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Arriva la norma salva-banche: bonus a chi vende i crediti deteriorati

La misura nascosta in un emendamento. Tra i beneficiari Mps e Unicredit

Arriva la norma salva-banche: bonus a chi vende i crediti deteriorati

«Per valore nominale s’intende il valore di acquisto del credito». Una riga di testo in un articolo dedicato a tutt’altro, come per magia cambia natur

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«Per valore nominale s’intende il valore di acquisto del credito». Una riga di testo in un articolo dedicato a tutt’altro, come per magia cambia natura ad una valanga di crediti fiscali e mette in sicurezza i bilanci di molte banche italiane. Senato della Repubblica, ieri. Fra le pieghe del decreto agosto al voto dell’aula spunta l’emendamento 72. 2, 1-ter, punto C, secondo comma. La materia è talmente tecnica e la norma nascosta così bene che solo un esperto potrebbe accorgersene. L’effetto è facilmente comprensibile: ridurre le perdite generate dai crediti inesigibili in tempo di crisi. I principali beneficiari potrebbero essere due istituti che secondo alcuni andranno presto a nozze: Unicredit e Monte dei Paschi di Siena.

Andiamo con ordine. Oggi i crediti fiscali (tecnicamente Dta, deferred tax asset) sono regolati da norme che ne consentono l’utilizzo sulla base degli utili prospettici dell’istituto. Quelli inutilizzabili finiscono “fuori bilancio” e sono recuperabili solo in parte una volta maturati gli utili.

L’emendamento approvato in Commissione Bilancio (primo firmatario Alan Ferrari del Pd) consente di trasformare i crediti fiscali in crediti d’imposta. Il lettore inesperto si chiederà che cambia. Moltissimo, perché ciò permette di iscrivere a bilancio tutti i crediti maturati in virtù delle cessioni fatte nel corso del 2020.

Quest’anno per alcuni istituti è stato di operazioni intense. Mps ha in corso la cessione di nove miliardi di euro di sofferenze. Con la norma introdotta dal primo decreto di emergenza in aprile, la banca senese avrebbe potuto convertire in crediti d’imposta circa 400 milioni dei due miliardi di crediti fiscali. Grazie all’emendamento ora Mps può portare a bilancio i due miliardi per intero. In questo caso – spiegano fonti tecniche – c’è un dubbio interpretativo: la norma esclude operazioni tra soggetti con lo stesso controllante. Qui il Monte vende ad Amco, entrambe controllate dal Tesoro. E però subito dopo la norma fa riferimento all’articolo 2359 del codice civile dedicato alle «società» e il Tesoro non è una società. Nessun dubbio invece sul fatto che la norma si applichi ad Unicredit, che sta cedendo crediti per quasi otto miliardi e mezzo: la norma garantisce di recuperare patrimonio per circa due. Cariparma ha in corso un’operazione che vale circa tre miliardi di crediti deteriorati. Cassa Centrale Banca, una delle due holding che ha unito un arcipelago di istituti cooperativi sta vendendo 700 milioni di euro di crediti: dovrebbe diventare presto socia della barcollante Carige. La Banca popolare dell’Emilia e quella di Sondrio hanno in programma la cessione di un miliardo ciascuna, Banco Bpm ha già venduto due miliardi che valgono 400 milioni di crediti fiscali. È probabile che di qui in poi le operazioni si moltiplicheranno: la promozione – chiamiamola così – vale fino al 31 dicembre. Ce n’è abbastanza per mettere in sicurezza i bilanci di molte banche in vista della tempesta annunciata dalle nuove regole europee. È il confine – sempre più difficile – fra tenuta patrimoniale e la richiesta di credito in un momento che più emergenziale non si può.

L’emendamento, scritto al Tesoro, è passato indenne al vaglio della Ragioneria. In Commissione nessuno ha sollevato obiezioni. Certo è che si tratta di un favore non banale al mondo bancario il quale – almeno a parole – è sempre stato nel mirino dei Cinque Stelle.

Nel caos delle modifiche e dei tempi contingentati non era neppure facile vederlo: l’emendamento era celato in un articolo dedicato ai contratti bancari e alla proroga della prescrizione dei buoni postali. Votato in aula in blocco con la fiducia al decreto agosto, ora il testo passa alla Camera per il sì definitivo.

Fonte : www.lastampa.it

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