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Rally delle esportazioni del 2021 con aumenti fino al 45%, forte spinta alla crescita

Le esportazioni del settore manifatturiero hanno superato il terreno perduto del 2020, come sottolinea Alpha Bank. In prima linea c'erano i settori delle apparecchiature elettriche, dell'abbigliamento, dei metalli e della chimica.

Rally delle esportazioni del 2021 con aumenti fino al 45%, forte spinta alla crescita

Le esportazioni di beni hanno dato un forte impulso alla ripresa economica nel 2021, con i singoli settori che hanno registrato un aumento di ben il 4

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Le esportazioni di beni hanno dato un forte impulso alla ripresa economica nel 2021, con i singoli settori che hanno registrato un aumento di ben il 45% e hanno più che compensato le perdite del 2020. Gli aumenti maggiori sono stati registrati nei settori delle apparecchiature elettriche, dell’abbigliamento, dei metalli e della chimica.

L’aumento delle esportazioni di beni, nei primi dieci mesi di quest’anno, è venuto, principalmente, dal coke e dai prodotti petroliferi di raffinazione (+66,3% su base annua rispetto a un corrispondente calo del 40% dello scorso anno) ma anche da altri prodotti di trasformazione (+18,6%, complessivamente, su base annua).

Si segnala che il settore con la quota maggiore delle esportazioni totali di beni in Grecia è quello manifatturiero (circa l’87%, secondo i dati del 2019) seguito da agricoltura, silvicoltura, pesca (7,2%) e cave minerarie (1,9%), mentre i principali partner commerciali del nostro paese sono l’Italia, con una quota del 10,9%,la Germania (6,8%), Cipro (6,1%), Bulgaria (4,8%) e Francia (3,5%). Si noti che oltre il 50% delle esportazioni greche va verso i paesi dell’Unione europea. In termini di prodotti, il coke e i prodotti petroliferi raffinati occupano il 30,6% delle esportazioni totali greche, i prodotti alimentari il 10,6% e i metalli di base il 9,2%.

 

La crisi pandemica ha colpito principalmente il settore dei servizi. Pertanto, la struttura delle esportazioni greche di beni non è cambiata in modo significativo nel 2020, nonostante il fatto che le esportazioni siano diminuite rispetto al 2019, con i maggiori cali registrati nel coke e nei prodotti petroliferi raffinati (-36,7%, su base annua) e nelle cave minerarie (-21,8%, rispettivamente). A causa dell’elevata quota di esportazioni di prodotti petroliferi raffinati e prodotti correlati nelle esportazioni totali, hanno anche dato il maggior contributo negativo al calo annuale delle esportazioni totali nel 2020.

Le esportazioni di prodotti agricoli, forestali e della pesca (+4,5% su base annua), alimentari (+11,8%) e altri prodotti di trasformazione (+3,1%) hanno registrato un incremento rispetto all’anno precedente, il cui contributo positivo ha parzialmente compensato il calo registrato nelle altre categorie merceologiche. Tra gli altri prodotti manifatturieri, il maggiore aumento è stato registrato nel 2020 nelle esportazioni di prodotti farmaceutici di base e farmaceutici del 48,3% su base annua.

In particolare, le esportazioni di materiale elettrico hanno registrato un incremento del 45% su base annua, a fronte di un calo annuo nei primi dieci mesi del 2020, pari al 4,3%. Seguono l’abbigliamento (+27,2%), i metalli di base (+25,8%), i prodotti chimici (+24,2%), i prodotti in metallo -esclusi i macchinari- (+23%) e altri prodotti minerali non metallici (+20,6%). Si osserva che le esportazioni di prodotti farmaceutici e formulazioni, computer, prodotti elettronici e ottici, materie plastiche e prodotti in gomma, nonché prodotti alimentari, sono state influenzate positivamente dalla pandemia, in quanto hanno registrato un aumento nei dieci mesi di gennaio-ottobre 2020 su base annua.

La tendenza al rialzo seguita dal settore manifatturiero si riflette anche nell’evoluzione dell’Indice dei Responsabili degli Acquisti, che da marzo 2021 rimane sopra i 50 punti, indicando il significativo miglioramento delle condizioni operative del settore. In particolare, a novembre, il PMI si è attestato a 58,8 punti, la terza performance più alta registrata da aprile 2000, con i successivi valori più alti registrati in ottobre e agosto 2021 (rispettivamente 58,9 punti e 59,3 punti).

Allo stesso tempo, le stime per le esportazioni manifatturiere nell’ultimo trimestre, secondo l’indagine mensile della Commissione europea, sono state in territorio positivo da maggio di quest’anno (ad eccezione dei due mesi di agosto-settembre), per la prima volta da agosto 2018 (Figura 1b). Tuttavia, la carenza globale di materie prime dovuta a interruzioni della catena di approvvigionamento, nonché l’aumento dei prezzi dell’energia, aumentano i costi di produzione del settore e, di conseguenza, possono rallentare la sua crescita a breve termine.

 

Vale la pena notare che un’ulteriore crescita delle esportazioni di beni può contribuire non solo all’aumento dell’attività economica interna e alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche alla riduzione del deficit del settore esterno. È quindi una delle priorità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza “Grecia 2.0”, che comprende progetti, investimenti e riforme strutturali per utilizzare le risorse del Fondo europeo per la ripresa.

In particolare, il Piano greco mira, tra l’altro, a migliorare la competitività e rafforzare la capacità di esportazione delle imprese greche, fornendo incentivi per gli investimenti privati per la modernizzazione digitale e aumentando la dimensione media delle imprese, ma anche attraverso azioni di informazione e formazione per le imprese esportatrici (ad esempio digitalizzazione della rete nazionale di diplomazia economica, rafforzare la capacità digitale di Enterprise Greece).

Fonte: Businessdaily.gr

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