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Intesa Sanpaolo: monitor distretti industriali del Mezzogiorno

Nei primi nove mesi del 2023 export in aumento tendenziale del 3,7%, un dato migliore rispetto alla media nazionale (+0,4%)

Intesa Sanpaolo: monitor distretti industriali del Mezzogiorno

Fonte: group.intesanpaolo.com Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono state pari a quasi 7,2 mi

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Fonte: group.intesanpaolo.com

Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono state pari a quasi 7,2 miliardi di euro, in crescita del 3,7%, a prezzi correnti, rispetto al periodo gennaio-settembre 2022 (+260 milioni di euro), un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+0,4%).

Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lieve calo (-0,6%), il terzo trimestre ha registrato una nuova crescita (+1,1%). Nel terzo trimestre 2023 il Mezzogiorno è stata l’unica area geografica a registrare un’evoluzione positiva delle esportazioni distrettuali (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie all’elevata presenza su questo territorio dei distretti agro-alimentari (il peso dell’export dei distretti agro-alimentari sul totale è pari all’8,4% per il Centro, 15% per il Nord-Ovest, 15,4% per il Nord-Est e 63% per il Mezzogiorno)[1].

Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali, solo Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%). Per dinamica positiva si evidenzia la Sardegna (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%). Risultano in crescita anche le vendite all’estero dei distretti siciliani (+5,8%). Ben 15 distretti dei 28 monitorati hanno realizzato una crescita delle esportazioni nel periodo esaminato.

Tra le filiere distrettuali del Mezzogiorno meglio performanti spicca l’agro-alimentare: +297 milioni di euro, a prezzi correnti, che corrispondono a un aumento del 6,9% nei primi nove mesi del 2023 (vs. +4,5% media dei distretti agro-alimentari italiani). Nel Mezzogiorno si contano 15 distretti appartenenti a questo macrosettore, di cui 11 hanno chiuso il periodo gennaio-settembre 2023 con livelli di export superiori allo stesso periodo del 2022. Le eccezioni sono rappresentate da: Ortofrutta barese (-12,1%, -58 milioni di euro) a causa del forte calo delle vendite in Algeria e Tunisia, non compensato dall’aumento dell’export in Germania (primo mercato con una quota del 35%); Vini e liquori della Sicilia occidentale (-5,9%) per la riduzione delle esportazioni verso Canada, Regno Unito, Germania e Svizzera; Ortofrutta di Catania (-2,5%) a causa del dimezzamento dei flussi verso il Belgio. Si colloca in sostanziale stabilità rispetto ai primi nove mesi 2022 l’Alimentare di Avellino
(-0,1%). Spicca per performance positiva, invece, l’Agricoltura della Sicilia sud-orientale (+37,8%, pari a +30 milioni di euro) grazie all’aumento delle vendite verso tutti i principali mercati di sbocco, in primis la Germania (primo mercato, con una quota che sfiora il 30%). Seguono l’Ortofrutta e conserve del foggiano (+32,3%, +41 milioni di euro), il Lattiero-caseario sardo (+19%, +19 milioni di euro) e Caffè e confetterie del napoletano (+14,6%, +23 milioni di euro). Crescita a doppia cifra anche per le esportazioni delle Conserve di Nocera (+13,5%, pari a 131 milioni di euro, la crescita maggiore in valore), Olio e pasta del barese (+11,9%, +32 milioni di euro) e Mozzarella di bufala campana (+10%, +41 milioni di euro). In aumento anche l’export di Pasta di Fara (+4,8%, +8 milioni di euro), Alimentare napoletano (+4%, +25 milioni di euro), Agricoltura della Piana del Sele (+3,8%, +9 milioni di euro) e Vini del Montepulciano d’Abruzzo (+3,1%, +5 milioni di euro).

Nei primi nove mesi del 2023 anche il sistema moda del Mezzogiorno ha incrementato le vendite all’estero: +6,3% rispetto ai primi nove mesi del 2022 (corrispondente a un aumento dell’export in valore di 63 milioni di euro, a prezzi correnti). Solo 4 dei 9 distretti del comparto hanno però registrato incrementi: in particolare spiccano gli aumenti dell’Abbigliamento sud abruzzese (+111,6%, pari a 25,2 milioni di euro) grazie anche ai recenti investimenti da parte di importanti griffe nel territorio, dell’Abbigliamento del napoletano (+16%, pari a 45 milioni di euro), delle Calzature napoletane (+13,5%, +20 milioni di euro) e dell’Abbigliamento nord abruzzese (+12,4%, pari a 8,2 milioni di euro). In calo invece, le Calzature di Casarano (-4,4%), l’Abbigliamento del barese (-6,1%), le Calzature del nord barese (-6,5%) e la Calzetteria-abbigliamento del Salento (-10,7%); la performance più negativa è quella della Concia di Solofra (-18,7%, pari a -7,6 milioni di euro), a causa del forte calo delle vendite in tutti i principali mercati di sbocco, in particolare, Corea del Sud, Portogallo, Spagna, Stati Uniti, Slovacchia, Hong Kong, Slovenia, Romania e Spagna (tiene invece la Francia, primo mercato del distretto, con una quota di mercato vicina al 20%).

