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Stress studenti, comprendere le cause per agire in maniera efficace

Stress studenti, comprendere le cause per agire in maniera efficace

Viviamo in “un sistema malato che baratta la persona con la performance”. Ha utilizzato queste parole la studentessa Alessandra De Fazio, il 4 aprile,

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Viviamo in “un sistema malato che baratta la persona con la performance. Ha utilizzato queste parole la studentessa Alessandra De Fazio, il 4 aprile, alla presenza del presidente Mattarella. Il riferimento era diretto alle pressioni e al clima di forte stress che l’attuale sistema scolastico pone sulle spalle degli studenti. E a quanto pare tale realtà non costituisce una semplice sensazione, ma risponde ad uno stato di cose suffragato dai dati statistici.

Nel 2015, da un’indagine dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), emerse che lo stress degli studenti italiani era superiore ai Paesi europei. Da allora si sono susseguite statistiche, le quali non hanno fatto che confermare questo trend. Un sondaggio promosso recentemente dall’Unione degli studenti ha fatto tornare d’attualità un tema spesso sottovalutato.

L’Ocse ogni tre anni presenta i risultati del programma Pisa (Programme for international student assessment), che si occupa di fornire dati riguardanti la valutazione internazionale degli studenti.

La soddisfazione di vita degli studenti quindicenni

Oltre alla misurazione di abilità e conoscenze, l’indagine affronta anche l’aspetto legato al loro benessere o soddisfazione di vita. Come è facile intuire, quest’ultimo è un indice molto importante ai fini della valutazione dello stato psicofisico di una generazione o di un popolo.

La soddisfazione di vita può essere definita come la valutazione complessiva che la persona compie di volta in volta su di sé, rispetto al raggiungimento o meno di necessità, desideri, aspettative prefissati in un dato momento.

Ebbene, i dati forniti dall’Ocse del 2015 fotografano una realtà ancora attuale. Essi attestano che il 77% degli studenti italiani, a partire dai quindici anni, diventa nervoso/a quando non riesce a fare un compito a scuola; il 56% diventa molto teso/a quando studia; il 70% è molto teso, anche quando si sente preparato/a per affrontare un test; l’85% teme di poter prendere brutti voti a scuola; il 66% teme spesso che avrà difficoltà nel fare un test.

Dati che collimano con quelli rilevati nel dicembre scorso da un sondaggio dell’Uds, l’Unione degli studenti. Ben 9 studenti su 10 affermano di provare stress prima delle prove scritte/orali. Il 63% di loro ha avuto almeno un attacco di panico o vomito prima delle interrogazioni.

Tutto ciò finisce con l’incidere sulla loro soddisfazione di vita. Sempre l’Ocse sostiene che la soddisfazione di vita di uno studente italiano si attesta nelle ultime sei posizioni, in una classifica ove compaiono Paesi europei e internazionali.

Oms e Unicef: lo stress degli studenti italiani è un dato da non sottovalutare

Sulla stessa linea si pone l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la quale in un suo rapporto evidenziava percentuali simili, con lo stress che colpisce il 72% delle studentesse e il 51% degli studenti.

Tra le cause principali, le aspettative troppo alte di cui i giovani sembrano sentire il peso. Aspetto che genera ansia e stress per gli studenti, ma soprattutto incentiva a vedere l’ambiente scolastico come una gabbia da cui si desidera fuggire.

In un’inchiesta presentata ad aprile dal portale ScuolaZoo e UniCredit Foundation è emerso che il 92% degli studenti è insoddisfatto del sistema scolastico. Mentre il 74% ha meditato di abbandonare gli studi.

Va anche ricordato che spesso situazioni mal gestite possono portare a conseguenze ben più rilevanti dello stress. La cosa che colpisce maggiormente è il numero di studenti nel nostro Paese che in vario modo soffre di disturbi mentali.

Nel 2019 l’Unicef stimò che in Italia il 16,6%  dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni soffrisse di problemi mentali. Stiamo parlando di 956.000 studenti alle prese con stress e non solo. Dati che l’epidemia da Covid 19 non ha di certo contribuito a migliorare.

Tra le cause che generano problematiche va  aggiunta la questione legata allo studio extrascolastico e al carico di compiti che mediamente occupa fino a quattro ore oltre la scuola. Ciò rende difficile per un giovane studente poter dedicare del tempo alle attività sportive, assai importanti per il suo benessere psicofisico.

Possibili soluzioni: ritornare alla realtà e guardare al futuro

Come diversi formatori hanno evidenziato, dati come quelli che abbiamo visto devono costituire un trampolino di lancio per progettare meglio la vita degli studenti e guardare con occhio diverso il futuro.

Se in passato si è investito  sulla realtà dell’istruzione, declinandola prevalentemente secondo coordinate didattico-formative, adesso probabilmente è necessario ricalibrarla in maniera diversa, ossia tenendo in maggior considerazione anche l’aspetto esistenziale-psicologico dello studente.

Dicendo ciò non si desidera abolire nulla. Il voto e la logica che lo ispira dovrebbero essere strenuamente difesi, in quanto incarnazione del merito. Tuttavia, non deve essere dimenticato che dietro di essi vi è una realtà più ampia che si chiama “vita”, con le sue esigenze ed aspettative.

Per tale motivo, investire su metodologie didattiche che offrano soluzioni personalizzate potrebbe donare quel “respiro in più” allo studente e fare del voto un elemento indispensabile, ma costruito seguendo una logica differente, che tenga conto del valore e della specificità del singolo.

 

Fonte: buonenotizie.it

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