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Creval sale contro corrente tra le banche, per Kepler in caso di merger merita un maxi premio del 43%

Per Kepler Cheuvreux Credem, Crédit Agricole e Banco Bpm sono i candidati più probabili per fare un'offerta da almeno 0,7 mld di euro. Cifra che potrebbe salire a 0,9 miliardi (premio dell'80% sull'attuale capitalizzazione di mercato del Creval). Il broker ha avviato la copertura dell'azione con buy e un target price a 9 euro | Banche europee a redditività zero

Creval sale contro corrente tra le banche, per Kepler in caso di merger merita un maxi premio del 43%

Il titolo Credito Valtellinese spicca in Borsa con un +2,64% a 7,85 euro in una giornata dimessa per le altre banche italiane ( Unicredit -0,58%, Inte

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Il titolo Credito Valtellinese spicca in Borsa con un +2,64% a 7,85 euro in una giornata dimessa per le altre banche italiane ( Unicredit -0,58%, Intesa Sanpaolo -0,58%, Mediobanca -0,90%, Bper -3,84% e Mps -2,73%), grazie a Kepler Cheuvreux che ha avviato la copertura dell’azione con un rating buy e un target price a 9 euro, che implica un potenziale rialzo rispetto al prezzo attuale del 14,6%.

L’anno scorso Creval ha nominato un nuovo management team che ha presentato il piano industriale 2019-2023 i cui obiettivi sono stati in parte raggiunti già nel primo semestre (qualità del credito, risparmio di capitale e costi), mentre altri (ricavi e accantonamenti) sembrano ambiziosi a seguito della pandemia da Covid-19 e dovrebbero essere rivisti una volta stabilizzato lo scenario macroeconomico, ha sottolineato Kepler Cheuvreux.

“La nostra stima di utile netto per il 2023 è più bassa del 42% rispetto agli obiettivi della banca con un ritorno sul capitale del 4,6% contro l’8% a causa di ricavi inferuiori e accantonamenti più elevati, mentre siamo al di sopra dei target per quanto riguarda il capitale e in linea per quanto concerne la qualità del credito e il payout dei dividendi”, ha spiegato la banca d’affari, prevedendo un tasso medio annuo di crescita dell’utile netto del Creval del 9% nel periodo 2020-2023 a fronte di un tasso medio annuo di crescita di ricavi, costi e accantonamenti dello 0,7%, -2,6% e -8%, rispettivamente.

Mentre il ratio Npe lordo del Creval era pari al 6,4% a giugno (migliore rispetto a quello dei competitor regionali, che avevano ratio superiori all’8% con un mix peggiore) dopo cessioni per 0,8 miliardi di euro quest’anno. Tuttavia, il peggioramento dello scenario e la fine delle moratorie (2,5 miliardi di euro a giugno) potrebbero portare, ha avvertito Kepler Cheuvreux, a un deterioramento della qualità del credito (il broker ha previsto un ratio Npe lordo di circa il 7% nel 2021) che, comunque, “riteniamo gestibile dato l’alto coefficiente Cet1 della banca: 16,7% fully loaded a giugno”.

Inoltre, per Kepler Cheuvreux il Creval potrebbe essere un obiettivo interessante per una banca più grande, interessata ad ampliare la propria quota di mercato in Italia, estrarre sinergie e impossessarsi del capitale in eccesso della banca e delle deferred tax asset (imposte anticipate) fuori bilancio. “Un deal M&A meriterebbe un premio e riteniamo che un’offerta potrebbe essere di almeno 0,7 miliardi di euro, quindi con un premio del 43% sull’attuale capitalizzazione di mercato del Creval (0,536 miliardi di euro, ndr) e un multiplo prezzo/book value tangibile di 0,44 volte”, ha valutato Kepler Cheuvreux.

Il broker non ha escluso nemmeno un’offerta fino a 0,9 miliardi di euro, quindi con un premio dell’80% sull’attuale capitalizzazione di mercato del Creval e un multiplo prezzo/book value tangibile di 0,56 volte “rispetto alla nostra valutazione standalone di 0,6 miliardi” (premio del 22% e multiplo prezzo/book value tangibile di 0,38 volte).

Un calcolo fatto considerando il potenziale raggiungimento delle sinergie (è stato ipotizzato un net present value di 0,4 miliardi di euro) e i termini delle recenti operazioni di M&A (0,49 volte il multiplo p/tbv pagato da Intesa Sanpaolo per Ubi Banca). Per Kepler Cheuvreux Credem, Crédit Agricole (che detiene già una partecipazione del 5% in Creval) e Banco Bpm sono i candidati più probabili per un deal.

In realtà, secondo le ultime indiscrezioni, il Credit Agricole avrebbe scartato l’acquisizione del Creval come opzione di crescita in Italia, avrebbe infatti puntato la sua attenzione su Banco Bpm. Se da una parte questo può creare incertezza su come il gruppo francese guidato da Philippe Brassac vorrà gestire la propria quota nell’istituto valtellinese e rallentare l’avvicinamento di nuovi potenziali partner, dall’altra gli esperti di Equita Sim (rating buy e target price a 9 euro confermati sul Creval) non credono che la banca perda il suo appeal speculativo, in quanto si caratterizza per vari elementi che la rendono interessante in un’ottica di M&A, malgrado la sua ridotta dimensione relativa.

In particolare, secondo la Sim, il Creval vanta un Cet1 su livelli massimi del settore (16,7%), un asset quality in deciso miglioramento al 6,4%, una base azionaria frammentata, significativi progressi nell’efficienza operativa portati avanti negli ultimi anni, che limitano il potenziale impatto da costi di ristrutturazione e relativa facilità di integrazione essendo un “pure distribution” network, 250 milioni di deferred tax asset fuori bilancio e una valutazione complessivamente attraente con un multiplo prezzo/capitale tangibile di 0,3 volte.

Fonte : www.milanofinanza.it

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