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Antitrust Ue: “L’Italia ha fornito all’Ilva aiuti di Stato illegali per 84 mln euro

Antitrust Ue: “L’Italia ha fornito all’Ilva aiuti di Stato illegali per 84 mln euro

L’Antitrust comunitario ha pubblicato oggi a Bruxelles le conclusioni dell’indagine approfondita sulle misure di sostegno da parte dello Stato a favor

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L’Antitrust comunitario ha pubblicato oggi a Bruxelles le conclusioni dell’indagine approfondita sulle misure di sostegno da parte dello Stato a favore dell’Ilva rilevando che  l’Italia ha fornito all’Ilva aiuti di Stato illegali per circa 84 milioni di euro che “sono stati utilizzati per finanziare il fabbisogno di liquidità dell’acciaieria relativo alle sue attività commerciali e non per sopperire ai costi della bonifica ambientale”. L’Antitrust ha precisato che l’Italia dovrà recuperare gli aiuti illegali.

La Commissione ha esaminato cinque misure di sostegno dello Stato all’Ilva e concluso che due di esse, due prestiti concessi all’Ilva nel 2015 (nel periodo dell’apertura della procedura d’insolvenza), comportavano aiuti di Stato illegali e un vantaggio indebito all’acciaieria sulla concorrenza, in violazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato.

In particolare il sostegno illecito riguarda le condizioni finanziarie relative ad una garanzia statale su un prestito di 400 milioni di euro e ad un prestito pubblico di 300 milioni di euro.

La Commissione ha concluso che le altre tre misure di sostegno esaminate non si configurano invece come aiuti di Stato essendo conformi alle condizioni di mercato non risultando imputabili allo Stato italiano o non comportando fondi pubblici. È questo in particolare il caso dei fondi ammontanti ad oltre 1,1 miliardi di euro che i proprietari dell’Ilva hanno trasferito alla società nel giugno 2017 e che sono destinati a porre rimedio alle gravi carenze ambientali che caratterizzano le attività dello stabilimento di Taranto.

La Commissione in una nota ha ricordato che “Le norme Ue sugli aiuti di Stato consentono soltanto di promuovere la competitività e l’efficienza a lungo termine delle acciaierie, ma non di sostenere i produttori che versano in difficoltà finanziarie”.

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