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Al via il portale per accedere alle risorse del fondo Simest

Digitalizzazione, export, e-commerce come chiave per agganciare la ripresa post-pandemia, con un occhio ai mercati globali. SIMEST mette a terra il PNRR, offrendo 1,2 miliardi sottoforma di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. I tempi stringono: le domande dovranno essere presentate entro il pomeriggio del 3 dicembre 2021, fatta salva un’eventuale chiusura anticipata per esaurimento delle risorse. Vista la modalità “a sportello”, vale quanto mai il detto secondo cui chi prima arriva meglio alloggia.

Al via il portale per accedere alle risorse del fondo Simest

SIMEST, società che con SACE costituisce il polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha (ri)aperto, lo scor

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SIMEST, società che con SACE costituisce il polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha (ri)aperto, lo scorso 28 ottobre, il proprio portale per l’invio e ricezione delle domande di accesso ai finanziamenti agevolati, con una quota a fondo perduto. La dotazione è pari a 1,2 miliardi ed è dedicata, a questo giro, interamente alla realizzazione di investimenti a supporto delle piccole e medie imprese.
Il Fondo, foraggiato dall’Unione europea – NextGenerationEU attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è gestito dell’ente di Corso Vittorio Emanuele II per conto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), con l’obiettivo di favorire il successo e la crescita delle PMI italiane con ambizioni internazionali, e consentire loro, citando le parole del presidente Pasquale Salzano, di “voltare pagina ed agganciare il trend di ripresa del commercio globale in atto”.
La riapertura delle attività era stata, a ben vedere, annunciata già il 7 agosto scorso, quando in Gazzetta Ufficiale veniva pubblicato il comunicato del Comitato Agevolazioni che annunciava la rentrée dell’attività di ricezione di nuove domande a valere sulle risorse provenienti dalla missione 1 del PNRR.
La nuova call non stupisce: le opportunità offerte del Fondo sono state accolte con forte interesse in occasione dell’ultima apertura dello sportello, avvenuta il 3 giugno scorso, tanto che quest’ultimo, a causa del numero eccessivo di domande eccedenti la dotazione finanziaria – oltre 8.000 – era stato chiuso già il giorno successivo.
Ma andiamo per gradi.

Obiettivo: digitalizzazione, innovazione e competitività

Assecondando le logiche topografiche attorno a cui è costruito il PNRR, ci troviamo all’interno della missione 1, componente n. 2, avente l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, rafforzandone il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e internazionalizzazione. Inoltre, una sezione ad hoc è stata dedicata all’area in esame: l’investimento n. 5, “Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST”.
Due poste in gioco: da un lato attribuire enorme rilevanza agli strumenti di finanza agevolata per promuovere strategie di crescita e internazionalizzazione di piccole e medie imprese e start-up; dall’altro, definire meglio la platea delle imprese beneficiarie degli interventi agevolativi finanziati sovvenzionati a valere sul Fondo 394/81.

Tre nuovi finanziamenti

Il comunicato stampa del Comitato Agevolazioni del 30 settembre va più nel dettaglio: le risorse del Fondo, a questo round, sono veicolate attraverso tre nuovi finanziamenti, le cui logiche valgono bene un breve approfondimento.
Transizione digitale ed ecologica delle PMI con vocazione internazionale
Il primo, denominato “Transizione Digitale ed Ecologica delle PMI con vocazione internazionale”, è dedicato alle sole PMI italiane, costituite in forma di società di capitali e che abbiano depositato presso il Registro delle imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Tra i molti requisiti elencati dalla circolare di riferimento, la n. 1/PNRR/394/2021, spicca il seguente: l’impresa richiedente deve avere un fatturato estero la cui media degli ultimi due esercizi sia almeno il 20% del fatturato aziendale totale, oppure pari ad almeno il 10% del fatturato aziendale dell’ultimo bilancio depositato – qua la prova della “vocazione” all’export.
Entrando nel merito, si tratta di un finanziamento a tasso agevolato in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di “Temporary Framework”. Il suo obiettivo è sostenere gli investimenti volti a favorire la transizione digitale (almeno il 50% del totale del finanziamento) ed ecologica delle PMI e promuoverne la competitività sui mercati esteri. Lo strumento ha una durata di 6 anni, con 2 di preammortamento, e un importo massimo finanziabile di 300.000 euro che non può comunque superare il 25% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. La quota massima a fondo perduto avvantaggia le imprese del mezzogiorno: essa è fino al 40% per le PMI del Sud e fino al 25% per le restanti PMI.
Partecipazione delle PMI a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema
Il secondo, “Partecipazione delle PMI a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema”, vede come destinatarie le PMI italiane che abbiano depositato presso il registro delle imprese, stavolta, almeno un bilancio relativo a un esercizio completo. Si tratta di un prestito a tasso agevolato in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di “Temporary Framework” il cui obiettivo è quello di sostenere la partecipazione a un singolo evento di carattere internazionale, anche virtuale tra: fiera, mostra, missione imprenditoriale e missione di sistema, per promuovere l’attività d’impresa sui mercati esteri o in Italia, attraverso l’erogazione di un finanziamento destinato per almeno il 30% a spese digitali connesse al progetto, a meno che l’evento non sia a tema digital o ecologico.
L’importo massimo del finanziamento è pari a 150.000 euro e non può comunque superare il 15% dei ricavi medi risultanti dall’ultimo bilancio approvato e depositato dall’impresa.
Il periodo di rimborso è di 4 anni, con 1 anno di preammortamento. Si registra, anche per questo strumento, il medesimo favor verso le imprese del sud Italia circa la quota massima a fondo perduto. La circolare di riferimento è la n. 3/PNRR/394/2021.
Sviluppo del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (E-commerce)
Infine, il terzo è denominato “Sviluppo del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (E-commerce)”. Stesso requisito del primo circa i soggetti beneficiari: PMI italiane, costituite in forma di società di capitali e che abbiano depositato presso il Registro delle imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi, e medesima natura di finanziamento a tasso agevolato in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di “Temporary Framework”.
Il beneficio è destinato alla realizzazione di un progetto di investimento digitale per la creazione o miglioramento di una piattaforma e-commerce di proprietà (dedicata) o l’accesso a una piattaforma di terzi (market place) per la commercializzazione di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano. L’importo massimo finanziabile varia a seconda che si tratti di una piattaforma propria o di terzi, essendo rispettivamente pari a 300.000 euro e a 200.000 euro, ma non potrà essere comunque superiore al 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa.
La durata del finanziamento è di 4 anni, di cui 1 di preammortamento. Anche in questo caso la quota massima a fondo perduto è pari al 40% per le PMI del Sud, e fino al 25% per le restanti piccole e medie imprese italiane. La circolare di dettaglio è la n. 2/PNRR/394/2021.
A conti fatti, si tratta di un assist che le molte PMI votate all’export, colonna portante dell’economia italiana, non dovrebbero perdere, ma le imprese interessate farebbero meglio ad affrettarsi: il portale resterà aperto fino alle 18 del 3 dicembre 2021, salvo chiusura anticipata per esaurimento delle risorse complessive disponibili.
Fonte: Ipsoa.it

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