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Scoperti nello spazio i JuMBO: oggetti grandi quanto pianeti di origine sconosciuta

Scoperti nello spazio i JuMBO: oggetti grandi quanto pianeti di origine sconosciuta

Fonte: Indipendente.online Il telescopio James Webb ha svelato nuove immagini della Nebulosa di Orione, situata a più di 1.300 anni luce dalla Terr

Airborne chemical sends unmistakable biological signal, may show evidence of life on other planets
Astronomers find that two exoplanets may be mostly water
Si toccano…”. Cosa succede ai due pianeti in cielo

Fonte: Indipendente.online

Il telescopio James Webb ha svelato nuove immagini della Nebulosa di Orione, situata a più di 1.300 anni luce dalla Terra, e ha mostrato 40 nuovi oggetti che al momento non rientrano in nessuna delle categorie astronomiche conosciute. Il loro nome tecnico è JuMBO, dall’inglese Jupiter Mass Binary Objects (oggetti di Giove di massa binaria): sono oggetti grandi come dei pianeti che si presentano a coppie ma che non orbitano intorno ad una stella, vagando nel vuoto dell’universo vicini tra loro. I risultati della scoperta sono stati inseriti in uno studio già inviato a Nature e uno dei due autori ha ammesso che la loro origine non è ancora chiara e che per spiegarla sarà necessario il lavoro dei fisici teorici.

I JuMBO sono stati scoperti grazie al lavoro di due scienziati dell’ESA che è durato circa una settimana: è stata scandagliata la nebulosa di Orione e l’area del Trapezio e, combinando le nuove immagini del telescopio con le informazioni già estratte in passato, sono stati ottenuti importanti risultati che sono contenuti in uno studio inviato a Nature per la revisione. Il professor Mark J. McCaughrean – uno dei due autori, Senior Advisor per la scienza e l’esplorazione presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e responsabile della comunicazione dei risultati delle missioni astronomiche, eliofisiche, planetarie ed esplorative dell’ESA – ha dichiarato: «Stavamo cercando questi oggetti molto piccoli e li abbiamo trovati. Li troviamo piccoli quanto una massa di Giove, anche mezza massa di Giove, che fluttuano liberamente, non attaccati a una stella. La fisica dei gas suggerisce che non dovrebbero esistere oggetti che abbiano da soli la massa di Giove e sappiamo che i singoli pianeti possono essere espulsi dai sistemi stellari. Ma come si fa a eliminare coppie di questi oggetti insieme? Non ho una risposta, è per i teorici».

I nuovi oggetti scoperti non possono essere chiamati “pianeti” (in quanto la definizione di “pianeta” include l’orbita intorno ad una stella) e nemmeno “pianeti canaglia” (i pianeti erranti nello spazio che non orbitano intorno ad una stella, scoperti già da decenni), perché vagano nel vuoto intergalattico a coppie. I JuMBO hanno circa un milione di anni, presentano temperature superficiali che si aggirano intorno ai 700 gradi Celsius (anche se, non orbitando intorno ad una stella, si raffredderanno velocemente) e separazioni orbitali comprese tra 25 e 390 volte la distanza tra la Terra e il Sole. L’analisi della luce che emettono rivela tracce di vapore acqueo, monossido di carbonio e metano, caratteristica coerente con la loro natura di pianeti gassosi. Per ora, ci sono due ipotesi sulla loro formazione: la prima è che, essendo cresciuti in una nebulosa, potrebbero essere delle “quasi stelle” originate da una quantità di materiale non sufficiente a creare tale corpo celeste. La seconda, più plausibile secondo McCaughrean, è che potrebbero essere stati creati intorno a delle stelle per poi essere espulsi nello spazio vicino, anche se rimane da spiegare il motivo per cui tale fenomeno sia successo a due a due: «Come puoi buttare fuori due cose [dall’orbita di una stella] in un’interazione caotica e farle tornare di nuovo insieme?». Solo il tempo (e il lavoro dei fisici teorici) ci darà la risposta.

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