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Natural Asset Company: oggi quanto vale la Terra in Borsa?

Natural Asset Company: oggi quanto vale la Terra in Borsa?

Il capitalismo, lo sappiamo, ha bisogno di espandere sempre di più i propri confini per poter assicurarsi la propria esistenza. Come abbiamo imparato,

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Il capitalismo, lo sappiamo, ha bisogno di espandere sempre di più i propri confini per poter assicurarsi la propria esistenza. Come abbiamo imparato, anche quando lo spazio non c’è, lo si inventa come accaduto con il “mondo digitale” e la sua continua espansione, di cui il metaverso è solo l’ultima frontiera in ordine di tempo. In tempo di crisi ambientale, prodotta proprio dal sistema di sfruttamento capitalistico, il sistema finanziario pone le basi per una nuova frontiera del profitto economico. Dopo l’esplosione dei titoli ESG (Environmental, Social, Governance) – indicatore di investimenti che tengano conto di aspetti ambientali, sociali e di gestione – è in arrivo un nuovo strumento finanziario ambizioso che promette di creare profitto ma con lo scopo di salvaguardare la natura e i sistemi ecologici: l’acronimo è NAC, il suo nome è Natural Asset Company, che tradotto suona come Società di Beni Naturali. Il Centro-Sud America sembra essere il primo campo di sperimentazione mentre il Costa Rica si candida a primo soggetto del nuovo gioco finanziario.

La salvezza della Terra? La sua finanziarizzazione

New York Stock Exchange (NYSE), la borsa della Grande Mela, ha annunciato lo scorso settembre di lavorare in collaborazione con Intrinsic Exchange Group (IEG) per la creazione di un nuovo strumento che aprirà la porta a quella che chiamano “economia della natura”. L’idea è venuta a Douglas Eger, ambientalista conservazionista e amministratore delegato di IEG, il quale ha poi avuto l’appoggio e il finanziamento di New York Stock Exchange – società privata sotto il controllo di Intercontinental Exchange con sede ad Atlanta – oltre che della Rockefeller Foundation, della Inter-American Developement Bank (la Banca Interamericana di Sviluppo, una specie di succursale della Banca Mondiale, con sede a Washington D.C.) e Aberdare Ventures (società statunitense di venture capital concentrata specialmente nel settore dell’assistenza sanitaria). Tra i partner troviamo anche due ONG statunitensi, Amazon Conservation Association e International Conservation, oltre che il WWF.

“L’equità del NAC cattura il valore intrinseco e produttivo della natura e fornisce una riserva di valore basata sui beni vitali che sostengono la nostra intera economia e rendono possibile la vita sulla terra. Crediamo che gli investimenti nella natura tramite IEG possano creare valore finanziario per i proprietari e gli investitori di asset naturali, fornendo al contempo benefici ambientali e sociali su larga scala e alimentando una transizione verso un’economia circolare veramente sostenibile”, è quanto si legge sul sito di IEG. Secondo Douglas Eger questo nuovo modello di fare business permetterebbe di ridurre le esternalità negative in favore di una crescita di quelle positive. Le prime sono rappresentate dai costi ecologici e sociali imposti ad una comunità a fronte di un’internalizzazione del profitto da parte di qualche azienda che ne ha sfruttato il territorio. Le seconde sono invece quei benefici che la natura produce e che non forniscono un mezzo per la creazione di ricchezza. I NAC, secondo l’idea di Eger, servirebbero a spostare i finanziamenti dalle aziende che sfruttano l’ambiente per poi esternalizzare i costi, verso quelle che si interessano di salvaguardare i benefici che la natura ci offre.

“Storicamente non ci sono stati meccanismi per incoraggiare la formazione di capitale necessaria per preservare e ripristinare le risorse naturali che alla fine sostengono la capacità di avere vita sulla Terra”, ha detto a Fortune Michael Blaugrund, COO del NYSE, il quale ha proseguito dicendo: “La nostra speranza è che possedere una società di asset naturali sarà un modo in cui una gamma sempre più ampia di investitori avrà la possibilità di investire in qualcosa che è intrinsecamente prezioso, ma, fino a questo punto, è stato davvero escluso dai mercati finanziari”.

Il vulcano Arenal, Costa Rica

L’economia della natura

La soluzione offerta al degrado ecologico prodotto dal sistema capitalistico è quindi la finanziarizzazione di ogni centimetro del nostro pianeta. Esempi di beni naturali che potrebbero ricadere sotto la gestione privata dei NAC includono paesaggi naturali come forestezone umidebarriere corallinelaghifiumi, nonché terreni di lavoro come le fattorie. Dal sito di IEG possiamo leggere: “Siamo pionieri di una nuova asset class basata sulle attività naturali e sul meccanismo per convertirle in capitale finanziario. Queste risorse sono essenziali, rendendo la vita sulla Terra possibile e piacevole. Includono sistemi biologici che forniscono aria pulita, acqua, alimenti, medicine, un clima stabile, salute umana e potenziale sociale. Il potenziale di questa asset class è immenso. L’economia della natura è più grande della nostra attuale economia industriale e possiamo attingere a questa riserva di ricchezza e produttività per proteggere e far crescere la natura e trasformare la nostra economia in una più equa, resiliente e sostenibile”. I sostenitori di questa nuova frontiera capitalista spiegano che il potenziale economico dell’“economia della natura” è enorme. Secondo gli studi effettuati dai proponenti, per cui tutto ha ricevuto un valore economico, i beni e servizi prodotti dalla natura ammontano a 125 trilioni di dollari, con un patrimonio di beni calcolabile sui 4.000 trilioni di dollari (contro i 90 e 512 trilioni di dollari di quella che chiamano “economia tradizionale”.

