Fonte: Firstonline.it
L’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale di solo 1,5°C entro il 2050 ha bisogno di ulteriori investimenti nel settore delle rinnovabili, che Irena, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili quantifica in 150 trilioni di dollari.
Ci vogliono investimenti maggiori non solo in tecnologie energetiche di transizione come l’energia idroelettrica, l’energia geotermica, la biomassa sostenibile e l’idrogeno pulito, ma anche in settori che utilizzano quote inferiori di energie rinnovabili come il riscaldamento e i trasporti. Inoltre dice ancora Irena, insieme agli investimenti privati, servono investimenti e politiche pubbliche significative per rendere uniformi gli interventi in termini di tecnologie e geografie.
Occorrono investimenti per 5 trilioni all’anno fino al 20250
Nel dettaglio, per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C entro il 2050 sono necessari investimenti medi di oltre 5 trilioni di dollari all’anno, per un ammontare totale di 150 trilioni di dollari cumulativi.
E’ vero che gli investimenti globali in tutte le tecnologie di transizione energetica hanno raggiunto un livello record di 1,3 trilioni di dollari nel 2022, ma gli investimenti annuali devono essere più che quadruplicati per rimanere sul percorso di 1,5°C. Rispetto allo scenario energetico pianificato, in cui è richiesto un investimento cumulativo di 103 trilioni di dollari, entro il 2050 sono necessari ulteriori 47 trilioni di investimenti cumulativi per rimanere sul percorso. Circa 1 trilione di dollari di investimenti annuali in tecnologie basate sui combustibili fossili attualmente previsti nel Planned Energy Scenario devono quindi essere reindirizzati verso tecnologie e infrastrutture per la transizione energetica.
Le rinnovabili nel mix energetico
Nello “scenario 1,5°C” di Irena, la quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale aumenterebbe dal 16% nel 2020 al 77% entro il 2050. L’approvvigionamento totale di energia primaria rimarrebbe stabile grazie all’aumento dell’efficienza energetica e alla crescita delle energie rinnovabili. Queste ultime invece aumenterebbero in tutti i settori di utilizzo finale, mentre un alto tasso di elettrificazione in settori come i trasporti e gli edifici richiederebbe un aumento di dodici volte della capacità di elettricità rinnovabile entro il 2050, rispetto ai livelli del 2020. A livello globale, le aggiunte annuali di capacità di energia rinnovabile dovrebbero raggiungere una media di 1 066 GW all’anno dal 2023.
L’elettricità sarà il principale vettore
La crescita dell’idrogeno
Entro il 2050, il 94% dell’idrogeno sarebbe basato su fonti rinnovabili nello scenario di 1,5°C. L’idrogeno giocherebbe un ruolo chiave nella decarbonizzazione degli usi finali e nella flessibilità del sistema energetico. Lo scenario prevede che il consumo totale di energia finale diminuirà del 6% tra il 2020 e il 2050, a causa di miglioramenti dell’efficienza, diffusione delle energie rinnovabili e cambiamenti nei comportamenti e nei modelli di consumo.
L’allargamento geografico e tecnologico
Ci vuole una maggiore presenza del settore pubblico
Dal 2013 al 2020, circa il 75% degli investimenti globali nelle rinnovabili sono arrivati dal settore privato. Tuttavia, il capitale privato tende a fluire verso le tecnologie e i paesi con i minori rischi associati, siano essi reali o percepiti. Nel 2020, l’83% degli impegni nel solare fotovoltaico proveniva da finanziamenti privati, mentre il geotermico e l’idroelettrico si basavano principalmente su finanziamenti pubblici: solo il 32% e il 3% degli investimenti in queste tecnologie, rispettivamente, provenivano da investitori privati nel 2020. È necessario un più forte intervento del settore pubblico per incanalare gli investimenti verso paesi e tecnologie in modo più equo.