Risulta sfavorevole, invece, l’andamento dei distretti del sistema casa (-18,6%, pari a un calo di 91 milioni di euro). Performance negativa sia per il Mobile imbottito della Murgia (-21,8%, -88 milioni di euro) che per il Mobilio abruzzese (-4,1%, -4 milioni di euro).

Nei primi nove mesi del 2023 è stato lievemente negativo l’andamento dell’export della Meccatronica del barese (il distretto che esporta di più tra quelli del Mezzogiorno): -0,7%, pari a -8 milioni di euro. La dinamica del distretto è peggiorata nel susseguirsi dei trimestri: +10,5% nel primo, -4,7% nel secondo e -8% nel terzo. Vanno segnalati i cali dell’export in Germania (primo mercato con una quota che supera il 30%), in Corea del Sud e in Spagna che hanno condizionato negativamente l’andamento del distretto; gli altri principali mercati hanno invece dato segnali positivi (Francia, Romania, Repubblica Ceca, Turchia, Ungheria e Stati Uniti).

Anche il piccolo distretto del Sughero di Calangianus ha mostrato un calo, seppur lieve, (-2,3%), condizionato dalla contrazione delle vendite in Francia (primo mercato che intercetta un quinto dell’export totale) e Cina. Le esportazioni del distretto sono, invece, aumentate in altri importanti mercati come Spagna, Portogallo e Stati Uniti.

L’analisi per mercati di sbocco mostra il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (circa il 73%), dove l’export nel confronto con i primi nove mesi del 2022 ha evidenziato una crescita del 6,6%, mentre si è registrato un calo verso i nuovi mercati (-4%). I Paesi in cui l’export dei distretti del Mezzogiorno ha sperimentato la crescita maggiore in valore sono la Francia (+74 milioni di euro), il Regno Unito (+56 milioni di euro), l’Austria (+51 milioni di euro), la Svizzera (+45 milioni di euro), i Paesi Bassi (+30 milioni di euro) e la Germania (+28 milioni). Si rileva, invece, un calo delle vendite in Algeria (-82 milioni di euro), Tunisia (-59 milioni di euro), Cina (-32 milioni di euro), Stati Uniti (-29 milioni di euro), Corea del Sud (-21 milioni di euro) e India (-15 milioni di euro).

L’evoluzione dell’export dei Poli tecnologici del Mezzogiorno è stata brillante: nei primi nove mesi del 2023 sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 2,17 miliardi (pari a +59,4%); si tratta di un risultato nettamente superiore all’aumento rilevato a livello nazionale (+10,4%). Questo balzo è quasi interamente attribuibile al Polo farmaceutico di Napoli (+2,15 miliardi di euro), le cui esportazioni sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche gli altri poli tecnologici del Mezzogiorno sono cresciuti sui mercati esteri: Polo aerospaziale della Puglia (+23,7%, pari a +55 milioni), Polo ICT dell’Aquila (+12%, pari a 20 milioni), Polo ICT di Catania (+4,5%, pari a +30 milioni di euro) e Polo farmaceutico di Catania (+1,7%, pari a +2 milioni di euro). Solo il Polo aerospaziale della Campania ha registrato un calo (-88 milioni di euro, pari a una riduzione del 13,9%).

“Ancora una volta, il Sud dimostra la capacità di eccellere. E la principale mission del nostro Gruppo è il sostegno alle imprese del territorio in cui opera, soprattutto a quelle aziende che vogliono investire per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale – ha affermato Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo –. Nel Mezzogiorno stiamo lavorando per favorire ulteriori insediamenti produttivi nella Zes, per la quale abbiamo elevato il plafond a 10 miliardi di euro e messo a punto un desk di consulenza specialistica. Resta prioritaria per Intesa Sanpaolo l’attenzione alle famiglie del territorio e al sociale”.

“Il nostro Gruppo è impegnato a garantire tutti gli interventi necessari per accelerare la ripresa dell’economia nel Mezzogiorno, sostenendo soprattutto il settore del turismo e gli investimenti nella Zes – ha spiegato Alessandra Modenese, Direttrice Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo –. Le imprese del territorio hanno dimostrato una straordinaria capacità di saper cogliere i mutamenti del mercato, anche in un contesto macroeconomico incerto, e di saper trasformare la propria strategia aziendale in ottica ESG. Questo approccio attento all’aspetto sostenibile del business è da tempo al centro delle azioni di sviluppo della banca, che da un lato promuove la consapevolezza tra i clienti, dall’altro supporta i progetti sensibili ai temi ambientali, sociali e di governance. Continuiamo a sostenere anche le filiere di prossimità: nel perimetro della Direzione Regionale abbiamo già favorito oltre 35 accordi di filiera che coinvolgono circa 850 fornitori e mobilitano un giro d’affari di oltre 4,5 miliardi di euro”.

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