Come spiegato da IEG, il valore verrà calcolato tenendo conto di vari elementi. Il primo è il valore intrinseco che va aldilà dei servizi ecosistemici che offrono i beni naturali – che hanno un “valore in sé e per sé” – e che comprende “valori non ancora identificati o quantificati, nonché valori come culturale, sociale, estetico, spirituale, ecc.”. Abbiamo poi la produzione naturale, ovvero il “valore dei beni e dei servizi prodotti da beni naturali (servizi ecosistemici)”. La riserva di valore riguarda invece lo stock presente di acqua, legname, biodiversità, suolo, carbonio, pesce o altri beni naturali. Rientra nella produzione tradizionale “l’uso di risorse naturali, beni costruiti, capitale finanziario e lavoro per produrre beni e servizi che possono essere valutati e inclusi nei diritti concessi alla Società di beni naturali o ottenuti per investimento”. Abbiamo poi la riduzione del rischio, ovvero la capacità di mitigare e in alcuni casi convertire in reddito un rischio per altre entità. Altro elemento che compone il valore è l’attività anticiclica e che quindi non risente delle crisi economiche. “Ad esempio, il valore e la domanda di acqua potabile non sono diminuiti durante la crisi. Anche in una pandemia, la natura funziona 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e conserva valore”. Infine, realizzazione di attività finanziarie, per cui il capitale del NAC “cattura tutti gli elementi di valore di cui sopra, creando la realizzazione finanziaria tramite un titolo, per cui l’intero valore delle attività naturali viene prezzato in una transazione di mercato”

In un suo articolo, Robert Hunziker scrive: “I NAC consentono la formazione di società specializzate che detengono i diritti sui servizi ecosistemici prodotti su un determinato pezzo di terra. I servizi potrebbero essere il sequestro di carbonio o acqua pulita o forse rara aria di montagna tibetana o forse un lago brulicante di trote nel deserto. Le possibilità sono infinite quando si mettono all’asta pezzi importanti di un bene grande come il pianeta. Il NAC manterrà, gestirà e farà crescere il bene naturale che ha mercificato, lavorando per massimizzare il potenziale di profitto del bene naturale [..] Dopotutto, la Terra vivente ringiovanisce, ricostituisce e serve gli ecosistemi da sola, un processo naturale che va avanti per sempre. Perché non possederlo?

I nuovi conquistadores

Banche, fondi sovrani, fondi d’investimento, investitori istituzionali, aziende, family office e privati, potranno costituire queste Società di Beni Naturali caricandosi la responsabilità della gestione ma anche tutti i diritti inerenti i cicli naturali della zona soggetta al NAC. Dunque, non solo gli ecosistemi diventano risorse finanziarie, ma anche i diritti sui “servizi” che questi ecosistemi producono o i benefici che le persone ricevono dalla natura come cibo, acqua pulita, biodiversità, l’impollinazione dei fiori, la cattura dell’anidride carbonica da parte delle pianate, le specie vegetali e animali e la loro riproduzione, i processi chimici etc; potremmo continuare l’elenco con centinaia e migliaia di cose.

Il Centro-Sud America, con il suo enorme bacino di ricchezze naturali, sarà la nuova frontiera della finanziarizzazione della natura e il Costa Rica sarà il primo bastione della nuova “economia della natura”. Sul sito della Rockefeller Foundation troviamo le dichiarazioni di Mauricio Claver-Carone, Presidente della Banca Interamericana di Sviluppo: “Questo annuncio da parte di NYSE e IEG arriva in un momento critico in cui le economie di molti paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno lottato a causa della pandemia [..] Sbloccare l’enorme valore intrinseco della natura consentirà ai paesi di sfruttare il loro capitale naturale per la conservazione e gli obiettivi di sviluppo umano”.

I nuovi conquistadores, grazie all’aiuto della Banca Interamericana di Sviluppo, che come la Banca Mondiale ha nel corso dei decenni imposto politiche neoliberiste e di austerity, sbarcheranno nel paradiso caraibico, il cui Ministro dell’Ambiente e dell’Energia, Andrea Meza Murillo, ha dichiarato: “In Costa Rica, IEG ci sta supportando nella costruzione di un progetto pilota per la creazione di una Natural Asset Company. Ciò approfondirà l’analisi economica di dare alla natura il suo valore economico, nonché di continuare a mobilitare i flussi finanziari per la conservazione”.

Insomma, ai problemi generati dall’ipersfruttamento capitalista si risponde con ancor più capitalismo. Inoltre, molti dei soggetti che dovrebbero mettere in atto il cambiamento di paradigma per sconfiggere il degrado ecologico e sociale, sono proprio coloro che hanno guidato il sistema di sfruttamento traendone enorme guadagno.

Fonte: Indipendente.online

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