone.

Dopo le class action intraprese da diversi Stati e contee, alcune sentenze hanno riconosciuto i responsabili della crisi degli oppioidi nelle Big Pharma.

Sono circa 22 i produttori di questi “farmaci”, tra cui i noti Johnson&Johnson e PurduePharma, condannate a pagare miliardi dollari per la devastazione creata. Il paradosso scaturito da questa triste vicenda sta nel fatto che queste stesse corporation hanno ravvisato il balzo delle proprie azioni e del resto sono le stesse che vendono le terapie per contrastare la dipendenza. 

L’assuefazione a questi antidolorifici ha spinto tanti verso il mercato illegale delle droghe, dell’eroina, si è proprio parlato di epidemia da oppiacei, che ha alimentato il circuito malavitoso di molte città e i cui effetti distruttivi si sono fatti sentire soprattutto nelle aree più depresse del Midwest, ma anche in Pennsylvania, Connecticut, Maryland, Ohio, Kentucky, Colorado, West Virginia, la California e comunque si è diffuso senza fare sconti a nessuno, bianchi, nativi, comunità afro, ispanici. Ci sarebbe da chiedersi come sia stato possibile che il personale medico abbia prescritto senza alcuno scrupolo robaccia a ciclo continuo e che ruolo abbiano giocato le solite lobby in questa brutta vicenda.

Ci sarebbe da chiedersi come sia stato possibile per la stessa Fad autorizzi l’ingresso nel mercato farmaceutico di prodotti così pericolosi, ma poi viene in mente il caso di Flint, nel cuore del Michigan, in cui le autorità locali negavano l’evidenza che nei rubinetti delle case scorresse acqua tossica, al piombo, provocando morti e malattie. E allora le domande vengono meno, perché tutto è possibile, anche vivere in una realtà spregiudicata, per cui l’unico antidoto resta l’etica pubblica, promossa attraverso percorsi di cittadinanza attiva.

Fonte: Huffpost.it

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