La società italiana Energy Dome, specializzata nello sviluppo di soluzioni per l’accumulo di energia a lunga durata e su scala industriale, ha ufficia
Come funzionano le batterie alla CO2?
Le batterie alla CO2 possono essere considerate un’evoluzione dei sistemi Liquid Air Energy Storage (Laes), che immagazzinano l’energia raffreddando l’aria fino allo stato liquido. All’occorrenza, quest’ultima può essere riportata allo stato gassoso per far girare una turbina e produrre dell’elettricità. Gli impianti di accumulo con batterie alla CO2 hanno un funzionamento simile, ma ci sono alcune differenze importanti. Per esempio, questi sistemi non si basano sull’aria, bensì sull’anidride carbonica e rendono possibile l’immagazzinamento ad alta densità senza il bisogno di impiegare temperature criogeniche.
Per l’azienda il prossimo passo sarà la messa a punto del primo impianto di grandi dimensioni, con una potenza di 20 MW e una capacità di 200 MWh. È anche prevista l’implementazione del primo progetto su scala commerciale entro il 2023.
Il futuro di Energy Dome
Energy Dome si è anche assicurata una serie di importanti accordi commerciali, tra cui quello con A2A e quello di licenza non esclusiva siglato con Ansaldo Energia durante la prima metà dell’anno. Quest’ultimo è finalizzato alla realizzazione di progetti di accumulo di energia a lunga durata in Italia, Germania, Medio Oriente e Africa.
Presto, inoltre, prenderà il via un round di raccolta fondi per potenziali investitori interessati alla nuova tecnologia.
Commentando gli ultimi sviluppi, Claudio Spadacini, fondatore e Ceo di Energy Dome, si è detto orgoglioso dei risultati conseguiti e del team che ha reso possibile ottenerli. «Ora possiamo dare una risposta a una delle questioni più critiche dei nostri tempi: il cambiamento climatico», ha aggiunto. Spadacini ha sottolineato che la batteria alla CO2, ora disponibile in commercio, è stata pensata per «rendere conveniente l’energia rinnovabile distribuibile su scala globale».