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CRIF Ratings: le imprese mostrano nel 2018 segnali di stabilizzazione della rischiosità

CRIF Ratings: le imprese mostrano nel 2018 segnali di stabilizzazione della rischiosità

Stabilizzazione della rischiosità delle imprese non finanziarie italiane. È questo il dato più importante che emerge da uno studio condotto da CRIF Ra

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Stabilizzazione della rischiosità delle imprese non finanziarie italiane. È questo il dato più importante che emerge da uno studio condotto da CRIF Ratings. «Dopo un quadriennio di costante riduzione dei tassi di default delle imprese non finanziarie italiane, a dicembre 2018, il tasso di default, calcolato da CRIF Ratings come il ritardo su pagamenti e rimborsi bancari (c.d. 90 days past due ai sensi di Basilea II) e le procedure di insolvenza e pregiudizievoli (c.d. eventi pubblici), si è attestato al 3,7%, sostanzialmente in linea rispetto al dato di giugno 2018 e in lieve miglioramento rispetto al 3,9% di dicembre 2017. A titolo comparativo a fine 2015 e 2016 i tassi di default si erano attestati rispettivamente al 5,8% e al 4,7%. La riduzione del tasso complessivo è dovuto a un trend favorevole che ha caratterizzato sia i ritardi di pagamento sia i default pubblici».

Il comparto economico delle imprese mostra con questi segnali positivi un costante miglioramento che influisce direttamente sulla salute del settore. È importante proseguire su questa strada per riprendere posizioni del passato, spesso dovute alla crisi economica del 2008.

«La contrazione della rischiosità delle imprese – commenta Roberta Mantovani, Rating Analyst di CRIF Ratings – è stata sostenuta da un progressivo miglioramento del contesto economico e finanziario, supportato anche dalle accomodanti politiche monetarie della BCE. L’effetto selezione che la crisi economica ha esercitato sulla struttura produttiva italiana ha contribuito alla significativa contrazione dei tassi di default registrata a partire dal 2014 e al miglioramento del profilo di rischio delle imprese italiane non finanziarie rimaste attive. Questa dinamica è stata più evidente nei comparti maggiormente esposti al ciclo economico e alla concorrenza internazionale, quali ad esempio le costruzioni e la manifattura».

Le previsioni per il biennio 2019 – 2020

L’outlook per il biennio 2019-2020 è tendenzialmente stabile. «Nello specifico, CRIF Ratings stima che nei prossimi 24 mesi il tasso di default si assesterà ad un livello compreso tra il 3,3% e il 3,9%. Dopo il 3,7% del 4Q18, CRIF Ratings ritiene plausibile una stabilizzazione ed una normalizzazione della rischiosità finanziaria delle imprese italiane nel corso del 2019, a cui potrebbe seguire una lieve inversione di tendenza nel corso del 2020 e una conseguente risalita dei tassi di default, specie per i settori maggiormente ciclici». L’indebolimento dello scenario internazionale, anche a causa del protrarsi dell’incertezza legata al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, alle tensioni commerciali USA-Cina e al rallentamento della crescita cinese, la fragilità a livello nazionale legata all’incertezza politica e alla crescita del debito pubblico, sono i driver che potrebbero incidere negativamente sulle stime del tasso di default. «Ciononostante, e proprio a causa dei suddetti fattori, le principali banche centrali – si legge nel documento realizzato da CRIF Ratings – hanno anticipato il protrarsi di politiche monetarie accomodanti, mantenendo i tassi di interesse su livelli minimi, se non addirittura negativi. Quest’ultimo fattore mitigherà – a giudizio di CRIF Ratings – la risalita dei tassi di default, continuando a garantire un’adeguata provvista di liquidità alle imprese, sebbene potenzialmente su base maggiormente selettiva. Nel complesso, CRIF Ratings ritiene improbabile che l’evoluzione del quadro macroeconomico possa consentire ulteriori miglioramenti del profilo di rischio delle imprese non finanziarie italiane».

Francesco Fravolini

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